Storie socialiAnnamaria Fratangelo racconta la sua esperienza nella scuola primaria. In
vari decenni si � stratificato nelle istituzioni scolastiche del nostro
paese un gran numero di esperienze positive, di progetti che hanno
funzionato e hanno consentito all’integrazione di fare passi in avanti. Queste conoscenze e modalit� spesso faticano a diventare un corpus
sedimentato e consultabile di esperienze consolidate, di buone prassi
che hanno funzionato. Troppo spesso le scuole fanno troppo poco per
favorire la documentazione, avvertita da molti insegnanti come un
inutile adempimento burocratico; si usa poco l’intelligenza collettiva
e reticolare, formata dalle esperienze e dagli scambi orizzontali con
altri nella stessa situazione, preferendo affidarsi all’esperto
specializzato nella materia specifica (Canevaro, Ianes, 2002).
LE
STORIE SOCIALI DI ANNAMARIA FRATANGELO
Le
scuole sono piene di insegnanti competenti e motivate che fanno
esperienze molto belle di insegnamento personalizzato con bambini
disabili. Queste
esperienze non devono andare disperse. Devono essere conosciute per
dare idee e suggerimenti ad altri insegnanti. Annamaria
Fratangelo � insegnante di sostegno nella scuola primaria. Da anni
segue una bambina con disturbo dello spettro autistico. Per
insegnarle il comportamento corretto nelle situazioni che via via le
si presentano ha inventato delle storie sociali arricchite di
vignette e di foto. Ne
pubblichiamo alcune ricordando agli insegnanti che queste storie
devono dare delle idee per i loro allievi, ma che le storie sociali
vanno personalizzate Per
far comprendere un'azione ad un bambino, si cerca di spiegarla in
modo semplice e comprensibile. Con i ragazzi affetti da autismo per
la stessa azione occorre avere un'attenzione maggiore, una
particolare sensibilit� delle difficolt� comportamentali e di
apprendimento, un tempo a disposizione aumentato. E'
utile avere esperienza nel campo educativo e avvalersi di ci� che
pu� facilitare questo compito continuo che nel tempo porter� i
suoi piccoli frutti. Le
brevi istruzioni d'uso allegate, che vengono proposte, possono
tornare utili, non tutto a tutti, essendo lo spettro autistico
differenziato per le modalit� di presentazione e per il grado di
severit�. Come
nelle ricette di cucina che ci vengono suggerite o proposte, ognuno
di noi le modifica e le personalizza per adattarle ai propri gusti,
ai problemi di salute, al contenimento del prezzo, la stessa
operazione si deve applicare con queste schede con i ragazzi con
autismo. Ogni
genitore, ogni operatore conosce la modalit� migliore per entrare in
contatto con il proprio bambino/a, conosce l'evoluzione del suo
linguaggio, le sue abilit�, ma anche le sue ossessioni e deve
utilizzare “le schede d'uso”, definiamole cos�, nel modo pi�
appropriato e personale. Alcune
di esse sono immediate in prima persona, altre in terza persona
descrivono l'azione, ma la costruzione della frase pu� essere
modificata secondo le necessit� e per una miglior percezione del
messaggio. Una
parte � arricchita di figure, che rendono piacevole la descrizione
dell'azione, attirando l'attenzione, queste potranno essere
integrate con altri disegni, immagini, che rendano pi� attraente il
racconto. Bisogna
avere costanza, tanta, e confezionare ogni storia a misura del
bambino, ricordandosi che ci� che scrisse Jean-Jacques Rousseau in
“Emilio o Dell'educazione” � valido ancora oggi per tutti,
normodotati o disabili: ...”Qual'�
la pi� grande, la pi� importante, la pi� utile regola di tutta
l'educazione? E' di non guadagnar tempo ma di perderlo”.
Vanda
Berti, medico, volontaria ANGSA
1. Il treno Tommaso e gli imprevisti 2. Ritardo a scuola 3. Prendere le medicine
4. Perche non si pu� gridare 5. Mettere il pennarello in bocca 6. Mani nel naso, saluti 7. Lavoro in classe 8. La biblioteca scolastica 9. Indossare vestiti diversi 10. Indossare un maglione in pi�
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