[autismo-biologia] terapie innovative nelle condizioni monogeniche: a che punto siamo?
daniela
daniela a autismo33.it
Lun 15 Lug 2024 16:13:57 CEST
L’Osservatorio Malattie Rare (OMAR) ha emesso il 10 luglio scorso un
comunicato stampa dal titolo
“Malattie genetiche e rare: test genomici e genetista sempre più
determinanti nel percorso del paziente”
https://a6h1e.mailupclient.com/f/rnl.aspx/?fij=nrnx/xa9il=r/-i&x=pv&=pvpy35b1&x=pv&d=-5c&x=pv&8&x=pv&-30j1i9&x=pp&v2j58eg/-e1a4h=puzprNCLM
Quanto il contenuto del comunicato stampa sia importante e attuale lo
dimostra non solo l’enorme mole di alterazioni genetiche (mutazioni,
delezioni o duplicazioni di un singolo gene) già note per essere alla
base dei disturbi del neurosviluppo, ma il continuo emergere di nuove
varianti genetiche altamente penetranti.
Il 31 maggio scorso è stato pubblicato l’articolo
“Greene, D., Thys, C., Berry, I.R. et al. Mutations in the U4 snRNA
gene RNU4-2 cause one of the most prevalent monogenic neurodevelopmental
disorders. Nat Med (2024). https://doi.org/10.1038/s41591-024-03085-5”
secondo il quale le mutazioni del gene chiamato Rnu4-2
sono responsabili di una percentuale pari allo 0.5% dei casi di disturbi
del neurosviluppo.
Il gene codifica per un componente fondamentale dello spliceosoma,
una grande macchina molecolare che interviene nel processo di
trascrizione delle informazioni genetiche dal Dna all’Rna, che ha poi il
compito di tradurre quelle informazioni in proteine.
La scoperta ha avuto ampia eco anche nei canali di informazione
italiani, vedi i seguenti link
https://www.ansa.it/canale_scienza/notizie/biotech/2024/06/13/identificato-il-gene-legato-a-un-diffuso-disturbo-neurologico-_4682a105-8b38-4b1f-832b-4ad27e83b1fa.html
https://www.fanpage.it/innovazione/scienze/scoperta-una-nuova-causa-nei-disturbi-del-neurosviluppo-colpisce-migliaia-di-persone-al-mondo/
La ricerca genetica non è fine a se stessa ma, dopo un lungo percorso di
ricerca preclinica (su cellule e su modelli animali), si prefigge lo
scopo di giungere a terapie, anche risolutive, nell’uomo.
A quanto mi risulta sono in avanzata fase di sperimentazione la ricerca
di una terapia genica nella sindrome di Phelan Mc Dermid e nell’X
fragile.
Per la prima la ditta Jaguar ha ottenuto dalla Food and Drug
Administration il permesso di sperimentare una terapia genica nell’uomo.
La sperimentazione proposta è una fase 1, quindi uno studio di tossicità
(la fase 1 è il primo passaggio da animale a uomo), ha numeri
piccolissimi, non ha possibilità di riscontri di efficacia di nessun
tipo.
Copio da
https://static1.squarespace.com/static/6435c3337467517bcfa6fe0d/t/668c756205d04008b2cb6d43/1720481122175/Type+C+Community+Letter+and+FAQ_7.8.24+FINAL+APPROVED.pdf
The first clinical trial for JAG201 is designed to evaluate the safety,
tolerability and dosing of the JAG201 treatment. As a safety study and
dosing trial designed to inform the future development of JAG201, we are
aiming to enroll a small number of participants, approximately three,
with the first participant expected to enroll in the Q12025 timeframe.
Depending on the outcomes and learnings from this first trial, we would
aim to expand the trial to additional patients in late 2025-2026.
La terapia consiste nella iniezione del gene SHANK3, veicolato da un
vettore adenovirale, nei ventricoli cerebrali. E’ necessario far
precedere alla terapia genica la soppressione immunitaria a breve
termine per prevenire la reazione immunitaria al vettore
virale. Inoltre, allo stato attuale, ogni terapia genica si puo’ fare
una sola volta nella vita per cui la partecipazione a questa
sperimentazione precluderebbe la partecipazione ad altre sperimentazioni
di terapie geniche.
I primi che accetteranno di sottoporsi alla sperimentazione, sapendo che
si tratta di sperimentazione e non di terapia, avranno un grande merito.
Per l’X fragile non è ancora imminente la sperimentazione sull’uomo, ma
è interessante il fatto che, in previsione di un approccio
traslazionale, verrà somministrato ai roditori con X fragile l’mRNA
di FMR1 per via intra-nasale, metodo di somministrazione sicuro e non
invasivo, la cui efficacia però è ancora da dimostrare con questo
“farmaco”
https://www.telethon.it/cosa-facciamo/ricerca/progetti-finanziati/un-nuovo-approccio-terapeutico-per-la-sindrome-dellx-fragile-basato-sullrna-messaggero
Ci sono altre linee di ricerca per le condizioni monogeniche, alcune
delle quali cercano di individuare delle vie comuni per un gruppo di
condizioni, come nel caso di malattie associate al complesso KMT2C/D
COMPASS, una classe emergente di “regulopatie” congenite, per le quali
la possibilità di interventi terapeutici viene indagata soprattutto con
interventi farmacologici volti a stimolare e mantenere lo stato
modificato degli istoni, aumentando così la trascrizione genica, per
esempio usando inibitori delle deacetilasi o delle demetilasi [enzimi
che catalizzano il distacco rispettivamente dei gruppi acetilici o
metilici].
https://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2021-November/004359.html
Anche in questo esempio siamo soltanto a livello di suggerimenti di
possibili sperimentazioni. La strada è ancora lunga e in salita, anche
perché queste terapie dovrebbero essere indirizzate specificamente al
distretto cerebrale e, al momento attuale, i farmaci sono difficilmente
indirizzabili e pertanto i loro effetti non sono facilmente prevedibili.
In ogni caso questa è una strada che puo’ portare a risultati soltanto
se si osservano le regole condivise dalla comunità scientifica, senza
bypassare tappe obbligate per la ricerca prima e la sperimentazione poi,
per non continuare nell’altalena illusioni – delusioni, che ha
caratterizzato il recente passato
Daniela Mariani Cerati
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