[autismo-biologia] studio italiano sulla infezione congenita da Citomegalovirus

daniela a autismo33.it daniela a autismo33.it
Mer 10 Maggio 2017 17:23:20 CEST


La ricerca sull’autismo si svolge su due binari: uno volto a trovare
target su cui agire per mitigare i sintomi  e uno volto alla ricerca di
fattori che proteggono o predispongono all’autismo, sui quali si possa
agire per la prevenzione di nuovi casi.

Al momento attuale le sperimentazioni di terapie biologiche non hanno dato
grandi risultati. Al contrario si stanno facendo progressi nella scoperta
di fattori causali o concausali che agiscono in etá prenatale, aprendo
prospettive concrete di prevenzione.
Tra i tanti fattori eziologici un posto importante spetta alle infezioni
in gravidanza, in particolare alle infezioni da agenti noti per essere
teratogeni.
Con queste premesse un gruppo di ricercatori italiani si é focalizzato sul
Citomegalovirus e ha pubblicato il seguente articolo

In Vivo. 2017 May-Jun;31(3):467-473.
Prevalence of Congenital Cytomegalovirus Infection Assessed Through Viral
Genome Detection in Dried Blood Spots in Children with Autism Spectrum
Disorders.
Gentile I1, Zappulo E2, Riccio MP3, Binda S4, Bubba L4, Pellegrinelli
L4, Scognamiglio D5, Operto F6, Margari L6, Borgia G2, Bravaccio C7.

Il contenuto dell’articolo ce lo illustra il primo autore, Ivan Gentile,
che ringrazio a nome degli iscritti alla lista

Valutazione della prevalenza dell'infezione congenita da Citomegalovirus
nei bambini con disturbi dello spettro autistico attraverso la ricerca di
genoma virale sui cartoncini di screening

La prevalenza dei disturbi dello spettro autistico (DSA) è notevolmente
aumentata negli ultimi decenni, con un’incidenza stimata attuale del
100-250/10.000 nuovi nati. Solo in circa il 20% dei casi è riconosciuta
un'etiologia ben definita. Nei restanti casi si ritiene che lo sviluppo di
tali disordini derivi da complesse interazioni tra fattori ambientali e
pattern genetico del soggetto aventi luogo verosimilmente durante la vita
intrauterina. 

Diverse sono le evidenze in letteratura di un’associazione
tra infezioni e sviluppo di DSA. Nel presente studio, abbiamo usato i
cartoncini di screening (noti anche come dried blood spot, DBS) raccolti
alla nascita da bambini con DSA e controlli sani. Va ricordato che tutti i
neonati in Italia sono obbligatoriamente sottoposti a screening per alcuni
disturbi congeniti (ipotiroidismo, felinchetonuria e fibrosi cistica) a
2-5 giorni di età tramite DBS. L'uso dei DBS fornisce una fotografia unica
e irripetibile della situazione clinica alla nascita, che è considerato un
momento chiave nello sviluppo di disturbi dello spettro autistico. Diversi
studi hanno mostrato che è possibile rilevare la presenza del
citomegalovirus su DBS anche molti anni dopo la nascita e anche quando il
cartoncino è conservato a temperatura ambiente.
Scopo dello studio era valutare il tasso di infezione congenita da CMV
attraverso il rilevamento della presenza di CMV sui cartoncini nei bambini
con DSA e in controlli sani. Sono stati esaminati i DBS di 82 bambini (38
pazienti affetti da DBS e 44 controlli). Il tasso di positività del
citomegalovirus sui cartoncini è stato del 5,3% (2/38) nei casi e 0%
(0/44) nei controlli (p = 0,212).  
I due bambini che presentavano
positività della ricerca di genoma virale su DBS non hanno mostrato i
classici segni di infezione congenita da CMV alla nascita ed, inoltre,
risultavano affetti da una forma più lieve di disturbo dello spettro
rispetto ai restanti casi CMV-negativi (etichettata con DPS Non Altrimenti
Specificato, NAS). Benché la differenza tra i due gruppi non sia
significativa, sottolineiamo che la prevalenza dell'infezione congenita da
citomegalovirus nei bambini con disturbo dello spettro autistico è
risultata essere 30 volte superiore a quella della popolazione italiana
generale (stimata pari a 0,18%) ed è simile a quella dei pochi studi
condotti finora nei bambini colpiti da DSA.
Tali dati sono conclusivi per supportare una associazione causale tra
infezione da CMV e DSA. Per far questo, va innanzitutto considerata la
plausibilità biologica di questa associazione. Un'infezione virale può di
per sé danneggiare il sistema nervoso centrale o potrebbe innescare una
reazione autoimmune contro alcune regioni cerebrali. In particolare, il
citomegalovirus è un virus teratogeno (cioè responsabile di danni al
prodotto del concepimento) che può danneggiare direttamente alcune aree
cerebrali in fase di sviluppo durante la gravidanza. Diversi case report
descrivono l’associazione tra disturbi dello spettro e l’infezione
congenita da CMV sia sintomatica che asintomatica.
Dal momento che il tasso di prevalenza dell'infezione congenita di CMV nei
bambini con DSA (circa il 5%) è paragonabile al tasso di prevalenza della
sindrome dell’X fragile e della sclerosi tuberosa, disturbi spesso
studiati in questi soggetti per escludere una forma secondaria di DSA,
proponiamo in accordo con altri studiosi di includere la ricerca del
citomegalovirus su DBS nel work-up diagnostico dei nuovi casi di DSA.
In conclusione, la prevalenza di infezione congenita di CMV nella nostra
coorte di bambini con DSA è risultata molto più elevata rispetto alla
popolazione generale (5% vs 0,6%), a supporto di un'associazione
etiologica tra alcuni casi di DSA e l’infezione da CMV. La correlazione
tra l’infezione da CMV ed i DSA potrebbe avere conseguenze notevoli sia
perché questa infezione è potenzialmente prevenibile nelle donne in
gravidanza, sia grazie alla disponibilità di trattamenti antivirali
specifici contro il CMV. Di conseguenza, la ricerca del CMV-DNA su DBS
andrebbe considerata nel work-up diagnostico di pazienti con DSA.

Ivan Gentile




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