[autismo-biologia] psicofarmcologia della vulnerabilità

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Ven 22 Gen 2010 16:18:51 CET


Il progetto di vita, teso a ottenere il massimo di qualità della vita compatibile con la disabilità, dovrebbe iniziare al momento della diagnosi e non arrestarsi mai.
Tra educazione e terapia farmacologica sino ad ora il posto più importante l’ha avuto e l’ha l’educazione. E’ una grave omissione tuttavia fare finta che non ci sia un posto per i farmaci. 
Questi non si devono dare al posto dell’educazione, ma a complemento di questa. Sappiamo però che certi sintomi gravissimi non si dominano con l’educazione da sola o con la creazione di condizioni di vita adattate alle esigenze della singola persona. 
La prescrizione di farmaci alle persone con autismo è un’arte difficile per vari motivi. Uno di questi è  la sensibilità peculiare agli psicofarmaci di questi disabili, che peraltro condividono con altre categorie di soggetti “fragili”, come gli anziani con deterioramento cognitivo,  tanto che Stefano Palazzi ha messo come titolo al seminario da lui organizzato il 19 dicembre scorso “Psicofarmacologia della vulnerabilità”
Un altro motivo per cui è difficile la prescrizione di farmaci è la scarsità di sperimentazioni specifiche, per cui manca la base di “evidence” che dovrebbe essere la guida alla prescrizione nella pratica clinica. 
La “evidence” si dovrebbe creare con la messa in onda di sperimentazioni fatte secondo i canoni condivisi dalla comunità scientifica.
Ma nel presente e davanti a gravissimi sintomi del paziente che mi sta dinanzi non posso aspettare l’esito di trials non ancora neanche pensati e programmati. 
Alla “Evidence Based  Medicine” deve supplire la “Practice Based Medicine” 
Anche in questo caso l’importante è non fare la politica dello struzzo, ignorare il problema come se non esistesse.
Noemi dice ”Chi ha dimestichezza coi farmaci sono gli psichiatri adulti e non i NeuroPsichiatri Infantili” 
Il problema credo che sia organizzare e pianificare anche questo delicato aspetto.
Se chi prescrive i farmaci a una persona con autismo lo fa saltuariamente una volta ogni tanto lo farà sicuramente male e creerà più danno che utile.
Se in un centro dedito all’autismo la prescrizione si concentra su pochi medici, naturalmente più di uno, in quanto ognuno ha diritto alle sue assenze, questi si faranno un’esperienza e impareranno la difficile arte della prescrizione di psicofarmaci alle persone con autismo, sapendo quali sono i sintomi suscettibili di miglioramento, quali no, come monitorarne l’effetto, come comunicare coi genitori, quando sospendere un farmaco, quando sostituirlo o variarne la posologia. E avrà uno stimolo per tenersi sempre aggiornato.

Alla prossima
    Daniela
   



      


Maggiori informazioni sulla lista autismo-biologia