[autismo-biologia] [autismo-scuola] messaggio Elena Pace

carla.deidda carla.deidda a virgilio.it
Gio 28 Giu 2018 13:19:18 CEST


Gentile insegnante Elena Pace,
[Amici tutti,]
 volevo ringraziarla dal profondo del cuore per il suo impegno personale. Non mi stupisce, tuttavia, che Lei sia una maestra della scuola primaria: alla scuola primaria ho incontrato anch'io persone molto in gamba, piene di ideali, di voglia di fare. Di spirito di sacrificio.
Non altrettanto alla secondaria di primo grado, né tantomeno alla secondaria di secondo grado. 
Da 2 anni vengo affiancata da Case management autismo offerto dalla mia regione, ma non serve a niente. 
La scuola continua a fare a modo suo, il genitore chiede altro. Il ragazzo si è perso. 
Tantissime cose belle vengono iniziate alla primaria. Improntate all'inclusività, oltre che al lavoro sulle competenze personali. Lavoro sulla lingua, sulla lettura con le sillabe, sulle tecniche di calcolo, che poi vengono perse, perché non tenute in allenamento nei cicli di studi successivi, dove si privilegia la calcolatrice e il lavori che non lasciano traccia e che non seguono un programma. 
Tesoreggio tutto quanto appreso da mio figlio alla primaria, con insegnanti veramente Capaci, clima inclusivo e compagni che incoraggiavano mio figlio a lavorare. Pur non avendo le maestre questa o quella preparazione, questo o quel titolo di studio, ma sicuramente tanta, tanta voglia di fare e di spendersi.
Non altrettanto alla secondaria, dove per pagare l'inclusione ho dovuto predisporre tutto io a casa. Gli insegnanti hanno lavorato perché ho lavorato io. Tutti i gg da casa. Qualcuno ha continuato a fare lavoro passivo. La scuola avrebbe inserito mio figlio in una classe speciale di 5, unità per gli autistici, dove i ragazzi sono liberi di fare o di non fare. Tutto quello che ho conquistato, che fu moltissimo, l'ho pagato col mio impegno perché il patto educativo dell'Istituto recita: chi si vuole fare portatore di un cambiamento, deve egli stesso contribuire alla sua realizzazione...
Poi alla secondaria di secondo grado, peggio, perché laddove il genitore Non si mette a fare, la scuola dapprima Scarta l'idea che una qualche didattica sia alla sua portata, 'non impara'! Poi mette in campo tanti e tanti interventi vessatori, verso il genitore e verso lo studente, insieme alla didattica educativa reclamata a suon di raccomandate da 10 pagine.
 Né servono a nulla terapisti comportamentali e Case management autismo: il genitore non saprà mai se hanno favorito il proseguimento del percorso voluto dal genitore, o se hanno provato loro a cambiare rotta, colpevoli loro insieme alla scuola di tanti dissapori.
 L'ASST della mia regione paga il servizio di Case management autismo, ma il genitore si trova a dover combattere le battaglie da solo. 
In chiusura d'intervento il Case management autismo ribadisce l'impronta meramente comportamentale, la valutazione e l'intervento settimanale a scuola del terapista comportamentale per  favorire i rapporti, che in realtà sono stati incrinati dall'inizio e non sono mai migliorati, se non nella sensibilizzazione dei compagni alla presenza di un autistico, che quest'anno è stata di sicuro successo, a differenza dell'anno scorso..
In tutto questo il Case management autismo ha il ruolo chiave di rassicurare il genitore che va tutto bene, (che il PEI va firmato). In realtà non è affatto così! Cose che vanno bene, poco e niente.
Mille incontri. La scuola fa quello che vuole, il genitore Continua a ribadire quello che vuole, il Case management autismo sta in mezzo e non si capisce bene Da che parte sta. Dice che sta dalla parte del ragazzo, Ma qual è la parte dove lui si avvantaggia?
 Dimenticano che anche la didattica inclusiva è uno strumento base per creare benessere, soddisfazione, appagamento per lo studente prima ancora che per il docente. 
Dunque, mentre da una parte dico che è bello sapere che ci sono tante cose in ballo, tanti bei progetti, dico che queste cose dovrebbero essere supportate comunque dalla buona volontà di chi ha in carico il soggetto. Per tante ore. Mi riferisco al mondo scuola dove confluiscono tanti, tanti soldi.
 Ringraziando Lei insegnante per la positiva testimonianza, per il buon esempio, per l'impegno quotidiano, 
Anch'io anelo a un mondo in cui gli impegni, anche economici, e di risorse, portino a dei risultati tangibili e non rimangano solo progetti da cui i soggetti non si avvantaggiano proporzionalmente ...
In ultima analisi, guardo con interesse al più grande insegnante della storia, Gesù di Nazaret, che amava le persone e riusciva a motivarle ... Un bel giorno farà lui l'intervento più grande di tutta la storia, ma intanto tocca a noi col nostro intervento quotidiano...
Grazie di cuore agli insegnanti che conosco e che conoscerò che hanno fatto ... un miglio in più ... per le disabilità.
Cordiali saluti Carla Deidda genitore di ragazzo autistico di 16 anni. Difficoltà tante, potenzialità il doppio.Comportamenti problema tanti, ma 'tutto bene'.


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-------- Messaggio originale --------Da: Elena Pace <elena.pace82 a gmail.com> Data: 26/06/18  20:28  (GMT+01:00) A: Autismo e Scuola <autismo-scuola a autismo33.it>, autismo-biologia a autismo33.it Oggetto: [autismo-scuola] messaggio Elena Pace 


















Gentilissimi,

è la prima volta che scrivo alla lista, ma dopo aver
letto quanto ha scritto Daniela in merito alle metodologie ABA inserite nel
contesto scolastico, mi sento di raccontare la mia esperienza personale. 

Sono una maestra di sostegno,
attualmente referente inclusione del mio Istituto Comprensivo e lavoro anche
come consulente, che si occupa di formare i docenti di ogni ordine e grado e di
sostenerli nel percorso didattico-educativo dei loro alunni con diagnosi di
autismo. Ho un master in “Analisi del Comportamento Applicata” e  sto lavorando sotto la supervisione di una
professionista certificata BCBA, per portare avanti il percorso formativo che,
spero, porterà anche me alla certificazione BCBA. Ovviamente, da maestra,
faccio tutto questo con la speranza di poter contribuire almeno un po’ alla
qualificazione della scuola pubblica. Ho lavorato come educatrice domiciliare e
conosco bene tutte le difficoltà che devono affrontare le famiglie. Pensare di
poterle aiutare portando la “terapia”  o 
“educazione specializzata”, come mi piace chiamarla, a scuola è il mio
personale sogno nel cassetto. Sono convinta che la scuola sia il luogo ideale
per un bimbo con queste difficoltà e per i suoi educatori, perché a scuola c’è
tutto quello che serve per fargli fare esperienze didattiche, educative e
sociali. Non parliamo poi del vantaggio che ci dà poter “sfruttare” il
contributo dei coetanei. Per esperienza diretta posso dire che i bambini, se
guidati, arrivano là dove noi adulti non arriveremo mai e spesso sono i
migliori insegnanti che si possa desiderare per un bimbo con difficoltà. Loro
stessi poi si arricchiscono in modo indicibile stando accanto al loro compagno
e partecipando ai suoi successi. Mentre scrivo mi vengono in mente tantissimi
episodi di inclusione realmente avvenuta, che mi piacerebbe poteste toccare con
mano. Bambini che fanno da maestri e che mi vengono a chiedere come fare per
insegnare questo e quello e che poi gioiscono tutti soddisfatti dei
miglioramenti del loro amichetto.  Loro
sono spesso i rinforzatori più potenti che abbiamo a disposizione.

Non parliamo poi dei costi delle
terapie, che ricadono interamente sulle famiglie e che potrebbero essere
notevolmente alleggeriti se l’insegnante di sostegno fosse formato e inserito
pienamente nel percorso abilitativo del bambino.

Personalmente sogno anche una
supervisione obbligatoria per i docenti, a garanzia della qualità del loro
lavoro, ma anche del loro benessere. Lavorare su bambini con disabilità senza
un contesto di supporto e confronto è faticoso e, spesso, demotivante. Al
contrario, avere un gruppo e un consulente a cui fare riferimento, dà serenità,
forza e motivazione. Io ho provato entrambe le situazioni e ora non vorrei mai
più trovarmi a dover lavorare senza l’appoggio del mio supervisore o del gruppo
di professionisti che ho conosciuto durante la formazione.

So di non essere l’unica insegnante a
pensarla così e ad avere intrapreso un percorso simile. Come me, anche
l’insegnante Cinzia Pelissa di Bologna, si sta specializzando in Analisi del
Comportamento Applicata e utilizza le sue conoscenze specialistiche nella sua
quotidiana prassi didattico-educativa a scuola.  

Ringrazio tutti i membri della lista per
avermi dato l’opportunità di esprimermi e per dare a tutti l’opportunità di discutere
di tematiche cosi importanti.

Grazie

Elena Pace







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