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daniela daniela a autismo33.it
Ven 13 Mar 2020 16:33:09 CET


Il 2020-03-12 15:50 agostino cioli ha scritto:
> Chiedo agli esperti in lista, fra le motivazioni di autorizzazione al
> transito delle nuove disposizioni ministeriali, sarà accettata quella
> della gita abituale in auto di una persona autistica grave avvallata
> da certificato medico? Mi sa tanto che ci si dovrà affidare al buon
> cuore dell’ufficiale di polizia ed alla sua conoscenza della
> patologia autistica per non sentirsi rispondere “gli dica che deve
> stare a casa”.
> 
> Saluti, Agostino Cioli
> 

Ho inoltrato il messaggio di Agostino a Carlo Giacobini,  esperto di 
legislazione in materia di disabilità.
La sua risposta è in accordo con quella della psichiatra Natascia 
Brondino, là dove dice “Una certificazione medica solitamente viene 
considerata in situazioni analoghe come valida”

In ogni caso, essendo la sua risposta molto articolata, la copio 
integralmente. Eccola

“Innanzitutto tento di decodificare la domanda.
La domandai parla  di "trasferimenti", di "autorizzazioni", di 
"disposizioni ministeriali".
Credo faccia riferimento al più recente Decreto del Presidente del 
Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2020 che ha introdotto nuove e più 
stringenti misure per il contenimento della diffusione del Coronavirus, 
disposizioni poi rafforzate dal successivo Decreto del giorno 11 marzo.
Una delle misure più rilevanti è l'indicazione di evitare gli 
spostamenti se non per necessità, per emergenza, per lavoro.

Il decreto non prevede "autorizzazioni", prevede piuttosto che le forze 
di polizia e preposte al controllo possano chiedere conto delle ragioni 
degli spostamenti. L'interessato può presentare anche seduta stante 
durante il controllo una autocertificazione dei motivi per i quali si 
trova in movimento.
Su quella autocertificazione verranno fatti successivamente dei 
controlli sulla reale corrispondenza. Se non vi sono partono le sanzioni 
penali previste.
Non è quindi "il buon cuore" di chi controlla che può essere invocato, 
quanto piuttosto avere a disposizione documentazione probatoria 
sufficiente a dimostrare, successivamente, il reale stato di necessità. 
Una certificazione medica solitamente viene considerata in situazioni 
analoghe come valida.

Va detto che comunque permane l'obbligo della distanza di almeno un 
metro da altri, che vale per tutti, anche per le persone con disabilità.
E va detto anche che vanno contemperati, non solo per coscienza civica, 
assieme ai vantaggi della "consueta gita" anche  i rischi per la persona 
con disabilità, soprattutto se non in grado di mantenere le distanze, e 
per chi viene in contatto con lui che potrebbe essere - come tutti - un 
vettore di contagio.

Personalmente ritengo che sia opportuno fare il possibile per seguire 
quello che è l'appello e l'indicazione della comunità scientifica e del 
Governo - "restare a casa" - poi se vi sono impellenti e 
improcrastinabili necessità vi possono essere eccezioni sapendo però che 
si sta esponendo a rischi se stessi e la comunità circostante. E questo 
lo esprimo conoscendo perfettamente ciò che significa autismo 
soprattutto a livello di gestione familiare quando saltano i ritmi e le 
routine.

Augurandomi che passi il prima possibile, porgo un cordiale saluto
Carlo Giacobini”





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