[autismo-biologia] Relazione dell'incontro con Paola Visconti, 26 marzo 2018

Paola Visconti paola.visconti a isnb.it
Mar 3 Apr 2018 19:56:47 CEST


Ringrazio Simona Cascetti per aver cercato di cogliere gli elementi essenziali della mia chiaccherata. 
Solo due sviste : magari i bimbi con ASD potessero ovviare con gesti , mimica, postura e contatto oculare alla carenza di comunicazione e di linguaggio. L'intento era raccontare quanto succede nei bambini a sviluppo tipico e per confronto quanto NON SUCCEDE nei bambini diagnosticati prima o poi con disturbo dello spettro autistico. 
inoltre un " N eonato che non mostra sensibilità alla voce dei genitori, non ha con questi contatto oculare, non vocalizza, non triangola lo sguardo, è un bimbo che molto precocemente mostra i primi segnali di disturbo dello spettro autistic o" . 
E importante che non giungano messaggi fuorvianti. 

Dott.ssa Paola Visconti 
Responsabile Centro ASD 
IRCCS, ISN 
Ospedale Bellaria 
Bologna 

----- Messaggio originale -----

Da: "Simona Cascetti" <simonacascetti a gmail.com> 
A: autismo-biologia a autismo33.it, autismo-scuola a autismo33.it 
Inviato: Martedì, 3 aprile 2018 8:48:09 
Oggetto: [autismo-biologia] Relazione dell'incontro con Paola Visconti, 26 marzo 2018 

Gentilissimi, 

come richiesto dalla Presidente Marialba Corona, sono ad inviare la relazione sull'incontro del 26 marzo scorso a Casalecchio di Reno. La Dottoressa Paola Visconti ha parlato di comunicazione negli allievi con ASD. 
Cordiali saluti, 

Simona Cascetti 

Dopo una lunga pausa, sono ripresi gli incontri formativi organizzati da ANGSA Bologna: e così, lo scorso 26 marzo, la Dottoressa Visconti ha accolto famiglie, educatori e insegnanti alla Casa della Solidarietà di Casalecchio di Reno illustrando un tema fondamentale nell'analisi dell'ASD: la comunicazione. 
Le atipie comunicative, unitamente a quelle dell'interazione e del comportamento, sono caratteristiche in autismo. Si distinguono nei piccoli pazienti tre differenti profili: ecco dunque i bambini che non acquisiscono mai il linguaggio; coloro che invece parlano tardi e non sempre in modo funzionale; coloro che infine pronunciano le prime parole tra i 12 e i 18 mesi, regredendo poi fino alla cessazione della produzione verbale. Fortunatamente elementi quali gestualità, espressione mimica, postura, prossimità e contatto oculare offrono ai non vocali un vasto ventaglio di opportunità nell'esplicitare i propri bisogni. 
I fattori che influenzano lo sviluppo del linguaggio sono tanti: tra i fondamentali stanno l'udito, la conduzione e il processamento dei segnali, la decodifica fonologica, la memoria e l'attenzione, la capacità di guidare e regolare il contatto comunicativo e sociale, il livello cognitivo: non sempre tutti sono attivi in ogni bambino autistico. Così, un neonato che non mostra sensibilità alla voce dei genitori, non ha con questi contatto oculare, non vocalizza, non triangola lo sguardo, avrà probabilmente nel futuro difficoltà a parlare. 
Come insegnare la comunicazione ad allievi con ASD? Fondamentale è accendere la motivazione: un soggetto cui vengono proposti materiali poco stimolanti o privi di significato si annoia e non trova nulla da dire. Una strada percorribile, e in effetti percorsa da molti, è quella della Comunicazione Aumentativa Alternativa: ovvero l'insieme di conoscenze, tecniche, strategie e tecnologie atte ad aiutare persone con difficoltà nell'uso dei canali comuni, sfruttando competenze da loro già padroneggiate per indurne altre, differenti dal linguaggio vocale ma che non lo escludono mai per sempre. Si possono proporre gesti e segni, reperibili nei dizionari specialistici "Makaton"e "Signalong"; oppure immagini, secondo il modello di Picture Exchange Communication System (PECS). 
L'apprendimento deve essere ben pianificato: occorre identificare i bisogni comunicativi del bambino eseguendo analisi funzionali ad hoc, porsi obiettivi possibili e verificarne il raggiungimento tramite prese dati, colloquiare con le famiglie e il personale scolastico. Due consigli fondamentali: posizionarsi di fronte agli alunni ed utilizzare poche parole: quelle necessarie affinché le istruzioni siano comprese. 
Gli interventi dei presenti sono stati numerosi: in particolare, i genitori hanno illustrato le modalità con le quali i figli si esprimono e raccontato se a scuola i maestri attivano la rete di interventi di miglioramento senza dimenticare l'inclusione. In merito a tale controverso argomento, Visconti non ha esitato a sottolineare l'importanza di un ambiente -una stanza, un atelier, un angolo- allestito per lo studente con ASD, il quale lì impari in rapporto uno a uno con l'adulto quanto necessario per arrivare in classe e godere pienamente della relazione con i compagni. Il temporaneo allontanamento dall'aula, col nobilissimo intento di educare un alunno che non apprende nel caos o per osmosi, significa garantirgli un positivo ingresso nel mondo, e non ghettizzarlo. 


Il prossimo appuntamento, ha annunciato la Presidente di ANGSA Marialba Corona, è fissato per il 23 aprile, di nuovo a Casalecchio di Reno: si parlerà di genetica e neuroimmagini. 

Simona Cascetti, 
IC 9 di Bologna 
Scuola Secondaria di Primo Grado 
"Il Guercino" 


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