[autismo-biologia] chi garantirà in Veneto interventi appropriati per i disturbi del neurosviluppo?

Carlo Hanau hanau.carlo a gmail.com
Lun 2 Ott 2017 00:06:32 CEST


Anche io ritengo che la collocazione migliore sia all'interno del DSM, nel
quale, in Emilia Romagna, sono comprese anche le dipendenze patologiche di
varie forme.
Si deve tuttavia ricordare che la storia recente e passata favorisce la
confusione che l'On.Binetti descrive così bene.
Se la malattia mentale non esiste, allora non occorre studiare neurologia e
medicina, ma sociologia.
A Bologna già a metà degli anni '80 ci furono esempi in tal senso, quando
tante lauree potevano dare accesso alla carriera sanitaria di
psicoterapeuta.

I NPIA si chiamano così proprio perchè dovrebbero essere anche neurologi,
ma purtroppo molti di loro si sono "specializzati" in psicanalisi
psicodinamica, che si concilia molto bene con la negazione della malattia
mentale, buttando tutto sulla relazione.
Aggiungere l'apposizione TERAPIA a: Ippo, idro, ono, musico, arte, pet, etc
etc. ha incoraggiato questa tendenza.

Consideriamo ora soltanto l'autismo, per il quale la psicoterapia
psicodinamica non ha avuto efficacia, ma anzi le scuole psicodinamiche
della Tavistock Clinic e di Lacan hanno ostacolato la ricerca biologica,
puntando il dito contro la madre frigorifero.

Purtroppo non esiste una terapia biologica che possa contrastare il nucleo
del disturbo autistico, ma molti NPIA, invece di collegarsi strettamente
con i ricercatori nei campi biologici (farmacologia, genetica,
biochimica...) per aumentare le conoscenze scientifiche, si sono contentati
di fare i dirigenti di squadre di operatori non sanitari o "poco sanitari".

L'abilitazione per l'autismo è oggi sopra tutto educazione speciale, per
dirigere la quale non occorre studiare sei anni di medicina e chirurgia,
anche se vi sono NPIA che hanno acquisito una grande esperienza nel
settore, sulle orme della Montessori e di Asperger.

Auspico che i NPIA si riapproprino del loro specifico compito, quello che
spetta principalmente a loro, diagnosi e terapia medica, pur sapendo la
grande difficoltà che questo comporta.

Distinti saluti
Carlo Hanau




Il giorno 29 settembre 2017 14:04, ANGSA - RAVENNA <angsaravenna a gmail.com>
ha scritto:

> Gentili Iscritti,
>
> è evidente che si sta mettendo in atto un percorso di frammentazione del
> filo logico auspicato e chiesto a gran voce dalle Associazioni  da troppi
> anni. Per i nostri figli sono necessari percorsi di presa in carico ed
> abilitativi che rappresentino un continuum nell'arco di vita. L'esempio del
> Veneto segue quello che è stato messo in atto circa 18 mesi fa in Area
> Vasta Romagna. In questo territorio la NPI  ( nella quale è iscritto il
> Programma Autismo 0/18 ) è stata invece collocata nel Dipartimento Salute
> Donna, Maternità ed Infanzia. Nonostante alcune mie pubbliche rimostranze
> al riguardo durante il Convegno della Sospiro del 2016, all'epoca non ho
> avuto la sensazione che  SINPIA avesse qualcosa da ridire, anzi mi è stato
> fatto notare che questa è una scelta condivisa da qualche altra Regione .
> Forse appare meno sbagliato attribuire le scelte decisionali cui la D.ssa
> Costantino fa riferimento ( evidenziandone l'inopportunità nel caso del
> Veneto )  al Ginecologo o al Pediatra che di volta in volta possono
> assumere il ruolo di Responsabile del citato Dipartimento romagnolo?
> La domanda mi pare interessante per una riflessione allargata a tutto il
> territorio nazionale. Sarebbe interessante assistere a qualche riunione,
> durante la quale le ammissioni di incompetenza sull'autismo in particolare,
> ma anche sulle molte altre tipologie di Utenti NPI , vengono tranqullamente
> dichiarate da Professionisti onesti di questi Servizi  a cui abbiamo
> "incollato" nuove unità operative.
> Se si vuole coinvolgere maggiormente la parte clinica pediatrica
> ospedaliera, possono esservi altre strade percorribili per una condivisione
> produttiva della presa in cura meramente clinica ,anzicchè attribuire
> responsabilità gestionali a Referenti ospedalieri nel caso della Romagna (
> ignorando la collocazione del bisogno in un contesto anche territoriale,
> basti pensare alla scuola ). All'opposto,  ci si è sbilanciati sul
> sociale nelle scelte del Veneto  .
> *Ritengo invece, come scrive il Dr. Pellegrini, che la casa per noi debba
> essere quella all'interno del DSM , non fosse altro per tutta la fetta di
> vita che appartiene all'essere umano dai 18 anni in poi*, e nell'ottica
> di estendere una cultura meno settoriale e più olistica.  Dopo qualche anno
> di frequentazione delel Psichiatrie, credo di poter affermare che le NPI
> che funzionano, ed in particolare gli approcci abilitativi che virtualmente
> dovrebbero appartenere loro ,  avrebbero molte cose da trasferire al mondo
> della Psichiatria, per far sì che torni ad avere un approccio meno
> farmacologico e più abilitativo. Collocare le NPI in altri settori può solo
> favorire l'acuirsi delle distanze e peggiorare gli interventi sull'Utenza,
> in particolare dall'adolescenza in poi, negando, come afferma la D.ssa
> Costantino,  le basi biologiche del disturbo autistico per l'esempio del
> Veneto, e ignorando invece l'approccio abilitativo e comportamentale nel
> caso della collocazione romagnola.  .
> Grazie per l'attenzione
>
> Noemi Cornacchia ---- Original Message -----
>
> *From:* Binetti Paola <p.binetti a unicampus.it>
> *To:* Autismo Biologia <autismo-biologia a autismo33.it>
> *Sent:* Friday, September 29, 2017 1:06 PM
> *Subject:* Re: [autismo-biologia] chi garantirà in Veneto interventi
> appropriati per i disturbi del neurosviluppo?
>
> L'aspetto più grave di questa perdita di specificità dei servizi di NPI,
> il loro declassamento e il loro assorbimento in una unità operativa
> complessa psicosociale, in cui necessariamente c'è di tutto e di più,...  è
> che si tenta di diluire la dimensione patologica vera e propria dei
> disturbi del neurosviluppo: quella per cui si  parla di  "malattia", con i
> suoi precisi connotati biologici, in una vaga sindrome in cui tutti gli
> elementi di contesto giocano un ruolo pari o superiore alla patologia
> originaria.
>
> NP infantili, psicologi dell'età evolutiva, educatori
> professionali,  ..... tutti entrano a far parte del vasto calderone delle
> professioni sanitaria (cfr Ddl Lorenin in approvazione alla Camera) e in
> questa logica occorrerà ripensare le unità operative complesse in
> funzione del loro coordinamento e della integrazione delle funzioni senza
> sovrapposizioni e senza potenziali conflittualità...
>
> Paola Binetti
>
>
> ------------------------------
> *Da:* autismo-biologia <autismo-biologia-bounces a autismo33.it> per conto
> di Francesco Barale <francesco.barale a unipv.it>
> *Inviato:* venerdì 29 settembre 2017 08:54
> *A:* Autismo Biologia
> *Oggetto:* Re: [autismo-biologia] chi garantirà in Veneto interventi
> appropriati per i disturbi del neurosviluppo?
>
> Concordo pienamente
> Francesco Barale
>
> Prof. Francesco Barale
> Emerito di Psichiatria
> Università di Pavia
> Via Cappuccio 7, 20123 Milano
> mailto: francesco.barale a unipv.it
> M. 335.298458
>
> Il 29 Set 2017 07:38, "Pietro Pellegrini" <ppellegrini a ausl.pr.it> ha
> scritto:
>
>> Sottoscrivo quanto scrive la Dr.ssa Antonella Costantino e ritengo che
>> l'ambito organizzativo delle UOC di Npia
>> più adeguato sia il dipartimento di salute mentale dipendenze patologiche.
>>
>> Pietro Pellegrini
>> Direttore Dipartimento assistenziale integrato salute mentale dipendenze
>> patologiche
>> Ausl di Parma
>>
>> ----- Il 28-set-17, alle 17:49, Antonella Costantino
>> tonicost a fastwebnet.it ha scritto:
>>
>> > Nell’ambito della riorganizzazione della sanità veneta, le nuove linee
>> guida per
>> > gli atti aziendali hanno declassato tutte le unità operative complesse
>> di NPIA
>> > in unità operative semplici che afferiscono a una unità operativa
>> complessa
>> > psicosociale (denominata infanzia, adolescenza e famiglia, UOIAF).
>> >
>> >
>> >
>> > Si tratta di una scelta molto grave , sia sul piano culturale che sul
>> piano
>> > dell’appropriatezza delle risposte
>> >
>> >
>> >
>> > Perché è un problema?
>> >
>> > 1. Perché è un salto indietro di 40 anni , quando i disturbi
>> neuropsichici erano
>> > considerati disturbi psicosociali e si credeva che l’autismo fosse
>> causato
>> > dalle madri frigorifero e la dislessia da conflitti emotivi
>> >
>> > 2. Perché mette a rischio la specificità degli interventi ,
>> allontanando dalle
>> > evidenze scientifiche e dall’analisi dell’efficacia di quanto si sta
>> facendo,
>> > per focalizzarsi solo sull’integrazione sociale e scolastica, da sempre
>> parte
>> > delle attività dei servizi di NPIA ma purtroppo non sufficiente da sola
>> per
>> > modificare i disturbi
>> >
>> > 3. Perchè le scelte strategiche saranno del Direttore dell’UOIAF , che
>> potrà
>> > decidere le priorità, l’attribuzione del personale, il suo spostamento
>> in altre
>> > unità semplici, i modelli di intervento, la formazione
>> >
>> > 4. Perché cancella le equipe multiprofessionali dei servizi di NPIA,
>> > indispensabili per poter affrontare la complessità e
>> multiproblematicità dei
>> > disturbi, spezzettando il personale medico, psicologico, riabilitativo
>> ed
>> > educativo tra diversi servizi
>> >
>> > 5. Perché implica un coinvolgimento diretto dei servizi di NPIA
>> nell’ambito del
>> > disagio e della tutela , aree nelle quali è importantissimo lavorare in
>> > un’ottica preventiva, ma certo non sottraendo le poche risorse a
>> disposizione
>> > per la diagnosi e la terapia dei disturbi NPIA
>> >
>> >
>> >
>> > Come SINPIA, abbiamo scritto al Presidente Zaia, sollevando il problema
>> > http://sinpia.eu/Lettera_sinpia_Presidente_Zaia_2017.pdf e ci stiamo
>> muovendo
>> > insieme alle associazioni venete per ottenere un cambiamento di rotta,
>> che
>> > garantisca a bambini e famiglie gli interventi di cui hanno diritto.
>> >
>> >
>> >
>> > Centinaia di persone hanno già scritto a Zaia
>> presidenza a regione.veneto.it ,
>> > chiediamo il supporto di tutti
>> >
>> >
>> >
>> > Antonella Costantino
>> >
>> > Presidente,
>> >
>> > Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza
>> >
>> >
>> >
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-- 
Prof. Carlo Hanau
già docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e
sanitari
Università di Modena e Reggio Emilia e Università degli Studi di Bologna
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