[autismo-biologia] Cannabis e autismo

daniela daniela a autismo33.it
Mer 14 Feb 2024 08:40:30 CET


Adi Aran è il medico che più si è dedicato alla ricerca della Cannabis 
nell’autismo. La sua prima pubblicazione, su J autism dev disorders, è 
del 2018. Qui parla di un 61% di responder, ma poi corregge e dice che è 
uno studio retrospettivo, non controllato e su un sottogruppo di 
soggetti molto gravi per il comportamento e refrattari al trattamento. 
Dice anche che taluni hanno usato formulazioni in cui THC era più alto 
che nelle formulazioni normali (normale CBD:THC 20:1) e che in ogni caso 
erano estratti diversi e quindi non paragonabili.

Aran ha pensato che si potesse supporre un effetto > 50% su alcuni 
parametri e ha fatto uno studio pilota vs placebo per vedere se 
l'ipotesi veniva confermata dallo studio pilota. Di questo lavoro ho 
dato un resoconto al link 

https://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2023-October/005087.html

In questo studio pilota ha somministrato CBD:THC 20:1 in due 
formulazioni, una con CBD puro, l'altra estrattiva e le ha confrontate 
col placebo. Non vi sono state differenze tra i gruppi al test HSQ-ASD 
(Home Situation Questionnaire) mentre i cannabinoidi erano meglio del 
placebo in 1 su 2 parametri del comportamento
L'autore conclude definendole evidenze miste e insufficienti
"Future studies should consider recruiting participants within narrower 
ranges of age and functional levels, assess the long-term tolerability 
and safety of cannabinoid treatments, and identify target populations 
within the autism spectrum that might benefit most from these 
treatments”

In una precedente review sull'uso dei cannabinoidi nei bambini del 2020, 
di cui ho dato un resoconto al link

  
https://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2023-October/005071.html

conclude: " In our opinion, the use of medical cannabis in ASD should be 
currently limited to clinical trials and highly selected cases of 
treatment-resistant severe irritability."

In una "Expert Opinion" del 2024, che quindi non si basa su dati 
specifici, ma è una valutazione di una possibilità di studio del 
farmaco, dice: 
"While current clinical data suggest the potential of CBD and CBD-rich 
cannabis extract in managing core and behavioral deficits in ASD, it is 
prudent to await the results of ongoing placebo-controlled trials before 
considering CBD treatment for ASD."

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38226593/

Un problema più volte richiamato da Aran, che va oltre la valutazione 
del farmaco in sè, è il problema dei sottogruppi e quindi del target 
terapeutico. Una dimostrazione di questo è il lavoro sul sonno, dove non 
si vede un risultato positivo, ma si può supporre che questo sia dovuto 
al fatto che alcuni hanno risposto molto bene, altri invece molto male o 
sono peggiorati.

https://www.mdpi.com/2227-9059/10/7/1685

Il comportamento di Aran è stato esemplare: è partito da uno studio 
restrospettivo, ha condotto uno studio pilota controllato con placebo e 
ha invitato alla prudenza e alla distinzione tra la terapia in quanto 
tale e la partecipazione ad una sperimentazione seria.
Dal momento che l’esperienza di un medico è in continuo divenire e le 
opinioni possono essere diverse anche da un lavoro pubblicato 
recentissimamente, ho scritto ad Aran chiedendogli quale era la sua 
opinione attuale nei confronti della terapia dell’autismo con 
cannabinoidi. Ecco la sua risposta

"Indeed not enough studies to make this line of treatment first line, 
only in selected cases"

    Daniela Mariani Cerati



Il 2024-02-12 16:19 Marco Basile ha scritto:
> Gentilissima dottoressa Cerati il suo discorso in linea di massima
> non fa una grinza, però ci sono studi consolidati del Dr Adi Aran
> usciti su PubMed sul CBD che non lasciano dubbi circa la efficacia del
> prodotto nel 50% del campione da quando è uscito su PubMed la storia
> di mio figlio le posso assicurare che non meno di 1000 persone stanno
> utilizzando il,CBD con buoni risultati per quanto riguarda la
> riduzione dei comportamenti problema.
> Poi lei mi dirà che non è stato fatto uno studio doppio cieco o cose
> simili ed allora mi domando perchè si somministra con tanta facilità
> il Rispedal che provoca il tumore al pancreas......prodotto off label.
> Noi genitori siamo esausti, gestire un ragazzo autistico aggressivo
> con crisi pantoclastiche e vederlo cambiare in modo radicale dopo
> assunzione di CBD è quello che vogliamo in modo che non siamo
> costretti ad istituzionalizzare i nostri figli....Del resto i primi
> studi del Dr Adi aran sono ultimo semestre 2017 sono già passati 6
> anni se veremante volevano approcciare questo problema oggi avevavo
> già concluso tutti i trial clinici.....purtroppo non c'è volontà di
> fare questo. Ed aggiungo nella delibera 131 della Regione campania
> come rimedi farmacologici portano al primo posto Risperidone al
> secondo posto Aripripazolo ed al terzo posto Metilfenidato tutti
> prodotti off label ma ad i genitori non dicono i rischi cui vanno
> incontro........unico reazione avversa per il CBD se va malissimo una
> probabile diarrea e il non fare effetto.
> Per non parlare degli effetti consolidati del CBD su Epilessia ricordo
> che il 20% dei ragazzi autistici soffre di crisi epilettiche, quindi
> tutto questo ostraciso contro il CBD è veramente ingiustificato....
> C'è un bellissimo prverbio che dice: Mentre il medico studia la cura,
> il paziente muore.......e noi famiglie con Autismo non vogliamo fare
> la fine "metaforica" del paziente.
> 
> Distinti Saluti
> Ing. Marco Basile
> P.S. Ho omesso di riportare anche la storia di mio figlio su PubMed a
> voi già nota
> 
>  Il venerdì 9 febbraio 2024 alle ore 17:51:25 CET, daniela
> <daniela a autismo33.it> ha scritto:
> 
> Vorrei fare una considerazione di carattere generale.
> 
> Nella drammatica situazione in cui si trovano molte famiglie con figli
> 
> 
> ingestibili per gravissimi comportamenti problema che non rispondono
> 
> alle terapie correnti, molti genitori si rivolgono a terapie
> alternative
> 
> di non provata efficacia, in quanto nessuno sa se esse siano o no
> 
> superiori al placebo né se vi siano effetti indesiderati nel breve o
> nel
> 
> lungo periodo. Solo i risultati di sperimentazioni fatte secondo i
> 
> criteri accettati dalla comunità scientifica internazionale potranno
> 
> dare una risposta a questi quesiti.
> 
> Sia il cannabidiolo (CBD) che la palmitoiletanolamide (PEA) sono
> 
> sostanze in fase di sperimentazione per le quali speriamo che le
> 
> sperimentazioni vengano completate, che i risultati vengano pubblicati
> e
> 
> che essi siano positivi.
> 
> Solo allora si potrà passare dalla sperimentazione alla terapia. E
> 
> allora saremo nell’ambito della medicina basata sull’evidenza
> delle
> 
> prove (Evidence Based Medicine).
> 
> Rinunciare a questo iter che va da un’ipotesi biologica alla
> 
> sperimentazione prima sull’animale poi sull’uomo significherebbe
> tornare
> 
> al tempo in cui la pratica medica era basata solo sull’esperienza.
> Ma,
> 
> come ha detto Paolo Vergnani a un corso per animatori di formazione
> 
> aziendale, in molto casi l’esperienza non è altro che il ripetersi
> 
> all’infinito degli stessi errori.
> 
> I genitori non dovrebbero "alla leggera" passare da una terapia a
> 
> un'altra. Ad esempio, PEA e CDB non sono equivalenti nella
> 
> farmacodinamica (meccanismo di azione) e negli effetti collaterali
> 
> ipotizzabili a breve e soprattutto lungo termine
> 
> Non si dovrebbe ragionare con il principio che “se uno non funziona
> ne
> 
> provo un altro"
> 
> Per quanto riguarda gli antipsicotici, faccio notare che nei lavori
> 
> sulla deprescrizione che ho citato nel messaggio al link
> 
> https://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2023-October/005084.html
> 
> coloro i quali hanno associato alla deprescrizione il Positive
> Behaviour
> 
> Support (PBS), hanno potuto sospendere gli antipsicotici in una buona
> 
> percentuale di pazienti, ma non in tutti, in quanto in alcuni pazienti
> 
> 
> questi farmaci risultavano utili, da cui la raccomandazione  ad un
> 
> costante monitoraggio da parte di chi li prescrive, che li deve dare
> 
> solo a chi realmente ne trae vantaggio e soprattutto non deve dare
> 
> farmaci al posto della riabilitazione
> 
> Completamente diversa è la partecipazione ad una sperimentazione.
> 
> Partecipando ad una sperimentazione si fa una cosa utile nei confronti
> 
> 
> della collettività ma anche di se stessi, in quanto durante la
> 
> sperimentazione si viene controllati in modo rigoroso e si viene poi
> 
> guidati a continuare o sospendere la terapia oggetto della
> 
> sperimentazione.
> 
> Soprattutto nei settori nei quali non ci sono terapie efficaci i
> 
> comitati scientifici ed etici degli enti pubblici, in particolare
> delle
> 
> AUSL, dovrebbero incoraggiare e non frenare le sperimentazioni serie,
> la
> 
> mancanza delle quali è un incentivo alla rinuncia ai principi
> basilari
> 
> della Evidence Based Medicine
> 
>     Daniela Mariani Cerati
> 
> 



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