[autismo-biologia] Autism genes converge on asynchronous development of shared neuron classes

daniela daniela a autismo33.it
Sab 5 Feb 2022 17:39:45 CET


Su questa lista abbiamo più volte parlato delle potenzialità di ricerca 
delle cellule staminali indotte e riprogrammate

http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2018-November/003244.html

Ora è uscito un lavoro che, utilizzando questa metodica, ha ottenuto dei 
risultati molto interessanti che riguardano le alterazioni dello 
sviluppo della corteccia cerebrale in tre condizioni
monogeniche associate all’autismo: le mutazione dei geni SUV420H1 (noto 
anche come KMT5B), ARID1B and CHD8.

Paulsen, B., Velasco, S., Kedaigle, A.J. et al. Autism genes converge on 
asynchronous development of shared neuron classes. Nature (2022). 
https://doi.org/10.1038/s41586-021-04358-6

Gli autori hanno utilizzato modelli organoidi della corteccia cerebrale 
umana per identificare le anomalie dello sviluppo risultanti dalla 
aploinsufficienza dei tre geni sopra menzionati
in diverse linee cellulari per identificarne le convergenze fenotipiche.
Ognuna di queste mutazioni causa uno sviluppo asincrono di due 
importanti linee corticali neuronali: i neuroni che rilasciano acido 
gamma amino butirrico (GABAergici)
e i neuroni eccitatori dello strato profondo.
Benchè questi fenotipi siano simili, la loro espressività è influenzata 
dal contesto genomico individuale
Le tecniche di imaging degli organoidi mostrano che, quando lo sviluppo 
dei neuroni contenenti le mutazioni avviene in tempi diversi da quelli 
dei neuroni senza le mutazioni,
tale sviluppo asincrono è seguito da anomalie dell’attività dei circuiti 
cerebrali.

Questa ricerca ha messo in evidenza il fatto che alcune anomalie di 
sviluppo sono condivise da più geni di rischio e sono finemente modulate 
dal contesto genomico,
trovando convergenza nella base neurobiologica con la quale diversi geni 
di rischio contribuiscono alla genesi dell’autismo.

Anche se un’applicazione terapeutica è ancora lontana, l’aver trovato 
delle caratteristiche condivise puo’ indicare target comuni per 
interventi terapeutici ad ampio spettro,
indipendenti dall’origine genetica.

Questi risultati incoraggiano future ricerche di approcci terapeutici 
finalizzati alla modulazione di disfunzioni cerebrali condivise da 
condizioni a diversa eziologia.

La tecnica utilizzata per questa ricerca, che consiste nell’utilizzo di 
cellule staminali indotte provenienti da individui non autistici, nelle 
quali si produce una singola mutazione
al fine di simulare in vitro lo sviluppo della corteccia cerebrale in 
vivo, si presta a studiare le tante condizioni monogeniche che stanno 
emergendo via via che si progredisce nella
conoscenza della genetica dell’autismo e che un numero maggiore di 
bambini si sottopone all’esame genetico.

     Daniela Mariani Cerati



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