[autismo-biologia] [autismo-scuola] R: Risposta alla domanda della dottoressaMariani Cerati

ANGSA - RAVENNA angsaravenna a gmail.com
Ven 19 Gen 2018 17:40:14 CET


La morale che si trae da questa storia e dal commento di Alice Scuotto, che giustamente si chiede perchè non si sia fatto qualcosa prima,  è veramente "non è mai troppo tardi". Abbiamo scardinato, non senza fatica, negli ultimi anni, il vecchio atteggiamento rinunciatario che ha prodotto generazioni di disabili intellettivi adulti non trattati.  
Ora resta solo ai Servizi il compito di applicare nella pratica ciò che l'etica prima e gli studi applicativi poi, hanno dimostrato. Sperando che non passino altre 10 generazioni......
Noemi
  ----- Original Message ----- 
  From: scuotto.eli a alice.it 
  To: autismo-scuola a autismo33.it 
  Sent: Friday, January 19, 2018 12:10 PM
  Subject: [autismo-scuola] R: Risposta alla domanda della dottoressaMariani Cerati


  Una "domanda":
  Nel fascicolo della bambina ci sono motivazioni all'applicazione così tardiva di strategie per lo sviluppo del pregrafismo?

  Siamo ormai nella scuola media... auspico e presumo che ci fossero nella scuola di infanzia e primaria ben altre emergenze educative e didattiche. 

  Sono lieta della controprova che "non è mai troppo tardi" soprattutto se si incrociano professionalità appassionate e preparate che strutturino un percorso non delle medie... ma degli ordini di scuola precedenti.

  Non sono assolutamente facili i nostri bambini e ragazzi ma lo sviluppo della motricità fine attiva e modula aree neurologiche di notevole importanza che vanno tenute in considerazione PRECOCEMENTE

  Sulla rete ho trovato questo  articolo un pò tosto per i non addetti ai lavori... ma molto interessante 
  http://www.edscuola.it/archivio/antologia/scuolacitta/oliverio.pdf

  Dagli atti del convegno "A Corpo a Corpo con l'Autismo" (http://www.archivioautismopc.altervista.org/AtticonvegnoCIP.html)
   rilancio slide più "semplici":
  http://www.archivioautismopc.altervista.org/Materialeacorpoacorpoconlautismo/StefaniaMaggi1.ppt

  La consapevolezza dei processi di apprendimento degli atti motorio fini (oltre che quelli grosso motori) sono alla base del neuro-sviluppo e  delle autonomie e vanno coltivate più precocemente possibile

  Senza togliere niente a tutte le altre esigenze educative (Comunicazione, Apprendimenti, Comportamento....), spero vivamente che qualcuno in questa lista di scuola primaria e infanzia, mi possa confermare che questa sensibilità è più presente di quanto in questo momento io non percepisca!

  cordiali saluti
  Elisabetta Scuotto



    ----Messaggio originale---- 
    Da: simonacascetti a gmail.com 
    Data: 17-gen-2018 23.07 
    A: "Autismo E. Scuola"<autismo-scuola a autismo33.it> 
    Ogg: [autismo-scuola] Risposta alla domanda della dottoressa Mariani Cerati 


    Gentile Dottoressa Mariani Cerati, 


    è un piacere rispondere alla sua email; scriverle mi consente, tra l’altro, di riprendere le fila di una serie di attività oggetto della tesi conclusiva del mio anno di prova, attività che sono state fonte di grande soddisfazione per me e che hanno prodotto ottimi frutti. 
    Ho conosciuto S. (per motivi di privacy punto solo il nome) nel 2012, in prima media. Tante cose mi colpivano all’osservazione: per esempio, il suo approccio agli strumenti per la scrittura e il disegno. S. impugnava penne, matite e colori come si fa con una spada e tracciava sul foglio bianco segni rapidi, violenti e ripetitivi che finivano per lacerare la carta, trasbordando da ogni parte sul banco. Provava molto piacere nello svolgere questa attività (una stereotipia autorinforzante), pertanto inizialmente gliela si consentiva dopo il lavoro strutturato a tavolino. 
    All’inizio del 2014 la famiglia dell’alunna ha invitato una specialista di propria fiducia, analista del comportamento certificata BCBA, a collaborare nel progetto educativo scolastico con le esperte della Casa del Giardiniere. La dottoressa ha provato subito a mettere sotto controllo la prensione della biro e il tratto attraverso il programma di pregrafismo: esso prevedeva che S., sul quaderno, tracciasse righe in orizzontale e in verticale facendo partire il segno e terminandolo quando lo chiedeva l’adulto, con calma, senza spazientirsi e soprattutto impugnando correttamente la matita. Ciò avrebbe consentito, col tempo, una gestione più autonoma del tratto e quindi anche la capacità di scrivere il proprio nome, stare all’interno dei bordi e disegnare. 
    Non è stato facile. Ho cominciato l’insegnamento nel marzo 2015, usando tecniche funzionali seppur poco convenzionali. Ho interrotto al termine della classe terza sperando che il tempo estivo fosse solo una pausa, e mi sono sentita fortunata quando ho scoperto di avere ‘successori’ preparati che hanno portato avanti il lavoro con un salto di qualità: nel continuare le esercitazioni di pregrafismo hanno anche cominciato la scrittura e il disegno, il cui apprendimento è dunque loro esclusivo merito (sarebbe opportuno consultarli). 
    In allegato può leggere il progetto completo di un’attività di pregrafismo e precisione del tratto proposta step by step con l’aiuto di un compagno di classe (quando è possibile, si favorisce la relazione con i pari); la procedura, descritta nel dettaglio, era supervisionata dalla specialista; ogni giorno venivano presi dati per misurare i progressi dell’alunna attraverso il raggiungimento degli obiettivi per lei stabiliti. I termini tecnici sono spiegati all’interno delle note. Ho optato volontariamente per una piccola attività, che si compone comunque di una miriade di sotto-obiettivi che devono essere tutti acquisiti: l’impegno è considerevole. 
    Una breve aggiunta. La prensione corretta dello strumento di scrittura (obiettivo che nel progetto compare en passant) era stata già insegnata per imitazione. L’adulto prendeva la matita ed invitava S. a ripetere lo stesso gesto; se l’allieva rispondeva correttamente riceveva molte lodi o qualcosa di gradito, altrimenti veniva corretta tramite una procedura identica a quella descritta di sotto, nella sezione “eventuali correzioni e recupero”. 
    Nella speranza di essere stata abbastanza chiara, ringrazio di cuore lei, Dottoressa, per la sua attenzione; la mamma di S. che ha dato il suo consenso alla pubblicazione del presente scritto, e l’analista del comportamento che lo ha letto, apportando le dovute correzioni e fornendo il proprio fondamentale contributo. 
     
    Cari saluti; li estendo anche ai componenti della lista. 
     
    Prof.ssa Simona Cascetti, 
    Istituto Comprensivo 9 di Bologna 
    Scuola Secondaria di Primo Grado “Il Guercino” 



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