[autismo-biologia] commento

Angsa Campania campania a angsa.it
Dom 28 Ott 2018 13:49:49 CET


Sul punto B, sembra che tutti si dimentichino che un Piano Nazionale sull’Autismo , che oggi non esiste, dovrebbe, a differenza di semplici e vaghe linee ( guida o di indirizzo, non conta) 


1) programmare con il Ministero della Universitá il potenziamento della rete delle NPIA , unici soggetti che possono raccogliere dati utili ad una statistica nazionake oggi inesistente;
2) definire un PTDA ed un minimo di test clinici per poter effettuare l’indagine ed il follow up.

I fondi dati qua e la a varie ricerche, a Fondazioni, a enti privati, non puó colmare la mancanza di una base dati nazionale che dovrebbe essere raccolta dalla rete assistenziale ed ospedaliera territoriale oggi praticamente inesistente.


Il fatto stesso che gli esperti delle Linee Guida oggi non siano nè del CNR, nè dello stesso ISS, nè di laboratori e ospedali pubblici, senza contare che non sono presenti professori universitari di discipline inerenti , la dice lunga sulla povertà della ricerca italiana.


Saluti 



Dott.ssa Claudia Nicchiniello
Pres. Angsa Campania
Via Luigi Sturzo 63 B
82100 Benevento 

> Il giorno 28 ott 2018, alle ore 13:01, Marina Marini <marina.marini a unibo.it> ha scritto:
> 
> Sono globalmente d'accordo con Giovanni Marino. La ricerca scientifica è sostanzialmente in ritardo in Italia anche perché solo da poco tempo si stanno occupando di autismo alcuni professionisti non coinvolti nel percorso assistenziale ed educativo (tra cui la sottoscritta), ma all'estero non è così, da tempo la ricerca sull'autismo è portata avanti anche da biochimici, immunologhi, ecc. e nel nostro mondo globale poco importa dove viene eseguito uno studio, tutti possono leggere gli articoli pubblicati. Quindi il ritardo italiano incide poco, ma prendiamo pure atto che in genere la ricerca "di base" ha affrontato il problema autismo in tempi relativamente tardivi.
> In quanto all'importanza dei fattori epigenetici, anche qui sono molto d'accordo con Marino e noto l'acutezza della sua osservazione sul rapporto maschi/femmine. In realtà, a sostegno dell'importanza dei fattori ambientali c'è proprio il fatto che il rapporto maschi/femmine è andato calando. Secondo Boyle et al, è passato da 4,42 nel biennio 1997-1999 a 3,23 nel biennio 2006-2008. E credo che oggi sia ancora minore. 
> Anche sull'importanza degli aspetti neuroimmunologici che stanno emergendo sono del tutto d'accordo. Anche il mio gruppo ha ottenuto dei dati (che speriamo di pubblicare a breve) che suggeriscono il coinvolgimento della neuroinfiammazione nei bambini che abbiamo studiato e abbiamo costituito una potenziale collaborazione con esperti di questo campo (già coinvolti nello studio dell'ASD). Il problema da noi è duplice: a) assoluta mancanza di fondi dedicati; b) difficoltà dei colleghi coinvolti nei percorsi assistenziali, che troppo faticano a trovare il tempo non dico per programmare uno studio autonomo, ma anche per collaborara con chi glielo propone. E in qualche caso è anche vero che hanno ristrettezze di vedute, ma non si può dire che le strutture assistenziali facciano il possibile per aprire i loro dipendenti a collaborazioni, scambi, ecc.
> Marina Marini
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