[autismo-biologia] adulti

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Mer 20 Gen 2010 13:37:10 CET


Che parlare di autismo negli adulti sia cosa opportuna lo dice un semplice calcolo aritmetico. 
L’autismo compromette gravemente la qualità della vita e non la quantità. Stando così le cose,   gli anni di vita da adulti sono molti di più di quelli da bambini e adolescenti. E, a dispetto di ciò che acclamano i venditori di miracoli a caro prezzo, di autismo non si guarisce, anche se è possibile acquisire abilità utili per l’autonomia e per un inserimento lavorativo supportato. 
L’articolo che gentilmente ci ha inviato Marianna Boso è utilissimo proprio perché realistico. Credo che le persone alle quali sino ad oggi è stata fatta diagnosi di autismo in Italia siano soprattutto quelle più gravi, coloro che in inglese vengono definiti low functioning,  per i quali ci vorrebbero tante realtà come Cascina Rossago sparse per l’Italia. 
Anche in Italia però penso che si comincerà a fare diagnosi dei casi non accompagnati da grave ritardo mentale (gli high functioning e gli Asperger) che probabilmente oggi vengono considerati “svitati”, “fannulloni”, “stravaganti”, “originali”, “lavativi”, “strani” e via dicendo. Questi  hanno un grande carico di comorbilità psichiatrica, al comparire della quale vengono diagnosticati solo con quella (ossessivi-compulsivi, depressi, maniacali, schizoidi ecc)
Il gruppo di Pavia dà un esempio di come una psichiatria adulti puo’ prendere in carico gli adulti con autismo e raggiungere l’eccellenza. 
Naturalmente uno stesso buon risultato puo’ essere raggiunto con modalità diverse. Il modello del team autismo che accompagna le persone affette dalla culla alla tomba è un’altra modalità che puo’ dare garanzia che gli adulti non siano dimenticati, confusi con altri disabili e trattati in modo incongruo. Un esempio è il TEACCH. 
Sul sito del TEACCh si parla di adulti soprattutto in rapporto al lavoro supportato

http://www.teacch.com/supportedemployment.html

Il lavoro però è solo uno degli aspetti della vita adulta anche se è molto importante per la auto percezione dell’individuo come adulto, per la socializzazione e per riempire di significato il tempo della giornata, indipendentemente dalla produttività.
Ho parlato a suo tempo della vita adulta col compianto Eric Schopler che mi ha inviato il capitolo:
 ADULT SERVICES,di Mary E. Van Bourgondien and S. Michael Chapman, 
tratto dal libro:
 Mesibov, G B, V. Shea and E. Schopler (2005); The TEACCH 
Approach to Autism Spectrum Disorders. 
Ch 11 Adult Services, p. 118.
New York; Kluwer Academic/Plenum Pubs.

Invierò tale materiale a chi me lo chiederà.

Sempre sugli adulti autistici un’amica mi ha segnalato dei siti dell’Ontario
http://www.ont-autism.uoguelph.ca/resources.shtml

http://www.autismontario.com/Client/ASO/AO.nsf/object/Forgotten+Report+Autism+Ontario/$file/Forgotten+Report+Autism+Ontario.pdf

Copio da uno di questi siti la seguente frase: “Some younger and middle-aged adults may have pretty good lives because of the dedication of their parents”

Verrebbe proprio da dire “Tutto il mondo è paese” 
Ma dice la vecchia canzone “E gli anni passano, i bimbi crescono, le mamme imbiancano”

Imbiancare pazienza!! La moderna tecnologia lo puo’ impedire. 
Il guaio è che le madri, al pari egli altri esseri umani, non sono immortali.

Alla prossima
   Daniela

 

 



      


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