[autismo-biologia] R: Asperger e autismo

armando.mazzoni a tiscali.it armando.mazzoni a tiscali.it
Ven 12 Apr 2019 08:38:04 CEST


Condivido a pieno queste vostre parole e vi ringrazio.

 

Aggiungo che, a parte i sempre più numerosi momenti istituzionali, un esterno vero ancora non esiste; in una città grande come Roma non incontro mai autistici adulti, più o meno gravi, che vanno in giro, lavorano, etc. Questo è l’esterno che manca e per cui dobbiamo continuare a batterci. 

 

La mancanza di un mondo dove vivere è lo stigma, non le parole (malattia, condizione, autismo, autismi, neurodiverso, cura).

 

La discussione è quindi involuta al solo interno, luogo in cui paradossalmente sembra ci si possa prendere il lusso di perdere tempo e di perdere il buon senso e il pragmatismo che situazioni così difficili e complesse richiedono.

Quando poi questa discussione tocca occasionalmente l’esterno (e magari in occasioni di grossa risonanza, attraverso i media), al minimo confonde le idee oppure distoglie e vanifica gli sforzi ed i presupposti che si sono creati per avere più ricerca e più servizi di qualità. 

 

Chi parla, soprattutto in pubblico (e questo include i Social), si prenda la responsabilità di chiarire a nome di chi parla e di illustrare la base scientifica, sociale e di diritto delle sue affermazioni. Altrimenti parli per se stesso, per una sempre gradita e accolta testimonianza. 

 

Grazie

AM

 

 

 

 

Da: autismo-biologia <autismo-biologia-bounces a autismo33.it <mailto:autismo-biologia-bounces a autismo33.it> > Per conto di ANGSA RAVENNA
Inviato: mercoledì 10 aprile 2019 15:29
A: Autismo Biologia <autismo-biologia a autismo33.it <mailto:autismo-biologia a autismo33.it> >
Oggetto: Re: [autismo-biologia] Asperger e autismo

 

Cara Daniela, a nome dei tanti che rappresentiamo,GRAZIE per avere espresso ciò che non avevo trovato il tempo di scrivere. Un gesto di generosità  da parte dei meno compromessi,  seppur inseriti  nello stesso contenitore diagnostico ( secondo me incautamente ),sarebbe ora d.'obbligo.  Basta con il timore per le parole, quasi che, se veramente stessimo.parlando di malattia, ciò  fosse motivo di vergogna. Mi pare ormai che lo stigma venga più  dall'interno che dall'esterno dello spettro,e questo non fa onore a nessuno. 

Noemi 

 

Il Mer 10 Apr 2019 14:57 daniela <daniela a autismo33.it <mailto:daniela a autismo33.it> > ha scritto:

Il 2 aprile ho sentito citare piú volte in TV la seguente frase, 
attribuita a Greta Thunberg

"L’autismo non è un 'dono', ma può essere un superpotere”

Forse il conduttore di turno  pensava di essere carino con la categoria, 
invece faceva un pessimo servizio alla conoscenza dell’autismo, quello 
che non si deve piú chiamare grave, né complesso, ma, come dice la 
Convenzione ONU sui Diritti delle persone con Disabilità (preambolo, 
lettera J), “con necessità elevatissime di sostegno", l’autismo di cui 
noi ci occupiamo in questa lista di discussione.

Confondere le persone diagnosticate o autodiagnosticate come Asperger, 
brillanti, comunicative, geniali, con persone incapaci di comunicare, 
con comportamenti autoaggressivi con conseguenti cecitá, emorragie 
cerebrali, ferite infette e eteroaggressivitá che mette in pericolo 
l’incolumitá fisica dei famigliari é cosa del tutto fuorviante.

I gentili conduttori dovevano mettere in risalto queste tragedie e, se 
mai, riservare le frasi adatte agli Asperger alla giornata a loro 
dedicata.

Gli Asperger non vogliono che si faccia ricerca per curare l’autismo. 
Parlino per se stessi e possibilmente usino un’altra parola, non la 
parola “autismo”, per il quale c’é un grandissimo bisogno di una ricerca 
finalizzata a trovare cure piú o meno risolutive.

Scrive Donata Vivanti in un messaggio che mi ha concesso di condividere

“le persone diagnosticate o auto-diagnosticate come “Asperger”  non si 
considerino persone con disabilità, ma semplicemente dei “diversi” con 
una propria identità….

Chi sente di non avere “menomazioni”, ma solo una diversità  non 
accettata dalla comunità, non può e non vuole definirsi disabile, e 
dovrebbe unirsi alla degnissima  causa delle minoranze discriminate che 
naturalmente tutti noi appoggiamo, ma sulla quale non possiamo 
pronunciarci  direttamente, secondo il principio stesso “Nulla su di noi 
senza di noi”...

Se, come sembra, gli “Aspie” non riconoscono di avere menomazioni e non 
si sentono quindi persone con disabilità, ma una "minoranza emarginata”, 
dovrebbero rivendicare di essere consultate sulle politiche per le 
"minoranze emarginate” (RSC, migranti, discriminati sulla base della 
 razza o religione, ecc.), non su quelle per la disabilità. 
 
Del resto non mi stupisce che gli “Aspie” non vogliano essere 
considerati persone con disabilità (se non nelle circostanze che danno 
accesso ai benefici per le persone con disabilità) ma solo “diverse”, 
perché nemmeno a me molti , soprattutto quelli che  si 
 auto-diagnosticano, che fanno la parte del leone nei  social network 
dedicati  e impongono di fatto il loro punto di vista, e sui quali 
parecchi professionisti fanno affari, sembrano  avere qualcosa a che 
fare con l’autismo che conosco io.

A me va benissimo che ci siano persone che vogliano continuare ad essere 
chiamati “Aspie” e non si considerino quindi “persone con disabilità” ma 
persone diverse rifiutate dalla società, ma in tal caso non rientrano 
nelle mie battaglie e rivendicazioni"

    Daniela



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