[autismo-biologia] autismo da condizioni monogeniche
daniela
daniela a autismo33.it
Ven 8 Ott 2021 16:03:00 CEST
La sindrome da mutazione di KMT2C, detta anche sindrome di Kleefstra
tipo 2, è stata descritta nel 2017 nell’articolo
Koemans TS, Kleefstra T, Chubak MC,
Stone MH, Reijnders MRF, de Munnik S, et al.
(2017) Functional convergence of histone
methyltransferases EHMT1 and KMT2C involved in
intellectual disability and autism spectrum disorder.
PLoS Genet 13(10): e1006864. https://doi.org/
10.1371/journal.pgen.1006864
Il nome di Kleefstra tipo 2 è stato dato per differenziare questa dalla
sindrome di Kleefstra, con la quale condivide in parte il fenotipo
(intellectual disability (ID), autism spectrum disorder (ASD),
characteristic facial dysmorphisms, and other variable clinical
features) e la base molecolare del disturbo, anche se i geni mutati
sono diversi: il gene della Kleefstra 1 è EHMT1 (euchromatin histone
methyltransferase 1) sul cromosoma 9 mentre il gene della Kleefstra
tipo 2 è KMT2C (lysine MethylTransferase 2C) sul cromosoma 7. Entrambi
i geni sono coinvolti nella modificazione della struttura della
cromatina
mediante metilazione degli istoni e quindi nella regolazione
dell’espressione genica.
Nell’articolo viene presentata una nuova coorte di 5 pazienti con
mutazioni con perdita di funzione in KMT2C.
Per chiarire la comune base molecolare della neuropatologia associata
con le mutazioni nei geni KMT2C and EHMT1, gli autori hanno
caratterizzato il ruolo di trr (trithorax related), ortologo di KMT2C
nel sistema
nervoso della Drosofila. Similmente a quanto avviene con l’ortologo
EHMT1, anche trr è necessario per la memoria a breve termine.
Essendo entrambi geni regolatori di molti altri geni, essi possono
inserirsi in una rete molecolare che a sua volta condiziona un più largo
gruppo di geni correlati ai disturbi dell’autismo e
della disabilità intellettiva.
Una comprensione più approfondita dei network regolatori associati con
questo gruppo di disturbi potrebbe portare all’identificazione di nuovi
bersagli terapeutici.
Dall’articolo copio alcuni stralci su cui faccio alcune considerazioni
“We did not observe any gross morphological defects in the MB (Mushroom
Body) upon
trr knockdown (Fig 2I and 2J), and although we cannot rule out a subtle
role for trr in MB
morphogenesis, this suggests that trr may regulate behaviour and memory
through a role in the post-developmental functioning of adult MB
neurons”
Se il gene agisse solo nella embriogenesi e desse in età prenatale delle
alterazioni morfologiche strutturali, non ci sarebbe margine per una
terapia causale. Se invece il gene continua ad agire funzionalmente in
età adulta, ci potrebbe essere la possibilità di sviluppare una terapia.
Al giorno d’oggi la terapia genica non è fantascienza, ma annovera dei
successi là dove ci sono processi biologici in atto e non solo esiti di
processi verificatisi in epoca embrionale.
“Together, the evidence
points towards a role for the EHMT and KMT2 families in adult brain
plasticity, through active regulation of histone modifications and gene
expression”
Anche qui si parla di Drosofile adulte e non di embrioni.
Infine conclude
“Expanding our knowledge of these molecular networks may help to
understand pathways
underlying ID/ASD that could be exploited in the development of
therapies for genetically distinct but clinically related disorders”
Tutto questo spero che invogli dei centri di eccellenza, anche Italiani,
a fare ricerche su queste condizioni con le risorse umane ed economiche
che meritano
Daniela Mariani Cerati
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