[autismo-biologia] autismo e psicofarmaci
daniela
daniela a autismo33.it
Lun 15 Giu 2020 12:08:45 CEST
Il 2020-06-03 13:13 Rita Di Sarro ha scritto:
> Gentilissimi,
> per una bella coincidenza stamattina è arrivato l'ultimo numero de "Il
> giornale Italiano dei Disturbi del Neurosviluppo", dove troverete il
> nostro articolo sulle terapie farmacologiche e sulle diagnosi
> psichiatriche (nei pazienti con diagnosi di Disturbo dello Spettro
> Autistico registrati nei sistemi informativi territoriali). In questo
> primo articolo sono coinvolti 204 pazienti dei Centri di Salute
> Mentale di Bologna, Rimini e Piacenza: ringrazio vivamente i colleghi
> Corrado Cappa e Riccardo Sabatelli per la collaborazione. Abbiamo
> pronta la valutazione allargata a 531 pazienti della intera Regione,
> che proveremo ad inviare ad una rivista internazionale.
> Buona lettura, Rita Di Sarro
E’ molto opportuno che anche in Italia si cominci ad affrontare il
gravissimo problema dei farmaci psicotropi negli adulti con autismo e
molto promettente è il fatto che chi affronta il problema sia una
dirigente del Servizio Sanitario Nazionale con la qualifica di Direttore
del Programma integrato disabilità e salute AUSL di Bologna.
Dall’articolo che ci ha gentilmente inviato copio alcune affermazioni
che trovo importantissime
“Rispetto all’efficienza e all’efficacia dei trattamenti psicoattivi, le
prescrizioni di farmaci utilizzati nelle varie patologie psichiatriche
in popolazioni a sviluppo tipico spesso non considerano che la
co-occorrenza non toglie la peculiarità della risposta ai farmaci delle
persone con autismo, soprattutto nel basso funzionamento dove l’effetto
paradosso avviene frequentemente, così come la perdita di compliance.
Sarebbero di fondamentale importanza sperimentazioni controllate a lungo
termine in modo da valutare gli effetti dei farmaci psicotropi in
persone con autismo, con o senza disabilità intellettiva. Questo anche
alla luce della “longevità” delle terapie, spesso iniziate in età dello
sviluppo e quindi soggette a gravi effetti collaterali a breve e lungo
termine, frequentemente superiori ai benefici”
Aggiungo che, oltre alle auspicate sperimentazioni a lungo termine su
persone con autismo, bisognerebbe affrontare anche il problema della
sospensione dei farmaci, in particolare degli antipsicotici, nelle
persone con autismo che li assumono da anni, spesso da decenni, e che
vanno avanti nell’assunzione per pura forza d’inerzia.
Il problema della sospensione di terapie croniche in altri campi della
medicina si pone quando il paziente è asintomatico. Questo raramente si
verifica nelle persone con autismo. Più spesso la persona ha delle crisi
comportamentali la cui frequenza e intensità si presume che
peggiorerebbe se si sospendessero gli antipsicotici.
Ha affrontato questo problema lo psichiatra di Nantes René Tuffreau in
un articolo del 2010
(Le bulletin scientifiquede l’arapi- 25- printemps 2010) nel quale dice
“Esperienze di riduzione progressiva dei neurolettici fino alla totale
sospensione mostrano che le crisi comportamentali non aumentano né in
frequenza né in intensità. Questo a condizione che la riduzione sia
molto lenta, con un calo di un decimo della dose ogni mese o ogni due
mesi. Il calo deve essere lento e progressivo tanto più quanto maggiore
è il tempo durante il quale è stato protratto il trattamento e quanto
maggiore è il dosaggio da cui si parte”
(mia traduzione dal francese)
In questo modo, senza bisogno di programmare sperimentazioni controllate
randomizzate, si comincerebbe a realizzare il principio etico cardine
della Medicina “Primum non nocere”
Altre considerazioni sull’uso e la sospensione degli antipsicotci
nell’autismo da parte di René Tuffreau si trovano al link
http://dupuiselise.canalblog.com/archives/2014/02/08/29151128.html
Daniela Mariani Cerati
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