[autismo-biologia] Il musicista che fa l'epidemiologo

Simona Lancioni simona a informareunh.it
Lun 2 Ott 2023 11:45:36 CEST


Carissimo Carlo,
ho rilanciato: https://www.informareunh.it/il-compositore-che-fa-lepidemiologo/
Grazie
Buona giornata
Simona 


Simona Lancioni
Responsabile di "Informare un'H [Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli]"
Via De Chirico, 11 - 56037 Peccioli (PI)
tel. 0587-672.444, e-mail: info a informareunh.it, sito web: www.informareunh.it

From: Carlo Hanau 
Sent: Saturday, September 30, 2023 10:24 PM
To: Autismo e Scuola ; Autismo Biologia 
Subject: Il musicista che fa l'epidemiologo

Carissima, Carissimo,

questo articolo è uno dei tanti che continuano a perpetrare la falsa teoria dell'autismo psicogeno, provocato cioè dal cattivo rapporto con la famiglia.

Ci sono ancora tante scuole psicoanalitiche italiane che insegnano la teoria della madre frigorifero di Bettelheim e Tustin ai futuri psicoterapeuti psicoanalisti e neuropsichiatri infantili.

La cultura italiana (il cinema, la letteratura, persino la musica adesso) è impregnata di queste teorie, tanto che persino i musicisti si sentono autorizzati a scrivere queste false teorie, originate da un errore statistico di Kanner da lui stesso riconosciuto nel 1969, oltre mezzo secolo fa.

Dall'articolo in calce riportato traggo questa frase fra virgolette, di cui non si citano le fonti epidemiologiche che giustificherebbero l'avverbio "spesso". 

«Spesso - riflette il compositore - nei casi di autismo viene constatata la presenza, nelle famiglie, di un'educazione rigida che lascia poco spazio alla fantasia»


Considerando che ora la diagnosi viene fatta anche prima dei due anni, sarei curioso di sapere quale tipo di rigidità si riscontra "spesso" verso bambini così piccoli.


Cordiali saluti

Carlo Hanau





da PRESS IN n. 2069
L'autismo nell'opera di De Rossi Re
Avvenire del 30/09/2023

ROMA. Viene definita Sindrome savant. Riguarda le persone, bambine e adulte, affette da sintomi di autismo che presentano, in prevalenza per la capacità di calcolo, l'abilità nel disegnare o nel memorizzare e suonare musica, delle facoltà eccezionali.

"Magic Circles - Storia di Martin W. che sapeva contare le stelle" è la nuova opera del compositore Fabrizio De Rossi Re, per il libretto e la drammaturgia di Guido Barbieri, che intende sondare questi ancora misteriosi intrecci. Il debutto sarà al Teatro Palladium di Roma venerdì 6 ottobre con replica al Teatro Flavio Vespasiano di Rieti domenica 8. La commissione è della Fondazione Flavio Vespasiano e trae spunto da Robe da matti, una mostra che esponeva opere figurative realizzate da persone con disabilità psichiatriche.

Il titolo, Magic Circles, è ispirato dalle opere di George Widener, artista visivo statunitense, ritenuto nella sua infanzia autistico e che iniziò a rivelare le proprie qualità, oggi internazionalmente riconosciute, attorno ai quarant'anni. La regia dello spettacolo è affidata a Cesare Scarton, la direzione del Reate Festival Modern Ensemble a Gabriele Bonolis. In scena cantanti e due attori. Vinicio Marchioni interpreta Martin adulto, il suo doppio giovane è Andrea Hegedus. «Ho cercato di mettere in musica quello che potrebbe accadere nel cervello di una persona con questa sindrome. Sia dal punto di vista strumentale che vocale. I diversi cantanti si presentano come personaggi immaginari che abitano la mente del protagonista e la scoprono come un possibile laboratorio; la letteratura scientifica dedicata ad alcune forme di autismo sostiene che la mente di queste persone pensa a più cose simultaneamente, passa da un'immagine, un ricordo, un'intenzione a un'altra, anche molto diversa», racconta Fabrizio De Rossi Re.

Nel testo di Barbieri le parole si susseguono spesso veloci, anch'esse intrecciate, come in un ripetitivo flusso di coscienza: «Io lo so, io, come mi chiamo. Martin, mi chiamo. Ma a me non piace quando gli altri mi chiamano. Mi fa male quando sento che qualcuno dice il mio nome. Mi fa male, mi fa male alle orecchie. E infatti sono io che mi chiamo. Martin, mi chiamo, io. Gli altri, gli altri, no, non mi devono chiamare. Infatti il dotto Oliver non mi chiama. Non dice mai il mio nome. Ma Il dottor Oliver mi ha chiesto di scrivere di quando Martin non era ancora Martin. E Io me lo ricordo, sì, quando ero Martin. Cioè Martin di non adesso. Martin quando non era ancora Martin di adesso. Martin, quello che non sapeva le parole, Martin che gridava, ma nessuno lo sentiva. Martin che non parlava. Che diceva no. Che però voleva dire io. Io, Martin, ma nessuno lo capiva ». Il "dotto Oliver" è Oliver Sachs, il neurologo e psichiatra britannico che nei suoi libri ha raccontato numerose vicende di pazienti autistici. Sachs amava molto la musica, di Franz Schubert, soprattutto, la impiegava nelle proprie sedute terapeutiche e chissà con quale passione avrebbe seguito questa esperienza di teatro musicale dedicata a un caso di autismo. «Per un compositore, l'associazione veloce e insistita anche di poche parole è un invito irresistibile a comporre in modo polifonico, a intrecciare voci e strumenti uno nell'altro. L'idea di base è stata questa: i cantanti sono il cervello del protagonista». La scena è dominata da un cubo bianco, che occupa il centro del palcoscenico: dentro, un bambino, un bambino che non riesce a parlare.

Come capita ai bambini autistici, che possono arrivare fino all'età adulta senza parlare, salvo poi, e improvvisamente, acquistare l'uso della parola ed esprimersi con piena proprietà di linguaggio. Martin adulto e Martin bambino infine si ritroveranno; complice la sigla di Magilla Gorilla, il cartone animato che Martin ascoltava da piccolo; si daranno la mano e, in uno stato di ritrovata serenità, ripeteranno quella canzoncina, che De Rossi Re ha reinterpretato usando il pianoforte e degli effetti elettronici. La frattura si è forse ricomposta.

«Spesso - riflette il compositore - nei casi di autismo viene constatata la presenza, nelle famiglie, di un'educazione rigida che lascia poco spazio alla fantasia». L'interazione tra condizione personale e contesto sociale è sottolineata anche dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità siglata nel 2006 dalle Nazioni Unite con lo scopo principale di tutelare i diritti delle persone che soffrono, come il Martin di Magic Circles, di una forma di disabilità: «La disabilità è un concetto in evoluzione ed è il risultato dell'interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri». In questa prospettiva, la disabilità non appare soltanto come una condizione personale, ma coinvolge anche le relazioni sociali.

di Sandro Cappelletto



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invito a firmare la petizione al Ministro contro le raccomandazioni di prescrivere antipsicotici e altri psicofarmaci ai bambini con autismo
http://chng.it/4PCKz4n6ct
Prof. Carlo Hanau
già docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari nelle Università di Modena e Reggio Emilia e di Bologna. 
Presidente di A.P.R.I. Odv ETS pagina Facebook al link      https://www.facebook.com/APRI.ONLUS/


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