[autismo-biologia] The Lancet Commission on the future of care and clinical research in autism

daniela daniela a autismo33.it
Dom 19 Dic 2021 22:48:17 CET


Il 2021-12-13 12:17 daniela ha scritto:
> Il 2021-12-10 08:53 Enrico Toffolo ha scritto:
>> Segnalo diversi articoli di commento al recente documento della
> 
>  "Lancet Commission on the Future of Care and Clinical Research in
>> Autism"
> 
>   http://www.thelancet-press.com/embargo/AutismCommission.pdf
> 
> L’articolo di Lancet, dal titolo “The Lancet Commission on the future
> of care and clinical research in autism “ indica quali miglioramenti
> nella presa in carico delle persone con autismo di
> tutte le età si potrebbero realizzare nei prossimi cinque anni in
> tutti i paesi del mondo, in quelli a basso e in quelli ad alto
> reddito.

Il lungo articolo di Lancet dedica poche righe alla terapia 
farmacologica e queste righe non portano nulla di nuovo rispetto ad 
articoli analoghi scritti anni addietro.
La ricerca biologica sull’autismo, e con essa la ricerca di approcci 
innovativi di tipo medico e non solo abilitativo, è partita tardi e 
sinora non ha avuto successo.
Questo non dovrebbe essere un motivo per abbandonare queste ricerche, ma 
per affinarle ulteriormente, magari abbandonando l’idea che ci possa 
essere una terapia per l’autismo in quanto tale,
ma suddividendo l’autismo in sottogruppi omogenei dal punto di vista 
biologico. Per quanto riguarda la posizione degli autori sugli 
psicofarmaci,
essi li prendono in considerazione  nel capitolo in cui parlano dell’età 
scolare e dell’adolescenza e non ne parlano per nulla nel capitolo 
sull’età prescolare.
Ecco alcuni stralci dell’articolo nella mia traduzione

“Per il deficit di attenzione con iperattività (ADHD) è consigliata una 
prova con gli psicostimolanti.

L’irritabilità, l’aggressività, i comportamenti oppositivi e il 
comportamento severamente ripetitivo non sono diagnosi ma comportamenti 
che devono essere attentamente valutati in rapporto,
prima di tutto,  a fattori favorenti ambientali e medici (espressione di 
dolore o di malessere dovuto a malattie in diversi organi o apparati).
Il primo approccio deve essere un parent training.

Gli antipsicotici, come il risperidone e l’aripiprazolo, sono talvolta 
prescritti, idealmente dopo che sono stati provati altri approcci, 
benchè la loro efficacia e i loro effetti
indesiderati siano più variabili e imprevedibili che in condizioni 
diverse dall’autismo.
I prescrittori dovrebbero usare una prudente titolazione (iniziando con 
un dosaggio basso e aumentandolo lentamente) quando iniziano un farmaco 
per curare un comportamento
o delle condizioni psichiatriche co occorrenti. Si richiede 
un’esperienza addizionale se si usano dosaggi al di fuori degli 
intervalli usuali (vedi tavola 3)

Anche nell’adolescenza e nell’età adulta problematiche ambientali e 
talvolta mediche possono contribuire a fare insorgere comportamenti 
problematici per cui è importante
considerare sempre questi fattori nella valutazione iniziale.

I recenti progressi nello studio del genoma e in generale nelle 
neuroscienze stanno dando alcuni target per una manipolazione 
psicofarmacologica del sottostante terreno biologico,
nella speranza che la conoscenza dell’eziologia con i relativi pathways 
possa avere ampie ricadute in molti settori, ivi compresi i segni e 
sintomi “core” dell’autismo.

Alcuni composti che hanno come bersaglio l’equilibrio tra eccitazione e 
inibizione, alcuni mediatori della plasticità sinaptica (ad esempio 
l’acido gamma amino butorrico e i modulatori
del glutamato) e i sistemi di neuropeptidi coinvolti nella percezione 
sociale, nella cognizione e nell’attaccamenteo sono già oggetto di 
sperimentazioni cliniche in bambini,
adolescenti e adulti con autismo.

Diversi disturbi mentali diventano evidenti durante l’adolescenza e  gli 
adolescenti con autismo sono più vulnerabili a molti disturbi 
psichiatrici che si presentano anche
negli adolescenti neurotipici............

In generale i trattamenti raccomandati per i disordini neuropsichiatrici 
co occorrenti con l’autismo devono essere modificati in funzione delle 
peculiarità dell’autismo.
Questo vale per  gli approcci comportamentali, psicologici e soprattutto 
per gli psicofarmaci.
Le modificazioni vanno dal procurare informazioni multi modali e 
materiali adatti che comprendano guide visive al lavorare sulla 
comprensione delle emozioni al coinvolgimento cruciale
dei genitori e di coloro che si prendono cura quotidianamente delle 
persone con autismo arrivando possibilmente a tutti gli ambienti di vita 
(scuola e casa).
Molto importante è  prendere in considerazione le peculiarità sensoriali 
di molte persone con autismo e i loro effetti sul comportamento.

Dovrebbe essere generata un’evidenza da sperimentazioni ad hoc  per dare 
linee guida su questi approcci specificamente modificati per l’autismo.
In mancanza di questo dovrebbero essere apportate modificazioni basate 
sulle attuali conoscenze  dell’autismo all’attuale pratica evidence 
based esistente per le condizioni co occorrenti……

Particolarmente importante in tutti i settori un approccio 
personalizzato e per gradi (stepped and personalized)"

    Daniela MC


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