R: [autismo-biologia] Passaggio da npi a rete adulti

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Sab 13 Feb 2010 10:46:57 CET



> Riguardo al tema "adulti" riassumo
> l'iniziativa in corso presso il Dipartimento Assistenziale
> Integrato di Ferrara (cioè Ausl+Università). 

Mi fa piacere che Stefano Palazzi sia tornato sulla questione “adulti”
La situazione descritta nel libro “Il mondo di Sergio”  http://www.angsaonlus.org/mondo_sergio.pdf
non è eccezionale, a parte il tragico epilogo.
Ciò che dovrebbe essere fatto da un servizio dedicato dovrebbe essere  un progetto globale di vita, ma vi sono anche aspetti squisitamente medici. Quasi tutti gli adulti prendono farmaci. E se si leggono gli elenchi dei farmaci che assumono, spesso non si intravede né la Evidence Based Medicine, né la Pracitice Based Medicine, ma la medicina della disperazione e dell’irrazionalità.
Copio dalla pagina 124 del libro sopra citato “Non c’era medicinale, conferma il padre, in grado di risolvere il problema. …Venne sottoposto perfino all’elettroshock, sei sedute. Successe in una clinica privata di lusso, al costo di sei milioni di lire di allora….
E’ sempre il padre a stilare una lista di farmaci che gli sono stati prescritti negli anni e che, nel caso specifico di Sergio, si sono dimostrati inefficaci, nocivi o con effetto paradosso. Questo un elenco incompleto: Neuleptil, Acutilfosforo, Mogadon, Serenase, Caducid, Matar, Moditen, Tavor, Melleril, Valium, Haldol, Decanoas R, Akineton, Gamibetal, Semap, Entumin, Rivotril, Trilafon, Minias, Tegretol, EN, Risperdal, Disipal, Depakin”
E a pag 106 “Vengono prescritti farmaci che, secondo il padre, gli procurano in realtà ulteriori sofferenze che non puo’ esprimere. E’ nervoso, aggressivo. ..Il padre cerca continuamente l’aiuto di specialisti che imbottiscono il ragazzo di farmaci.”
Con gli adulti affetti da autismo si è fatta sino ad ora la politica dello struzzo. Essi prendono farmaci cronicamente e spesso i genitori o chi per loro non ricordano neanche più chi li ha prescritti, quando e perché. Nessuno ha il coraggio di toglierli o di modificarli, perché questi pazienti non sono di nessuno, come si è visto anche nel caso raccontato dalla sorella, là dove  la psichiatra prescriveva psicofarmaci su indicazione dell’assistente sociale, ma riteneva il paziente con autismo  non di sua competenza. Che sia un Neuropsichiatra infantile che segue gli adulti per competenza sulla patologia , o uno psichiatra adulti che se ne fa carico, quello che non deve continuare è che, nei decenni che vanno dal compimento della maggiore età alla vecchiaia, questi cittadini  continuino ad essere considerati terra di nessuno. 
Ed ecco una nota di speranza
 http://www.superando.it/index.php?option=content&task=view&id=5550
In Inghilterra si sono accorti che esistono adulti con autismo e fare emergere il problema è la condizione necessaria, anche se non sufficiente, per affrontarlo e migliorare la situazione. Le notizie che giungono da Ferrara ci dicono che il problema sta emergendo anche in Italia. E questa è una buona notizia
Alla prossima
   Daniela




      


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