[autismo-biologia] ossitocina
daniela
daniela a autismo33.it
Lun 11 Gen 2021 17:59:08 CET
Al convegno del 19 dicembre scorso
https://www.youtube.com/watch?v=_K_PZJ8pb0I&list=PLZQ1y6mMVirc1blf4YsiGnKENLO7S-4N6&index=3
il Dottor Giuseppe Recchia ha ricordato le tappe che una proposta
terapeutica dovrebbe obbligatoriamente percorrere prima di potere
essere considerata terapia di provata efficacia
1) Intuizione
2) ipotesi
3) studio pilota
4) Sperimentazione randomizzata controllata
5) Presentazione della sperimentazione ad un ente regolatorio che ne
verifica la correttezza e giudica se quanto proposto puo’ essere
considerato terapia oppure no.
Tutto questo dovrebbe costituire l’ABC della pratica clinica. Purtroppo
nei disturbi del neurosviluppo si passa troppo spesso dall’ipotesi, o al
massimo dallo studio pilota, alla vendita diretta agli utenti, saltando
le tappe intermedie e spesso evitando anche i terapeuti, ma dialogando
direttamente con gli utenti che, nel caso dell’autismo, sono genitori
disperati disposti a comprare a caro prezzo qualunque cosa venga loro
proposta come terapeutica.
In altri campi della medicina non è così e sarebbe bene che il campo del
neurosviluppo non fosse la Cenerentola della medicina.
Un esempio di scorrettezza prescrittiva, ossia di prescrizione di un
farmaco che è ben lontano dall’avere percorso e superato le tappe
descritte da Giuseppe Recchia , l’ho trovato in una lettera di genitori
che si sono rivolti, per curare il figlio con autismo, ad un medico
psicoterapeuta Agopuntore e Omeopata.
Tra tante altre sostanze appartenenti prevalentemente alla categoria
degli integratori, il medico prescrive
Ossitocina 2 mg. cps 2 volte al dì.
L’ossitocina è in commercio in soluzione per somministrazione endovenosa
per l’induzione del parto.
Da qualche decennio vi è una florida ricerca su altre attività
dell’ossitocina, soprattutto in ambito psicologico e, almeno dal 2003,
diversi autori propongono l’ossitocina come possibile terapia
sintomatica dell’autismo ( Eric Hollander, Sherie Novotny, Margaret
Hanratty, Rona Yaffe, Cocetta M De Caria, Bonnie R Aronowitz, Serge
Mosovich, Oxytocin Infusion Reduces Repetitive Behaviors
in Adults with Autistic and Asperger’s Disorders,
Neuropsychopharmacology (2003) 28, 193-198)
Avevo recensito questo articolo nel 2003 e lo avevo ricordato in un
messaggio del 2012
http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2012-November/000857.html
L’iter che obbligatoriamente un farmaco dovrebbe fare per essere
prescritto da un medico come efficace è ancora molto lontano dall’ultima
tappa descritta da Giuseppe Recchia.
Siamo al punto 3. Uno studio pilota è stato infatti pubblicato nel 2017
“Intranasal oxytocin treatment for social deficits and biomarkers of
response in children with autism
Karen J. Parker, Ozge Oztan, Robin A. Libove, Raena D. Sumiyoshi, Lisa
P. Jackson, Debra S. Karhson, Jacqueline E. Summers, Kyle E. Hinman,
Kara S. Motonaga, Jennifer M. Phillips, Dean S. Carson, Joseph P.
Garner, and Antonio Y. Hardan
PNAS July 25, 2017 114 (30) 8119-8124; first published July 10, 2017;
https://doi.org/10.1073/pnas.1705521114
Gli autori della ricerca correttamente concludono
“Although confirmatory evidence from larger-scale, biomarker-stratified
OXT treatment trials is needed, our findings suggest that OXT treatment
has the potential to reduce suffering in ASD patients by enhancing
quality of life through improved social abilities”
“Benchè siano necessarie sperimentazioni su più larga scala,
stratificate in base a dei biomarcatori, per confermarne l’efficacia, i
nostri dati suggeriscono che il trattamento con ossitocina potrebbe
ridurre la sofferenza dei pazienti con disturbi dello spettro autistico
migliorandone la qualità della vita grazie al miglioramento delle
abilità sociali”
Nella sperimentazione è stata usata la via di somministrazione
intranasale, ma è oggetto di discussione anche quale sia la via di
somministrazione ottimale . Essendo un peptide, l’ossitocina non puo’
essere data per bocca perchè verrebbe completamente scissa dagli enzimi
digestivi.
Per avere effetti a livelli cerebrale si usa al momento la
somministrazione di ossitocina per via intranasale. Anche di questa via
di somministrazione, però, non si conosce ancora in maniera precisa la
farmacocinetica (i.e. quanta ossitocina arriva al cervello, in quali
regioni esattamente, per quanto tempo rimane). Questi dubbi sono
condivisi dalla Dottoressa Bice Chini, che da decenni si dedica allo
studio dell’ossitocina in modelli preclinici di alterato neurosviluppo.
Non mi risulta che gli auspicati “larger-scale, biomarker-stratified OXT
treatment trials” siano stati fatti, mentre constato che il medico
psicoterapeuta Agopuntore e Omeopata prescrive l’ossitocina come se
fosse un farmaco di provata efficacia.
E la prescrive in compresse orali. Ma lo sa che l’ossitocina è un
peptide e che, in quanto tale, viene scisso in aminoacidi dagli enzimi
digestivi? E che le sperimentazioni, arrivate solo allo stadio di
sperimentazioni pilota, sono state fatte per via endonasale?
In una relazione ad un convegno del 2009
http://www.angsa.it/wp-content/uploads/2015/07/alternative_relazione_ottobre2009.pdf
mi chiedevo quali fossero gli ingredienti del successo delle medicine
alternative e ipotizzavo che essi fossero la capacità comunicativa dei
medici alternativi e l’arretratezza della ricerca.
Una migliore comunicazione da parte dei medici “normali” potrebbe essere
attuata subito consensualmente ad un potenziamento della ricerca che non
si arrestasse sempre al progetto pilota auspicando degli studi clinici
su larga scala che non arrivano mai
Daniela Mariani Cerati
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