[autismo-biologia] Patient and Family Centered Care (PFCC)
daniela
daniela a autismo33.it
Gio 5 Mar 2020 12:56:40 CET
Ieri ho frequentato un corso che ho trovato piuttosto interessante
“La relazione in medicina: una tecnologia sofisticata –corso FAD ECM
AUTORE RAFFAELE ARIGLIANI MEDICO-PEDIATRA DIRETTORE SCUOLA DI
COUNSELLING IMR”
https://ecmitalianmr.it/event/la-relazione-in-medicina
Il corso dedica ampio spazio alla descrizione del tipo di medicina
denominato Patient and Family Centered Care (PFCC), di cui si dice che
rappresenta l’orizzonte culturale della medicina moderna.
In bibliografia viene dato il testo integrale del seguente articolo da
cui copio qualche stralcio
Articolo Pubblicato su PNEUMORAMA 67/XVIII/ 2-12, pag.15-17
Applicare l’approccio patient-and family- centered care nelle routine
clinica e nelle emergenze: utopia o necessità? Arigliani Raffaele,
Arigliani Michele, Silvia Leone
“Un’ampia letteratura è oramai stata prodotta su quello che viene
definito “approccio centrato sul pz e la famiglia (Patient- and
Family-Centered Care - PFCC)”. Una recente review evidenzia che
l’attenzione alle esigenze psicosociali ed emozionali del pz e della sua
famiglia ha un peso addirittura maggiore dell’abilità tecnica e
dell’efficienza degli operatori sanitari nel determinare il livello di
soddisfazione dell'utenza che afferisce al dipartimento d’emergenza.
Quando si è attenti alla "persona" e al suo contesto di riferimento, ciò
si traduce in una migliore assistenza sanitaria, più sicurezza, maggiore
soddisfazione per il pz e per il medico, riduzione dei costi e delle
denunce per malpractice. In cosa consiste il PFCC? Si basa su alcuni
concetti chiave:
1) ogni persona ha il diritto di essere integralmente rispettata:
2) l'assistenza è sempre ad una persona e non ad una patologia (entità
nosografica) scissa da essa;
3) per comprendere i bisogni del paziente non si può prescindere dal
contesto familiare e socioculturale di provenienza;
4) il paziente e la sua famiglia devono essere coinvolti attivamente nel
processo diagnostico-terapeutico, valorizzando il ruolo e le
potenzialità.
Il PFCC esclude ogni forma di paternalismo e sollecita gli operatori
sanitari a focalizzare l’attenzione sui bisogni, le aspettative e
l’identità socio-culturale del pz e dei familiari al fine di costruire
un rapporto di partnership. Punta a comprendere e a sostenere la "crisi"
personale di chi viene scaraventato dalla vita “nel mondo degli
ammalati”, ma anche a rispettare e sostenere la sua famiglia e le
preoccupazioni per lo stato di salute del proprio caro. Il processo
decisionale e terapeutico sarà orientato a obiettivi di salute
“condivisi”, mentre varie “procedure relazionali” saranno considerate
parallele all’iter diagnostico terapeutico. Il medico può essere
paragonato all'esperto navigatore, che ha il compito di indicare la
rotta da seguire e offrire aiuto e spiegazioni nelle difficoltà senza
sfuggire alle proprie responsabilità, senza giudicare il paziente e la
famiglia, anzi supportandola nelle scelte da compiere.
L’utilità dell’approccio PFCC appare sostenuta oramai da una solida
letteratura. La sua applicazione è una vera rivoluzione copernicana del
modo di praticare l’arte medica: al centro non la disease e il suo
esperto (il medico), ma la persona e la famiglia, rispettate e
valorizzate e coinvolte nel processo di cura. Ancorchè essere un
percorso irto di problemi ed ostacoli, la riorganizzazione della
medicina in un’ottica PFCC appare ineludibile e appare come un
rinnovamento che, con “consapevolezza”, porta di nuovo al medico il suo
significato antico di Terapeuta”
Sempre ieri ho ricevuto dalla mamma di una persona adulta con autismo
la seguente mail
“Provate a opporvi alla somministrazione di un farmaco sulla base della
debolezza delle prove sulla sua efficacia. Se va bene il prescrittore
farà l’offeso accusandovi di mettere in dubbio la SUA esperienza
competenza, se va male vi accuserà di inattendibilità sulla base delle
idee nefaste dei "genitori” su diete e terapie alternative (anche se
nella vostra vita le avete sempre contrastate), se va peggio, almeno in
certe territori, se vi arrabbiate e insistete, rischiate di finire
sotto TSO (trattamento sanitario obbligatori) e poi sotto AdS
(Amministratore di Sostegno), voi e vostro figlio”
La lettura di questa mail mi ha ulteriormente convinta dell’utilità di
questo corso, che consiglio a tutti i medici e in particolare agli
psichiatri
Daniela Mariani Cerati
Maggiori informazioni sulla lista
autismo-biologia