C.7.B - Elenco dei giudizi "liberi" dei docenti - Piacenza

  1. Il libro è un valido aiuto specialmente per le analisi e i suggerimenti delle varie aree deficitarie.

    Le schede operative sono chiare ed esaurienti.

  2. Non conosco a fondo il problema "autismo" e le mie letture sono state personali, legate a un mio interesse pedagogico per i problemi legati all'infanzia. Ho letto Bettelheim (La fortezza vuota) e Michele Zappella (Il pesce bambino) e non avevo chiara la panoramica dei diversi tipi di autismo, men che meno gli approcci e le ultime tendenze educative. Sono da pochi anni insegnante di sostegno e non ho mai seguito alunniallievi con autismo/DPS : le vostre indicazioni bibliografiche e anche quelle relative ai siti ove trovare notizie nonché le modalità per sapersi muovere nella rete e farla funzioare, mi saranno molto utili.

    Grazie per il vostro lavoro.

  3. Il libro appare chiaro ed esauriente e offre sicuramente svariati spunti di lavoro, come è già emerso durante la presentazione.

    Non viene citata la modalità di lavoro attraverso la comunicazione facilitata, che noi utilizziamo regolarmente con i nostri utenti.

    Quasi sempre il materiale fornito negli incontri o convegni si riferisce a bambini molto piccoli. Tali attività non ci sembrano proponibili per una ragazza di 16 anni che segue (almeno in parte) materie come economia aziendale e diritto. Ci sorge spontanea una domanda: com'è possibile proporre questo tipo di programmazione didattica, se non usando l'ACF? Grazie:

  4. Il libro risulta essere un valido aiuto, perché descrive in modo chiaro le problematiche dei bambiniallievi con autismo/DPS ed offre spunti didattici ed operativi a chi si adopera per favorire l'integrazione degli alunni disabili nella scuola e nella società.
  5. Il libro è un ottimo strumento di lavoro ma le schede riferite ai diversi assi risultano un po' troppo complesse per bambini della scuola dell'infanzia.

    E' giusto suddividere le attività per aree funzionali, ma sarebbe ancora più utile suddividerle per ordine di scuola o, almeno, da quelle più semplici a quelle più complesse.

  6. Per qualunque metodologia si adotti nei confronti di un soggetto allievo autistico/DPS, a mio parere occorre più chiarezza sulle diagnosi (redatte in maniera comprensibile) da parte dei medici, chiarezza sugli obiettivi da raggiungere, valutazioni reali dell'area cognitiva e unità d'intenti fra scuola, famiglia, ASL. (Ho lavorato per 5 anni alle elementari con un soggetto allievo autistico/DPS e un soggetto con sindrome Asperger, altri due anni alla scuola superiore con due soggettiallievi con autismo/DPS).
  7. Il manuale preso in esame può diventare uno strumento di indirizzo, di sostegno e di riferimento soprattutto per gli insegnanti egli educatori che per la prima volta si "relazionano" con un soggetto allievo autistico/DPS.
  8. Le schede delle diverse aree risultano più appropriate per scuola primaria e secondaria perché il programma è di tipo formativo-didattico, mentre per la scuola dell'infanzia bisogna tener conto dell'aspetto educativo, relazionale, dell'autonomia adeguati all'età dei bambini. Nel mio caso specifico perché il soggetto che seguo non ha proprietà linguistico-espressive adeguate alle richieste, ne' mostra particolare interesse alle schede che non propongono attività di tipo pratico.
  9. Il libro è chiaro e offre spunti di lavoro, ma è adatto a bambini piccoli.

    I nostri utenti (età 14-18 anni) sono ragazzi che spesso seguono le materie curricolari e quindi non vedo come è possibile esplicitare le loro competenze con il metodo proposto dal testo!

  10. Il libro appare chiaro ed esauriente ed offre sicuramente svariati spunti di lavoro.

    Come è già emerso durante la presentazione del libro, non viene citata la modalità di lavoro attraverso la comunicazione facilitata che noi utilizziamo regolarmente con il nostro utente. Quasi sempre il materiale fornito negli incontri o convegni si riferisce a bambini molto piccoli. Tali attività non ci sembrano proponibili per una ragazza di 16 anni che segue, almeno in parte, materie come Economia aziendale e Diritto. Ci sorge spontanea una domanda: Come è possibile proporre questo tipo di programmazione didattica se non usando l'ACF?

  11. Il libro dà spunti interessanti per poter "lavorare" ed entrare in relazione con il bambino o ragazzo allievo autistico/DPS.

    Non credo che tutte le schede possano essere somministrate con successo a tutti i bambini-allievi con autismo/DPS , in particolar modo a quelli che presentano più difficoltà (mancanza di linguaggio, difficoltà fisico-motorie, ecc.). Ciò non toglie che anche a questi ragazzi possano essere proposte le schede purché si riconosca loro una capacità di comunicazione (per esempio: CF) che pone le sue basi nel riconoscimento della capacità di intendere, di volere e di pensare che le persone autistiche hanno. Mediante la comunicazione si potrà arrivare a costruire basi con direttive differenti rispetto ai bambini con meno difficoltà. Pertanto, ben venga questo libro quale strumento che genitori, insegnanti ed educatori dovranno però utilizzare adattandolo alle effettive capacità del bambino, cercando in lui la persona "intelligente" e non fermandosi ad un addestramento bloccato alle apparenze.

    Inutile secondo me una ricerca per determinare un QI secondo criteri non condivisi.

  12. "Io comunico un modo differente dal linguaggio comune e non tutti credono che sia io a schiacciare i tasti e sarà (?) un furbesco gesto di bravura inventata magari da chi mi facilita" C 22 anni… La mia prima bambina… Tanti tentativi… Tanti insuccessi… Tante ore passate alle elementari fuori nei corridoi... Ora è diplomata e combatte per il suo futuro. Io sono rimasta alla scuola dell'infanzia uso il TEACCH e col metodo della comunicazione facilitata avvio alla primaria i bambini con un livello di autonomia e prestazioni che alcune pagine del libro non rendono forse giustizia. Ci sono capacità disomogenee ma anche competenze professionali capaci di compensarle se vengono offerti non solo gli strumenti operativi (TEACCH) ma anche relazionali come la CF che sostiene la comunicazione o la globalità dei linguaggi-le emozioni.

    Manca forse un po' di coraggio nel libro ad accogliere tutte le opportunità o almeno tante quante sono diverse le problematiche di questi ragazzi.

  13. Considero il testo preso in esame molto utile sia dal punto di vista teorico (definizione e presentazione della sindrome autistica correlata da brevi inserti e documenti), sia dal punto di vista didattico per la ricchezza delle diverse proposte operative, relative ai diversi assi, che si prestao in pratica ad opportuni adattamenti ad ulteriori sviluppi in rapporto ai singoli casi. Considero molto utile inoltre la bibliografia suggerita per indispensabili approfondimenti e, pur condividendo alcue critiche emerse durante il dibattito seguito alla presentazione del libro, ritengo che nell'affrontare le difficoltà relative alla comunicazione, uno spazio comunque andrebbe per correttezza riservato anchealla comunicazione facilitata, per la validità delle esperienze in atto.
  14. Il libro è un'ottima guida, è ben articolato, riesce a chiarire ed indirizzare l'insegnante in una programmazione specifica.

    Ritengo opportuno suddividere le diverse schede per ordine di scuola o da quelle più semplici, per la scuola dell'infanzia, a quelle più complesse per gli altri ordini di scuola.