[autismo-biologia] R: dal gene alla funzione

Antonella Foglia anto.foglia a gmail.com
Mar 3 Ago 2021 18:38:31 CEST


Buona sera a tutti,
ringrazio di cuore Daniela, grazie alla dott.ssa Panisi e al dott. Burgio i quali, insieme ad altri ricercatori e specialisti convergenti nel GLIA, sono impegnati costantemente in prima linea con le loro professionalità per portare avanti il non più rinviabile cambiamento nella formazione medica sull’autismo, unica strada per dare risposte coerenti in ogni regione italiana, sia in termini di prevenzione che di cura.
Purtroppo le difficoltà che anche i genitori incontrano nel proporre questo profondo ripensamento della formazione sono sotto gli occhi di tutti: non abbiamo ancora medici che si occupino della salute dei nostri figli a 360 gradi e se, ad esempio, ci serve un gastroenterologo che abbia esperienza di autismo, dobbiamo recarci fuori regione. Non è altresì pensabile che uno specialista, o due, o tre, si prendano in carico tutta l’Italia. 
Un semplice esempio che rende inspiegabile e frustrante l’assenza di risposta da parte del Servizio Pubblico e fa percepire come fastidiosa retorica i riferimenti al “dovere della competenza” quando si parla dei nostri figli.

Augurando a tutti un sereno periodo di “tregua”, saluto cordialmente.
Antonella Foglia
Angsa Marche



From: Cristina Panisi 
Sent: Sunday, August 01, 2021 6:06 PM
To: Autismo Biologia 
Subject: Re: [autismo-biologia] R: dal gene alla funzione

Cara Noemi e cari tutti,



sono lieta degli apprezzamenti espressi per il contributo di Ernesto Burgio, definita da alcuni lectio magistralis. Parere che condivido e di cui vorrei sottolineare le implicazioni che negli ultimi anni abbiamo cercato di trasferire nella pratica clinica. 

La dimostrazione della divergenza dallo sviluppo tipico negli stadi precoci della differenziazione corticale e l'evidenza di percorsi cellulari comuni in una coorte con background genetico eterogeneo confermano la centralità della prevenzione primaria sulle donne in età fertile e in gravidanza per affrontare l'aumento della prevalenza dell'autismo e dei disordini del neurosviluppo.

Si tratta di temi di cui si parla molto, ma per i quali non si intravedono  cambiamenti significativi.

Ricordo questo importante contributo italiano, in cui trovate Marina Marini tra gli autori https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6406684/ e di cui si parlò ampiamente tempo fa http://www.crea-sansebastiano.org/IT/articolo.php?id=304&t=etiopatogenesi-del-disturbo-dello-spettro-autistico-fattori-di-rischio-e-fattori-protettivi-



La trattazione di questi temi può sembrare lontana dai bisogni di salute delle persone che attualmente sono nello spettro autistico. In realtà, la transizione da un modello di genetica lineare ad una prospettiva in chiave genomica sistemica ha anche ricadute sul modello di assistenza dopo la nascita. La prima implicazione clinica  riguarda l’importanza della rilevazione precocissima di anomalie del neurosviluppo e la predisposizione tempestiva delle migliori condizioni biologiche ed educative per massimizzare le possibilità di  “rientro in traiettoria fisiologica” in virtù della vivace neuroplasticità dei primi anni di vita (in particolare, dei primi due anni).  Ugualmente, la prospettiva dinamica e sistemica consente di non chiudere mai la porta rispetto a possibili miglioramenti del benessere della persona autistica, anche in età adulta. 

Vi aggiorneremo prossimamente circa un corso di formazione su questi temi. Referente scientifico per la pediatria sarà Ernesto Burgio. Tra i docenti, saranno numerosi autori della review pubblicata alcuni mesi fa https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7912683/   di cui ricordo questa breve sintesi https://www.agi.it/blog-italia/scienza/post/2021-02-16/comportamento-autismo-modello-neurosviluppo-11431415/



Dopo la pubblicazione, si è verificata la convergenza della maggior parte degli autori del panel nel GLIA (Gruppo di Lavoro Interdisciplinare per l’Autismo), con incontri mensili per condivisione di contributi scientifici e progetti formativi. Come vedete, abbiamo accolto il vostro invito di proseguire la collaborazione dopo la stesura dell’articolo.



In attesa di fornirvi maggiori dettagli appena saranno disponibili, colgo l'occasione per augurarvi momenti di serenità in questa pausa estiva, periodo spesso difficile, in cui molte famiglie si sentono più sole. 



Un caro saluto,

Cristina Panisi









Il giorno ven 30 lug 2021 alle ore 14:22 ANGSA RAVENNA <angsaravenna a gmail.com> ha scritto:

  Come sempre, grazie a Daniela e a  Professionisti come la d.ssa Panisi che qui contribuiscono ad alzare il di livello di confronto. Grazie del vostro entusiasmo e del vostro tempo. 
  Noemi Cornacchia

  Il ven 30 lug 2021, 10:22 Cristina Panisi <cristina.panisi01 a universitadipavia.it> ha scritto:

    Gentilissimi,

    di seguito riporto il commento di Ernesto Burgio su questo argomento
    cp




    "A questo proposito, segnalo che alcuni mesi fa è stato pubblicato un intero numero monografico di Biological Psychiatry
    Novel Neurodevelopmental Disturbances and Autism Risk [Volume 89, Issue 5, Pages A1-A10, e21-e30, 415-532 (1 March 2021).. https://www.sciencedirect.com/journal/biological-psychiatry/vol/89/issue/5 ] che mostra molto chiaramente che più che di genetica si dovrebbe parlare (anche in questo ambito) di EPIGENETICA: cioè di alterazioni (dis-reattive) precoci (prime fasi dello sviluppo embrio-fetale ma in parte connesse ad alterazioni genomiche nei gameti in particolare paterni: CNVs ecc. ) dell’espressione genica a carico di specifici geni fondamentali nella modulazione della differenziazione neuronale (in specifiche aree del cervello: in questo caso essenzialmente aree frontali/prefrontali).. l’intero numero monografico è di grande rilievo e non può che essere interpretato in questo senso. 

    In particolare: Adhya D, Swarup V, Nagy R, et al. Atypical Neurogenesis in Induced Pluripotent Stem Cells From Autistic Individuals. Biol Psychiatry. 2021;89(5):486-496. doi:10.1016/j.biopsych.2020.06.014 
    nel quale si mostra chiaramente come le iPSC di soggetti autistici mostrino una neurogenesi atipica rispetto alle iPSC di controllo. Nello specifico, gli autori hanno osservato differenze nell'organizzazione delle cellule neurali e nella velocità di differenziazione/commitment (ma solo quando le cellule erano destinate a diventare neuroni corticali). Questi risultati suggeriscono che le differenze cellulari associate all'autismo emergano durante il primo sviluppo prenatale, facendo progredire la comprensione delle origini dell'autismo. 
    Provo a riassumerne alcuni punti essenziali
    L'autismo è un insieme eterogeneo di disturbi con un complesso fondamento molecolare. Prove da studi sul cervello post mortem hanno indicato che lo sviluppo prenatale precoce può essere alterato nell'autismo. Le cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) generate da individui con autismo con macrocefalia indicano anche lo sviluppo prenatale come un periodo critico per questa condizione. 
    Ma poco si sa sugli eventi cellulari alterati precoci durante le fasi prenatali dell'autismo…. Prove crescenti indicano che la perturbazione durante i periodi critici dello sviluppo prenatale può essere la chiave per l'emergere dell'autismo  
    D. Schubert, G.J. Martens, S.M. Kolk  Molecular underpinnings of prefrontal cortex development in rodents provide insights into the etiology of neurodevelopmental disorders Mol Psychiatry, 20 (2015), pp. 795-809
    Coerentemente con questa idea, gli studi sul cervello post-mortem sull'autismo hanno identificato la disregolazione di presunti percorsi di espressione genica prenatale Pertanto, lo sviluppo prenatale precoce può essere un periodo critico per l'emergere della fisiopatologia cellulare associata all'autismo 

    N.N. Parikshak, R. Luo, A. Zhang, H. Won, J.K. Lowe, V. Chandran, et al. Integrative functional genomic analyses implicate specific molecular pathways and circuits in autism Cell, 155 (2013), pp. 1008-1021 



    L'uso di cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) permette di studiare il comportamento cellulare prenatale nell'autismo 
     S. Fedele, G. Collo, K. Behr, J. Bischofberger, S. Muller, T. Kunath, et al. Expansion of human midbrain floor plate progenitors from induced pluripotent stem cells increases dopaminergic neuron differentiation potential Sci Rep, 7 (2017), p. 6036 
    Kriks, J.W. Shim, J. Piao, Y.M. Ganat, D.R. Wakeman, Z. Xie, et al. Dopamine neurons derived from human ES cells efficiently engraft in animal models of Parkinson's disease Nature, 480 (2011), pp. 547-551

    S.P. Pasca, T. Portmann, I. Voineagu, M. Yazawa, A. Shcheglovitov, A.M. Pasca, et al. Using iPSC-derived neurons to uncover cellular phenotypes associated with Timothy syndrome Nat Med, 17 (2011), pp. 1657-1662 

    Shi, P. Kirwan, F.J. Livesey Directed differentiation of human pluripotent stem cells to cerebral cortex neurons and neural networks Nat Protoc, 7 (2012), pp. 1836-1846

    M.A. Lancaster, M. Renner, C.A. Martin, D. Wenzel, L.S. Bicknell, M.E. Hurles, et al. Cerebral organoids model human brain development and microcephaly Nature, 501 (2013), pp. 373-379 

     (molti) studi evidenziano che i fenotipi cellulari e molecolari associati all'autismo possono iniziare durante lo sviluppo cerebrale prenatale. 
    Un aspetto critico di questi studi è che la differenziazione neurale atipica è associata a una maggiore proliferazione cellulare. Tuttavia, poiché i partecipanti autistici a questi studi avevano anche macrocefalia, non è chiaro se lo sviluppo anormale osservato fosse in parte dovuto a questa comorbidità. Inoltre, poiché la macrocefalia è presente solo in un sottoinsieme di individui con autismo, non è noto se lo sviluppo atipico possa essere generalizzato a individui autistici senza macrocefalia. Infine, poiché la maggior parte degli studi si è concentrata principalmente sullo sviluppo dei neuroni proencefalo/corticali, è ancora da verificare se lo sviluppo atipico può essere osservato anche nei precursori neurali corticali destinati a un lignaggio diverso. 

    In questo studio, abbiamo quindi generato iPSC da individui autistici senza macrocefalia da 3 coorti di partecipanti indipendenti per esaminare una popolazione più ampia di individui con autismo. 

    Gli studi iniziali sul sequenziamento dell'RNA hanno indicato che lo sviluppo neurologico precoce può essere influenzato. Per indagare ulteriormente sulla fonte dell'espressione genica atipica, abbiamo intrapreso ampi esperimenti di fenotipizzazione cellulare. 

    Firme dell'espressione genica dello sviluppo neurologico nei neuroni derivati dall'autismo-iPSC 

    Le cellule iPSC sono state generate da 9 individui con autismo e 6 individui di controllo tipici da 3 coorti indipendenti.. 

    Ci siamo concentrati su 3 distinte fasi di sviluppo 

    1) giorno 9, stadio precoce dei precursori neurali, quando le cellule staminali formano nuove cellule precursori che si auto-organizzano in strutture simili a tubi neurali note come rosette neurali con una disposizione direzionale apicale-basale;  
    2) giorno 21, stadio tardivo del precursore neurale, un periodo durante il quale le cellule progenitrici neurali iniziano a formare strati dalla superficie apicale e sono preparate per la differenziazione in neuroni mentre si spostano verso l'esterno; e 
    3) giorno 35, neuroni corticali immaturi, uno stadio in cui i precursori diventano postmitotici e adottano un'identità neuronale  


    L'analisi dell'espressione genica differenziale  ha confermato profili trascrittomici distinti di iPSC di controllo e autismo e un elevato arricchimento per i geni identificati negli studi sul cervello post-mortem dell'autismo, ma non la schizofrenia o il cancro 

    La divergenza dallo sviluppo tipico nell'autismo si verifica negli stadi precoci della differenziazione corticale 

    Innanzitutto, abbiamo valutato l'espressione di PAX6 e Tuj1 in iPSC di controllo e autismo (Sia PAX6 che Tuj1 sono marcatori dei precursori neuronali.  

    M.J. Ziller, R. Edri, Y. Yaffe, J. Donaghey, R. Pop, W. Mallard, et al. Dissecting neural differentiation regulatory networks through epigenetic footprinting Nature, 518 (2015), pp. 355-359   

    M.A. Tischfield, H.N. Baris, C. Wu, G. Rudolph, L. Van Maldergem, W. He, et al. Human TUBB3 mutations perturb microtubule dynamics, kinesin interactions, and axon guidance Cell, 140 (2010), pp. 74-87 

     …… i precursori derivati dal controllo-iPSC hanno espresso PAX6 e Tuj1 all'inizio della differenziazione, mentre le iPSC autistiche hanno mostrato un'espressione PAX6 e Tuj1 inferiore nella fase equivalente.  

    Dopo questa fase iniziale, il tasso di espressione di PAX6 e Tuj1 era più alto nelle iPSC con autismo e la differenza tra iPSC di controllo e iPSC era sostanzialmente ridotta al giorno 21. 


    Sviluppo alterato di lignaggi precursori del proencefalo in autismo-iPSCs indipendente dalla proliferazione cellulare 

    Precedenti studi iPSC hanno collegato uno squilibrio nelle cellule progenitrici GABA (acido gamma-aminobutirrico)-glutamatergico e nella funzione neuronale con un fenotipo di proliferazione cellulare associato alla macrocefalia. Pertanto, eravamo interessati a stabilire se uno squilibrio simile in presenza di cellule progenitrici GABA-glutamatergiche potesse essere osservato nelle nostre iPSC autistiche. 

    Abbiamo quindi studiato lo sviluppo di precursori che esprimono EMX1, noto per essere espresso nei neuroni e precursori del proencefalo dorsale (glutamatergico) e GAD67, l'enzima limitante della velocità nella via di sintesi del GABA e noto per essere espresso in cellule GABAergiche. 

      a.. Al giorno 9, l'espressione di EMX1 era significativamente più alta nel controllo rispetto ai precursori neurali dell'autismo 
      b.. Al giorno 21, l'espressione di EMX1 in entrambi i gruppi sembrava rimanere stabile, con solo una riduzione minore dei precursori di controllo (dCTA = -41 cellule/giorno), al contrario di un aumento minore (dCTA = +10 cellule/giorno) nel gruppo autistico. In questa fase, i progenitori neurali di controllo hanno espresso EMX1 significativamente più alto dei progenitori neurali dell'autismo 
      c.. Nei neuroni immaturi del giorno 35, l'espressione di EMX1 sia nei neuroni di controllo che in quelli autistici era ridotta rispetto all'espressione nei precursori del giorno 9 e -21; tuttavia, la riduzione era significativamente più acuta nel gruppo con autismo (

    L'espressione di GAD67 nelle iPSC autistiche e di controllo ha seguito una traiettoria opposta. 

      a.. Al giorno 9, l'espressione di GAD67 era significativamente più alta nei precursori di controllo, mentre i precursori dell'autismo mostravano un'espressione trascurabile 
      b.. Al giorno 21, l'espressione di GAD67 era ridotta nei progenitori di controllo (dCTA = -68 cellule/giorno) ma era significativamente aumentata nei progenitori neurali dell'autismo (dCTA = +185 cellule/giorno) ... I progenitori del controllo e dell'autismo avevano un'espressione GAD67 simile in questa fase 
      c.. Tuttavia, al giorno 35, l'espressione di GAD67 nei neuroni autistici era superiore a quella nei neuroni di controllo .. Similmente a quello che abbiamo osservato con le cellule che esprimono PAX6 e Tuj1, anche l'espressione di EMX1 e GAD67 ha mostrato una notevole variabilità. Di nuovo, l'analisi della varianza ha rivelato una maggiore variabilità nella maggior parte dei parametri nelle linee di autismo..
    ……………………………………………….
    ………………………………………………. 

    IN SINTESI 
    In questo studio, abbiamo utilizzato iPSC generati da coorti indipendenti e da individui con autismo ma senza macrocefalia… e abbiamo accertato che la differenziazione delle iPSC autistiche verso un destino corticale, ma non mesencefalico, determina una neurogenesi atipica caratterizzata da maturazione prematura e specificazione anormale delle cellule progenitrici neurali. Questi effetti si verificano in assenza di attività proliferativa alterata tra iPSC di controllo e autismo. L'identificazione di questi fenotipi cellulari/molecolari ci ha permesso di trovare percorsi cellulari comuni in una coorte con background genetico eterogeneo. 



    Il giorno mer 28 lug 2021 alle ore 17:04 Valentino Romano <valentino.romano a unipa.it> ha scritto:

      Cara Daniela

      Davvero molto interessante !!!
      Non avevo ancora visto l'articolo
      Grazie per la segnalazione 
      Cordiali saluti

      Valentino Romano

      -----Messaggio originale-----
      Da: autismo-biologia <autismo-biologia-bounces a autismo33.it> Per conto di daniela
      Inviato: mercoledì 28 luglio 2021 15:58
      A: autismo-biologia a autismo33.it
      Oggetto: [autismo-biologia] dal gene alla funzione

      Per arrivare a terapie che agiscano in profondità nell’alleviare i sintomi dell’autismo ad alto fabbisogno di sostegno è prioritario fare dei sottogruppi omogenei dal punto di vista biologico.

      La scoperta di nuove condizioni genetiche (mutazioni e CNV) che accrescono  la percentuale degli autismi da causa nota consente di fare dei sottogruppi omogenei, almeno tra gli autismi da causa genetica nota.

      Il guaio è che, mentre ci cercava il gene dell’autismo, si sono trovate centinaia di geni dell’autismo e questo rende difficile la ricerca del legame patogenetico tra gene e sintomi.

      Cederquist e colleghi hanno affrontato questo difficile tema accorpando diverse cellule staminali indotte tratte da 30 linee isogeniche di autismi monogenici

      https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7376579/

      Le hanno mescolate in un unico disco e le hanno fatte differenziare in cellule della corteccia prefrontale per testare le diverse ipotesi dello sviluppo precoce. In questo modo hanno potuto classificare le diverse linee cellulari in due classi.
      Le mutazioni di classe 1 (8/27) inibiscono, mentre le mutazioni di classe 2 (5/27) aumentano la neurogenesi della corteccia prefrontale. 
      Dallo studio emerge che vi sono delle vie molecolari e di sviluppo convergenti di diverse mutazioni associate all’autismo.

      Questo dovrebbe essere un primo passo verso la ricerca di target per terapie innovative basate non più sui sintomi, ma su disfunzioni biologiche omogenee comuni a diverse mutazioni geniche.

      La strada è lunga per arrivare a terapie efficaci nell’uomo, ma questa metodica, che riproduce in vitro ciò che è impossibile osservare in vivo, ovvero l’organogenesi embrionale,  e mostra diverse vie disfunzionali che accomunano gruppi di mutazioni  diverse, mi sembra uno strumento di ricerca promettente da incentivare e da finanziare.
         Daniela Mariani Cerati


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