[autismo-biologia] ritmi circadiani
daniela
daniela a autismo33.it
Mar 4 Maggio 2021 12:18:56 CEST
E’ stato pubblicato il mese scorso il seguente articolo
Lorsung E, Karthikeyan R and
Cao R (2021) Biological Timing
and Neurodevelopmental Disorders:
A Role for Circadian Dysfunction
in Autism Spectrum Disorders.
Front. Neurosci. 15:642745.
doi: 10.3389/fnins.2021.642745
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnins.2021.642745/full?utm_source=ad&utm_medium=fb&utm_campaign=ba_sci_fnins
L’articolo esamina una grande mole di lavori che hanno studiato i ritmi
circadiani delle diverse funzioni biologiche cercando di fare il punto
su come gli orologi interni sono governati e da quali fattori esterni
sono influenzati.
Particolare attenzione è stata dedicata all’esame delle alterazioni del
comportamento di questi ritmi nei disturbi del neurosviluppo. Infatti,
anche molti processi neurofisiologici mostrano notevoli fluttuazioni
funzionali nell’arco delle 24 ore. Tra questi il linguaggio,
l’apprendimento, la memoria e il comportamento sociale.
L’interesse nei confronti dell’orologio circadiano sta aumentando poiché
è sempre più evidente come molte patologie siano, almeno in parte,
ricollegabili al loro discostarsi dalla norma. Tra le patologie per le
quali il nesso sembra più dimostrato, troviamo le sindromi
metaboliche, le malattie cardiovascolari, il diabete e il cancro,
neurologiche e psichiatriche, prime tra tutte la depressione e gli altri
disturbi dell’umore (ex bipolari).
Gli autori riferiscono anche di un numero consistente di osservazioni
che indicano che una disfunzione del sistema circadiano può essere messa
in rapporto con alcune disfunzioni neurologiche presenti nei disturbi
dello spettro autistico.
Gli studi sull’orologio circadiano nello spettro autistico sono
importanti perché potrebbero contribuire a migliorare la comprensione
delle anomalie del sonno rispetto alla sua patogenesi e ispirare
possibili strategie cronoterapiche per il suo trattamento
Il sistema circadiano è organizzato gerarchicamente con un gruppo di
neuroni del Sistema Nervoso Centrale che fungono da segnapassi, regolati
principalmente dal ritmo buio-luce, ma anche da stimoli comportamentali
come i pasti o l’attività motoria. A sua volta, il segnapassi centrale è
in rapporto con una rete di orologi locali espressi in molte cellule e
tessuti periferici, che talora possono disconnettersi dall’orologio
centrale, ad esempio in alcune condizioni patologiche.
In conclusione, l’orologio centrale gioca un ruolo non solo nel
mantenere il ritmo sonno veglia in rapporto con la luce, ma è in
rapporto anche con molti comportamenti e risposte fisiologiche
(dall’immunità al transito intestinale al metabolismo, per non citare la
funzione endocrina…)
Forse va precisato che il rapporto luce buio non è del tutto
indispensabile perchè si generino dei ritmi. Una persona tenuta al buio
in una grotta, ad esempio, mantiene un ritmo, che però si estende oltre
le 24 ore, ma è presente.
Per quanto riguarda l’autismo il sintomo più evidente di una
disufunzione del ritmo circadiano sembra essere il disturbo del sonno,
che puo’ essere causa ed effetto di molti dei disturbi presenti
nell’autismo.
Le possibili cause dei problemi del sonno possono essere suddivise in
quattro categorie
1) Anomalie delle proteine sinaptiche
2) Disregolazione sensoriale e aumento dell’eccitazione (arousal)
3) Anormalità qualitative e quantitative degli ormoni che regolano il
sonno
4) Mutazioni dei geni che regolano il ritmo circadiano
Allo scopo di evincere il possibile ruolo dei ritmi circadiani nell’ASD,
gli Autori riferiscono, oltre all’osservazione dei disturbi del sonno,
anche il risultato dei dosaggi in diversi liquidi biologici, soprattutto
urina e saliva, dei livelli dei più noti biomarcatori circadiani in
diverse ore della giorata: melatonina, cortisolo e serotonina.
Sono state riscontrate nell’ASD diverse deviazioni dalla norma
nell’andamento delle concentrazioni ematiche di queste sostanze,
normalmente caratterizzate per un picco mattutino del cortisolo e uno
serale di melatonina e serotonina.
Nelle ultime decadi gli studi sulla genetica dell’autismo hanno
identificato dei polimorfismi e delle mutazioni de novo in molti geni
che presidiano le funzioni dei diversi orologi dell’organismo, che hanno
evidenziato delle anomalie funzionali di questi geni. C’è evidenza che
alcuni geni che hanno un’influenza diretta sul ritmo circadiano sono
altamente variabili negli individui con autismo .
Un’altra via patogenetica che puo’ essere ritenuta responsabile della
disfunzione del ritmo circadiano è la disfunzione della via di
segnalazione mTOR che, tra le altre cose, regola le funzioni circadiane
sia centrali che periferiche.
Per i rapporti tra mTOR e autismo rimando ad un messaggio alla lista del
settembre 2014
http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2014-September/001398.html
La conoscenza dei ritmi circadiani ha già delle applicazioni nella
terapia in quanto riguarda non solo le secrezioni ormonali e i
neurotrasmettitori. Molto importanti sono le variazioni della
farmacocinetica (la vita del farmaco nell’organismo), per cui durante
una giornata cambiano assorbimento, distribuzione, metabolismo e
escrezione. Ne deriva che qualsiasi farmaco, che funzioni o no, subisce
questi effetti e molto verosimilmente queste variazioni ne modificano
gli effetti. Da queste osservazioni deriva la cronofarmacologia, che si
articola poi in cronoterapia e cronotossicologia cioè:
alcuni farmaci, dati nel momento sbagliato, possono non funzionare (uno
è la melatonina);
alcuni farmaci (vedi soprattutto chemioterapici ) sono più attivi in una
parte del giorno e più tossici in un’altra, tanto è vero che ora si
danno con pompe programmate per differenziare le somministrazioni.
Anche gli effetti collaterali dei semplici FANS (antiinfiammatorii) sono
minori se si assumono la sera.
Alcuni farmaci (es steroidi), se dati nel momento sbagliato, possono
essi stessi alterare i ritmi e indurre malessere.
I ritmi circadiani vanno molto oltre le secrezioni, ma coinvolgono ad
esempio anche la sensibilita’ al dolore o le risposte immunitarie.
Questa osservazione potrebbe aiutare a comprendere perché anche i
sintomi di alcune malattie si manifestano con orari differenti. Ad
esempio nella artrite sono maggiori al mattino, nell’artrosi al
pomeriggio/sera..
In conclusione qualsiasi farmaco si usi anche nell’autismo potrebbe
essere buono o no o tossico a seconda di quando è dato.
Potrebbe essere interessante iniziare osservando con attenzione se la
somministrazione di un farmaco in momenti diversi della giornata porta a
effetti terapeutici maggiori, migliori o nulli, se non avversi.
Già questo dato potrebbe in ogni caso aiutare a posizionare il farmaco
nella giornata…
Già ora queste conoscenze possono essere utili per le tante persone con
autismo che assumono farmaci ed anche forse per meglio comprendere le
spesso presenti anomalie del sonno. L’auspicio è che diventino più utili
in un prossimo futuro se, come è sperabile , si avranno farmaci
specifici per i sintomi “core” dell’autismo
Daniela Mariani Cerati
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