[autismo-biologia] Quale spazio per gli psicofarmaci nell'autismo oggi?

daniela a autismo33.it daniela a autismo33.it
Mer 24 Ott 2018 09:41:21 CEST


Marialba Corona, presidente di ANGSA Bologna, ha ritenuto utile
organizzare un corso per genitori di ampio respiro: da gennaio a dicembre
2018.

http://www.autismo33.it/autismo_edu/genitorialita_2018/genitorialita.pdf

Lo ha affidato alla neuropsichiatra Paola Visconti, molto stimata e amata
dai genitori.

Non é facile parlare in modo equilibrato dello spazio che gli psicofarmaci
hanno nell’autismo al momento presente. I genitori navigano su Internet e
trovano di tutto, per cui possono giungere allo specialista con pregiudizi
di segno opposto: dalla demonizzazione dei farmaci alla attribuzione ai
farmaci di una efficacia che in realtá non hanno.

Il corso sta avendo un grandissimo successo. Nonostante le difficoltá che
una coppia di genitori puo’ avere  a stare fuori casa dalle 20 alle 23, la
partecipazione é sempre altissima e in prima fila c’é sempre l’insegnante
Simona Cascetti che prende appunti e scrive un resoconto della lezione 
che viene poi sottoposta alla revisione della Dottoressa.

Ecco la relazione del 24 settembre scorso

Farmaci e integratori

Il 24 settembre 2018 la Dottoressa Paola Visconti ha incontrato genitori,
educatori e 
insegnanti dopo la pausa estiva. L’appuntamento, nell’ambito del ciclo
sull’autismo organizzato da ANGSA Bologna, era al ristorante “La Fattoria
di Masaniello”; il 
tema della lezione, molto atteso e difficile da affrontare, concerneva i
farmaci.
Fino a qualche anno fa il loro utilizzo procurava maggior perplessità;
c’erano meno studi in letteratura e verosimilmente meno pratica d’uso.
Oggi, pur con molte cautele , vengono maggiormente prescritti dai
Neuropsichiatri Infantili, 
soprattutto di fronte a gravi comportamenti problema quando le strategie
psicoeducative di controllo delle variabili ambientali sono state messe in
atto senza successo.
I farmaci aiutano a diminuire intensità e frequenza dei comportamenti
problema, che non sono nella totalità sintomi biologici dell’autismo, ma
che sempre costituiscono ostacolo all’apprendimento, all’integrazione
sociale e alla qualità di vita; in maggioranza, tali comportamenti sono
mantenuti da variabili contestuali: sono cioè stati appresi al fine di
comunicare, ottenere o evitare qualcosa. È quindi necessario individuarne
la funzione attraverso un’attenta analisi, senza pensare di sopprimerli.
Aumentano con l’età e si manifestano in particolare nei giovani
adolescenti ed adulti, connettendosi in particolare a un basso quoziente
intellettivo, alla compresenza di ulteriori disabilità, all’eccesso o al
difetto di stimoli e alla precoce istituzionalizzazione in contesti
restrittivi. 
Riportando stime dalla letteratura, una percentuale che va dal 20 al 45
per cento degli 
individui con disabilità intellettiva assume farmaci psicotropi e il 14-30
per cento di queste persone aggiunge un farmaco per la cura dei
comportamenti problema, come aggressività etero- o auto-diretta in assenza
di un disturbo psichiatrico diagnosticato (Clarke et al., 1990).
E allora, quali medicine sono efficaci per ridurre crisi, irritabilità e
agitazione? Gli specialisti autori della Linea Guida 21 dell’Istituto
Superiore di Sanità (pubblicata nel 2011) citano due antipsicotici e uno
stimolante del sistema nervoso centrale: risperidone, aripiprazolo e
metilfenidato, che hanno superato gli studi randomizzati, con placebo e in
doppio cieco. Si possono citare alcuni effetti collaterali che se pur
raramente presenti debbono essere riconosciuti e tenuti in seria
considerazione al punto da pensare alla riduzione e/o sospensione del
farmaco. Gli effetti collaterali di questi psicofarmaci (neurolettici)
sono essenzialmente di tipo cardiologico ed extrapiramidale e comprendono
parkinsonismo, distonia, discinesia, acatisia (ovvero tutti sintomi che si
vedono sul versante motorio); ed inoltre aumento di peso (di frequente
riscontro), sedazione, depressione, annebbiamento cognitivo e più
saltuariamente interruzione delle mestruazioni. Ecco perché è importante 
che l’eventuale terapia sia preceduta da valutazioni ematiche, misurazione
del livello di 
prolattina, elettrocardiogramma ed elettroencefalogramma; e che sia
aggiornata ogni sei-otto mesi, rivalutata in modo responsabile e
coscienzioso per escludere cause organiche alla base dei disagi (reflusso,
disturbi del sonno, sinusite, otite, crisi epilettiche).Nella Linea Guida
non vengono raccomandati( e quindi non sono da usare ) farmaci come SSRI(
inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina , sono i nuovi
antidepressivi, un esempio ne è il Prozac), secretina, naltrexone,
levetiracetam; la chelazione è ritenuta una pratica rischiosa. Integratori
e diete sono sconsigliati, visto che non portano miglioramento negli
outcome primari di comunicazione e socializzazione, anche se viene
segnalato che sembrano agire su irritabilità e agitazione. Va però
ricordato che affrontare una dieta restrittiva per glutine e caseina può
ingenerare ulteriori difficoltà in bambini che hanno già un’alimentazione
selettiva, laddove i benefici non sono dimostrati. 
La melatonina, infine, è giudicata un trattamento efficace laddove i
disturbi del sonno persistano anche dopo interventi comportamentali
protratti nel tempo e può comunque essere associata alle pratiche
educative. 
In sintesi, riguardo ai farmaci e al loro utilizzo nei bambini o
adolescenti con Disturbi dello 
Spettro autistico siamo ancora molto indietro. Non esistono al momento
farmaci che 
agiscono sul nucleo patologico socio –comunicativo dell’Autismo , ma solo
farmaci che agiscono sui sintomi, ovvero i comportamenti problema.
L’iniziale entusiasmo per l’ossitocina (come sostanza ad azione stimolo
sulla socialità) si è in gran parte spento e un recentissimo articolo (
Goel et al., 2018) scrive di risultati inconsistenti anche per altre nuove
sostanze (ad azione su sistema gabaergico o glutammatergico) per cui vi
era stato un forte interesse, ipotizzando una loro azione su meccanismi di
base coinvolti nella patogenesi dei Disturbi dello Spettro Autistico ( si
veda il recente articolo di Luo et al., 2018) 
A chiusura della lezione Visconti menziona le chiare raccomandazioni
dell’Associazione 
Autismo Italia: esistono farmaci che possono agire positivamente su alcuni
sintomi e 
completare e aumentare l’efficacia di un trattamento multidisciplinare.
È utile prenderli in considerazione: valutare quindi la loro validità caso
per caso, seguire la 
posologia e la modalità di somministrazione, informare i tutori e gli
operatori sui rischi e i 
benefici. 
Soprattutto, è necessario porre in primo piano la reale necessità del
bambino di 
assunzione dei farmaci ed in primis pensare a cosa non funziona nella
pratica educativa 
che si sta portando avanti, aiutati anche da una specifica analisi
funzionale dei 
comportamenti problema. 

Il prossimo 29 ottobre, presso la a Casa della Solidarietà di Casalecchio
di Reno, la 
Dottoressa Visconti entrerà nel merito di un argomento molto sentito dal
pubblico: i comportamenti problema e le stereotipie.

Simona Cascetti
Docente presso l'IC9 di Bologna
Scuola Secondaria di Primo Grado 
"Il Guercino'







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