[autismo-biologia] psicofarmaci: lectio magistralis di Alan Poling

daniela a autismo33.it daniela a autismo33.it
Mar 19 Set 2017 14:46:35 CEST


La medicina clinica dovrebbe avere come base decisionale la biologia e la
sperimentazione condotta secondo le regole condivise dalla comunitá
scientifica internazionale.

Se prendiamo in considerazione l’uso degli psicofarmaci nelle persone con
diagnosi di spettro autistico vediamo che c’é un divario enorme tra
pratica prescrittiva e evidenza di efficacia generata dalla
sperimentazione.

Nessun farmaco ha dimostrato efficacia superiore al placebo nel migliorare
i sintomi propri dell’autismo (comunicazione sociale e comportamenti
ripetitivi). I farmaci sono giustificati solo per sintomi collaterali e
per brevi periodi. Nella  pratica invece un’alta percentuale di persone
con autismo  assume psicofarmaci singoli o associati a tempo
indeterminato, spesso a vita.

In USA
Su 33 565 soggetti con Disturbi dello Spettro Autistico  (ASD) da 0 a 20 anni
64% hanno la prescrizione di almeno uno psicofarmaco
35% hanno la prescrizione di 2 o più classi di psicofarmaci
15% hanno la prescrizione di 3 o più classi di psicofarmaci
( Spencer D et al, Psychotropic Medication Use and Polypharmacy in
Children With Autism Spectrum Disorders, Pediatrics. 2013 Nov; 132(5):
833–840.
doi:  10.1542/peds.2012-3774)

In Italia il consumo di farmaci, soprattutto neurolettici, aumenta
progressivamente con l’aumentare dell’etá, passando da una percentuale di
7,4 % fra 3 e 7 anni per arrivare a 57,6 tra 21 e 42 anni. Non si sa cosa
avviene dopo i 42 anni in quanto non é facile trovare genitori di ultra
42enni da intervistare (CENSIS, Fondazione Cesare Serono, Angsa,
Associazione italiana Sclerosi Multipla – La dimensione Nascosta della
disabilità, Terzo rapporto di ricerca – La domanda di cura e di assistenza
delle persone affette da Sclerosi Multipla, da Disturbi dello spettro
Autistico e delle loro famiglie, 2012 – Sintesi)

 https://www.west-info.eu/multiple-sclerosis-and-diagnostic-mistakes/ricerca-censis-la-dimensione-nascosta-delle-disabilita-sclerosi-multipla-autismo-sintesi/


Questo tema, di cui si parla da  tempo senza che vi sia un avvicinamento
tra prassi ed  evidence, é stato affrontato da Alan Poling, docente della 
Western Michigan University.

In rete troviamo una sua lezione magistrale

http://legacy.wpsu.org/live/2012_player/69430

e un power point

https://wmich.edu/sites/default/files/attachments/u669/2015/PolingPPT.pdf

da cui copio e traduco alcuni stralci

Sono motivo di preoccupazione: l’inadeguata evidenza di efficacia dei
farmaci psicotropi e la inadeguate valutazione di efficacia ed effetti
collaterali nel lungo periodo.

Due farmaci sono stati approvati dalla Food and Drug Administration:
risperidone e aripiprazolo.

Ma gli studi fatti per questi farmaci presentano criticitá di non poco conto:

sono tutti di breve durata
le misure di risultato sono imprecise
vi sono importanti effetti indesiderati, alcuni dei quali permangono anche
dopo la sospensione del farmaco
non sono state studiate le interazioni tra farmaci, molto importanti nella
pratica dal momento che molte persone con autismo assumono piú farmaci
psicotropi contemporaneamente.
Se si affrontano i comportamenti dirompenti con i soli farmaci, non si
implementano comportamenti alternativi, azione imprescindibile quando tali
comportamenti sono affrontati con l’analisi comportamentale, in base alla
quale di un comportamento indesiderabile si deve fare un’analisi
funzionale e si deve insegnare un comportamento accettabile che abbia la
stessa funzione.

“Meno é meglio”

Cerca di utilizzare gli psicofarmaci alla dose piú bassa possibile

Cerca di utilizzare gli psicofarmaci per il periodo piú breve possibile.

Fai sempre un bilancio rischi e benefici prima di prescrivere uno
psicofarmaco.

Definisci bene i comportamenti target che possono essere modificati dal
farmaco e misurali prima e durante il trattamento

Un modello ideale é quello che vede la collaborazione tra medico
prescrittore e psicologo analista del comportamento, il quale dovrebbe
definire e misurare i comportamenti target in modo da monitorare
continuamente gli eventuali progressi anche mediante scale come, ad
esempio, la  ABERRANT BEHAVIOR CHECKLIST.

L’analista del comportamento dovrebbe monitorare anche gli effetti
indesiderati di tipo  comportamentale, in particolare: la qualitá del
sonno, l’attenzione, le performance nelle attivitá quotidiane, l’abilitá
sociale, la performance cognitiva e la motricitá

Come informare i genitori

Informali della efficacia limitata dei farmaci, specialmente nel lungo
periodo, specificando quale cambiamento ci si puo’ aspettare in quale
comportamento specifico che, solo, puo’ risentire positivamente
dell’effetto del farmaco.

Di' chiaramente ai genitori che al momento attuale nessun farmaco modifica
le caratteristiche proprie dell’autismo, ma solo alcuni comportamenti
associati, in particolare l’aggressivitá e in genere i comportamenti
dirompenti.

   Daniela Mariani Cerati



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