[autismo-biologia] comorbilità psichiatriche

Carlo Hanau hanau.carlo a gmail.com
Gio 10 Set 2020 14:37:29 CEST


Rimarco che Benedetto Vitiello, uno degli Autori, ora all'Università di
Torino, è un'autorità internazionale nel campo della Neuropsichiatria
infantile, essendo stato per anni il responsabile della Neuropsichiatria
infantile dell'NIH (National Institute of Health) Sarebbe drammatico che
l'aggiornamento della linea guida italiana non seguisse le indicazioni
internazionali favorendo un uso improprio degli psicofarmaci nell'autismo
con la formula delle co occorrenze, criticata anche dagli autorevoli
esperti che hanno firmato l'articolo citato.
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Consiglio anche di guardare la recente circolare della Regione ER, sull'uso
dei farmaci antipsicotici, dalla quale risulta quanto la realtà sia
distante dal rispetto delle regole.
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Ora prendo ad esempio il Depakin.
Il Depakin, usatissimo in Italia per i disturbi dell'umore degli
autistici, è un esempio lampante di quanto sia azzardato trasportare
sull'adulto e sul minore  con autismo un farmaco che è antiepilettico ben
sperimentato sui casi di epilessia ma non sulla co-occorrenza autismo ed
epilessia. e tanto meno sui disturbi comportamentali dell'autismo. Il
bugiardino dell'AIFA scrive che Depakin è stato sperimentato soltanto su di
un'altra patologia psichiatrica, il disturbo bipolare (quello dove Bleuler
molto prima di Kanner aveva individuato la fase autistica, che non basta
certamente per autorizzare l'uso senza le precauzioni obbligatorie per i
farmaci off label).
Ricordo anche che il Depakin viene somministrato alle cavie in gestazione
per ottenere una prole con autismo.
Cordiali saluti
Carlo

Leggo sul c.d. bugiardino:
https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_008055_022483_FI.pdf&retry=0&sys=m0b1l3


  Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale. Ciò permetterà la
rapida identificazione di nuove informazioni sulla sicurezza. Lei può
contribuire segnalando qualsiasi effetto indesiderato riscontrato durante
l’assunzione di questo medicinale.
...

  Il trattamento con Depakin deve essere iniziato e supervisionato da un
medico specializzato nel trattamento dell’epilessia o dei disturbi
bipolari.
...

INDICAZIONI
...
6. Nel trattamento di particolari malattie (Sindrome di West, Sindrome di
Lennox-Gastaut)
7. Nel trattamento degli episodi di stati di eccitazione (mania) dovuti ad
una malattia che provoca alternanza di stati di eccitazione e depressione
(disturbo bipolare) quando il litio è controindicato o non tollerato. La
continuazione della terapia dopo l’episodio di eccitazione (mania) può
essere presa in considerazione nei pazienti che hanno risposto al valproato
negli attacchi di eccitazione (mania acuta).
....
  Effetti indesiderati comuni (possono interessare da 1 a 10 persone su
100): - Un grave malfunzionamento del fegato (disfunzione epatica grave)
non dipendente dalla dose e che talvolta può essere mortale. Se è un
bambino, in particolare in terapia con Depakin ed altri farmaci contro
l’epilessia (antiepilettici), la possibilità di avere un danno al fegato
(epatico) è notevolmente aumentata (vedere “Avvertenze e precauzioni”). -
Vomito, disturbi gengivali, principalmente rigonfiamento delle gengive
(iperplasia gengivale), infiammazione della mucosa della bocca (stomatite),
dolori alla parte superiore dell’addome, diarrea; questi effetti si
verificano frequentemente in alcuni pazienti all'inizio del trattamento, ma
generalmente scompaiono dopo qualche giorno senza interrompere il
trattamento. - Riduzione della quantità di sodio nel sangue (iponatriemia).
Nei bambini, una ridotta attività dell’enzima biotinidasi è stata osservata
durante il trattamento con medicinali contenenti acido valproico. Ci sono
state anche segnalazioni di carenza di vitamina H (biotina). - Diminuzione
della sensibilità (parestesie) dose-dipendente, disturbi ad una parte del
sistema nervoso chiamati extrapiramidali (incapacità di stare fermi,
rigidità, tremori, movimenti lenti, movimenti involontari, contrazioni
muscolari), stupore, tremore quando si tenta di mantenere una posizione
fissa (tremore posturale), sonnolenza, convulsioni, memoria insufficiente,
mal di testa, movimenti involontari dell’occhio (nistagmo), capogiri pochi
minuti dopo iniezione in vena (endovenosa), che si risolvono in modo
spontaneo entro pochi minuti. - Stato confusionale, allucinazioni,
aggressività*, agitazione*, disturbi dell’attenzione* (* Questi effetti
indesiderati sono stati osservati principalmente nei bambini). - Riduzione
dell’emoglobina nel sangue (anemia), ridotta quantità di piastrine nel
sangue (trombocitopenia). - Aumento di peso dose-dipendente o perdita di
peso, aumento o perdita dell’appetito. Poiché l’aumento di peso costituisce
un fattore di rischio per una malattia a carico dell’ovaio detta “sindrome
dell’ovaio policistico” deve venire attentamente controllato (vedere “Cosa
deve sapere prima di prendere Depakin”). - Ipersensibilità, perdita dei
capelli transitoria (alopecia transitoria) e (o) dose-correlata. - Ciclo
mestruale doloroso (dismenorrea). - Perdita di sangue (emorragia) (vedere
“Cosa deve sapere prima di prendere Depakin” e “Avvertenze e precauzioni”).
- Sordità, presenza di un rumore fastidioso nell’orecchio (tinnito). -
Disturbi alle unghie. - Perdita involontaria di urina (incontinenza
urinaria).

Credo che fra gli effetti collaterali molti genitori possono riconoscere
alcuni comportamenti dei figli, e questo dovrebbe bastare per opporsi ad
ogni tentativo di legittimare la prescrizione senza le precauzioni dell'
OFF LABEL.
Cordiali saluti
Carlo

Il giorno mer 9 set 2020 alle ore 17:05 daniela <daniela a autismo33.it> ha
scritto:

> Nell’articolo “Lecavalier L, McCracken CE, Aman MG, McDougle CJ,
> McCracken JT, Tierney E, et al. An exploration of concomitant
> psychiatric disorders in children with autism spectrum disorder. Compr
> Psychiatry (2019) 88:5764. - PMC - PubMed”
>
> https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6295217/
>
> gli autori esaminano i 658 minori con disturbo dello spettro autistico
> che hanno partecipato ad una di sei sperimentazioni randomizzate
> controllate multicentriche   i cui risultati sono stati pubblicati tra
> il 2002 e il 2015.
>
> I partecipanti avevano tutti una diagnosi di disturbo dello spettro
> autistico e in più presentavano o irritabilità o inattenzione e
> iperattività, in quanto questi sintomi erano il target dei farmaci
> sperimentali.
>
> L’esame di questi 658 minori ha mostrato che solo il 9,9% rispondeva
> solo alla diagnosi di  autismo, mentre il 24.0% aveva anche i requisiti
> per un’altra diagnosi, il 27,2%  per altre due, il 19,5% per altre tre,
> il 13,8% per altre 4, il 5,6% per altre 5 o più diagnosi psichiatriche.
>
> Le diagnosi concomitanti  erano: 81,1% ADHD (Attention Deficit
> Hyperactivity Disorder); 45,5% ODD (Oppositional Defiant Disorder);
> 11,7% CD (Conduct Disorder); 41,9%  disturbi d’ansia; 7,5% disturbi
> dell’umore; 7% distimia.
>
> Questi dati sono tutt’altro che nuovi, ma sono una conferma del fatto
> che è artificioso parlare di autismo, quando l’autismo, che pure è già
> un’associazione di sintomi, raramente è isolato, ma purtroppo si
> presenta associato ad altri gravi disturbi psichiatrici nella
> maggioranza dei casi.
>
> Gli autori commentano così i loro dati
> “C’è in corso un acceso dibattito se le condizioni co occorrenti siano
> separate o in qualche modo eziologicamente correlate….
> Un ulteriore lavoro volto a identificare sottogruppi di bambini con
> autismo usando diagnosi categoriali, dimensioni della severità dei
> sintomi o marcatori biologici potrebbe portare a meglio definire gli
> interventi psicofarmacologici e comportamentali”  (mia traduzione)
>
> Avrei voluto che l’articolo avesse insistito con più forza su questo
> punto, ovvero sul fatto che i fattori etiologici alla base dell’autismo
> provocano  anche tutto il resto e che si dovrebbe fare più ricerca
> sull’eziologia o sulla patogenesi per individuare target terapeutici a
> livelli più profondi e non solo target superficiali come sono i
> recettori degli  psicofarmaci.
>
> Ne ho parlato con uno degli autori, Benedetto Vitiello, il quale così mi
> ha risposto
>
> “E' in effetti una problematica di grande importanza dal punto di vista
> sia concettuale che di gestione clinica.
> Usiamo per persone con autismo la stessa nomenclatura (ADHD,
> obsessive-compulsive disorder, social anxiety, etc) che è stata
> sviluppata per la popolazione generale.  Questo ha il vantaggio di dare
> un nome al problema e dovrebbe aiutare nel cercare trattamenti efficaci.
>   Prima del DSM-5, la diagnosi di ADHD era esclusa se c'era quella di
> autismo.
> Lo svantaggio è che si tende ad applicare alle persone con autismo le
> terapie che sono state trovate efficaci nella popolazione generale.  C'è
> evidenza che la risposta terapeutica in autismo è diversa, vedi ad
> esempio la risposta agli stimolanti per ADHD, che sono in media meno
> efficaci e hanno più effetti avversi. O gli antidepressivi tipo
> fluoxetina o citalopram, che non si mostrano in media efficaci in
> autismo (vedi King et al 2009).
> E' la limitazione della corrente nosologia psichiatrica descrittiva che
> aggiunge più diagnosi nello stesso soggetto.
> C'è davvero bisogno di più ricerca clinica sulla patogenesi e terapia di
> questi problemi”
>
>
>       Daniela Mariani Cerati
>
>
>
>
> _______________________________________________
> Lista di discussione autismo-biologia
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> ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici).
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-- 
Prof. Carlo Hanau
già docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e
sanitari
Università di Modena e Reggio Emilia e Università degli Studi di Bologna
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