[autismo-biologia] Dogmatici vs Scienzioti? Meglio di No

mazzoni.armando a libero.it mazzoni.armando a libero.it
Ven 24 Feb 2017 00:46:59 CET


Come è noto, noi genitori, ammesso e non concesso
che fossimo psicologicamente e equilibrati e sani prima, dopo la nascita
dei nostri figli autistici sviluppiamo varie tendenze:


 I Mistici: l'autismo di mio figlio è un dono, attraverso il
quale tutti noi che gli stiamo intorno stiamo diventando persone migliori
I Complottisti: l'autismo di mio figlio è stato causato dagli
interessi delle multinazionali
I Comparatori: si documentano molto sulle condizioni di altri
autistici per vedere il loro bicchiere mezzo pieno e dialogano in modo
compulsivo, totalitario e spietato del primato del modo/metodo con cui stanno
tirando su il figliolo
Gli Edonisti: fanno gruppi e pagine web sui social, attirano
adepti del culto della personalità, molto attenti al numero di followers
I Metodisti: seguaci semi-religiosi di un metodo abilitativo
e delle loro figure iconiche.
Gli Scienzioti: sono quelli che meno di tutti si rassegnano,
sognano l'impossibile, studiano gli stessi libri degli operatori e dei
professionisti (non sempre capendoli) e qualche volta li vorrebbero
superare, quasi ad esprimere in questo modo la genitorialità frustrata
dall'autismo del figlio.


Ho scoperto di essere Scienziota (credo che la
parola sia la crasi di Scienziato e Idiota) attraverso un estratto mal
citato che si riferiva alla lista autismo e al mio messaggio sottostante, che è
stato riportato in una lezione del Master Unimore su  "basi
teoriche e tecniche d'insegnamento comportamentali", che peraltro ho conseguito
nel 2015. Mantengo, per uguaglianza, lo stesso livello di Privacy di chi
mi ha “citato” in pubblico, ma con un po’ più di precisione “Scienziotica”.
Secondo il docente io sarei un:




“opinionista” (tra virgolette dispregiative)
“scienziota” per l’affermazione che “ABA appartiene alle
Scienze Probabilistiche e non Deterministiche”



Persona che DISINFORMA dicendo queste cose mentre la verità
è:
LA SCIENZA DEL COMPORTAMENTO E’ BASATA SUL PRINCIPIO DEL
DETERMINISMO E PREDILIGE L’ANALISI GRAFICA A QUELLA STATISTICA.
Questa frase contiene in realtà degli sfondoni di nozionismo
scientifico che prescindono anche dal contesto della Scienza del Comportamento
e che rafforzano ancora di più la mia affermazione; ma non è tanto questo che credo
sia veramente interessante.
Mi interessa invece capire se debba essere censurabile criticare
Moderato o la Docente del Master; se si tratta di ridicole opinioni
contrapposte alla Scienza.
Si può criticare il discorso di Moderato perché ribalta una
discussione sull’efficacia dell’ABA sull’autismo in una già ampiamente dimostrata
validità della Scienza del Comportamento come Scienza Naturale con le sue
applicazioni?
Secondo me si; è un dovere e chi lo censura secondo me non è uno scienziato.

A me e agli altri Scienzioti interessa l’efficacia sull’Autismo,
non il resto.

Oppure deve essere censurata perché viene da un genitore,
uno Scienziota o appartenente a qualche altra categoria di cui sopra? A
Moderato e alla Docente dico che, nonostante il livello, quello che dicono si
capisce, non siete Stephen Hawking. E controllate un po’ se Stephen Hawking abbia
mai iniziato una frase con “la verità è: “
Dogma e Scienza si inseguono e si accavallano da sempre,
fate attenzione, senza neanche accorgervene diventate dogmatici; e noi
genitori, con ancora tante blande risposte, dovremmo stare in silenzio, non
fare domande, non commentare.
Quindi, Dogmatici vs Scienzioti? No, meglio Scienziati e
Genitori che discutono di Autismo, magari proprio su questa lista dove la docente avrebbe potuto rispondere, invece che solo guardare, per amore della verità scientifica di cui parla.


















----Messaggio originale----
Da: "mazzoni.armando a libero.it" <mazzoni.armando a libero.it>
Data: 9-feb-2017 8.03
A: "Autismo e Scuola"<autismo-scuola a autismo33.it>, <autismo-biologia a autismo33.it>
Ogg: [autismo-scuola] R:  ABA

Il ragionamento del Professor Moderato ha una crepa concettuale dovuta alla differenza tra Scienza Deterministica e Scienza Probabilistica, sebbene molte discipline scientifiche moderne si collochino tra questi due estremi, oppure evolvano in continuità, come la Fisica Classica e la Fisica Quantistica.
La Scienza Deterministica è quella per cui, a parità di condizioni, gettando un grave dalla Torre di Pisa, questo cadrà sempre nello stesso punto e impiegando lo stesso tempo per raggiungere il suolo.
L’Analisi del Comportamento e i suoi principi teorici sono quelli di una Scienza Probabilistica sottoposta a variabili umane; mettiamo un divieto di velocità di 30 km/h su una strada a scorrimento veloce e un autovelox nascosto negli alberi. L’Analisi del Comportamento Applicata ci dicono che alla 2a, 3a, 4a multa di 350 euro, 98 conducenti su 100 passeranno in quel punto a meno di 30 km/h. Ci dice però anche che il 99esimo è un multimiliardario che si vanta di prendere 1000 multe all’anno e il 100esimo ha avuto un ictus che ne ha compromesso parte della memoria e non si ricorda di aver preso multe; entrambe continueranno a passare in quella strada a molto più di 30 km/h.
Sono senza dubbio 100 esseri umani, a mio avviso uguali nella loro umanità, e possiamo dire che l’applicazione dei principi del comportamento è statisticamente valida, estrapoliamo che la multa cambia il comportamento umano.
In questi 100 esseri umani, potremmo mettere 80 autistici capaci di guidare, e, chissà, forse avere un risultato statisticamente opposto: la multa non cambia il comportamento umano.
Non dico questo nel tentativo, peraltro vano, di confutare una Teoria così auto consistente e con un suo corpus di verifiche sperimentali. Ma è la parola cura che spariglia tutto.
Parlare di ABA come metodo o tecnica di cura per l’autismo è riduttivo, ma è riduttivo per l’ABA.
A chi si occupa di Autismo come genitore non interessa l’integrità di un principio universale ma il miglioramento oggettivo dei gravissimi e invalidanti sintomi che l’Autismo comporta.
E noi DOBBIAMO parlare di cure, ricercare cure per l’Autismo; se perdiamo questa spinta siamo per sempre perduti.
Se l’ABA o altro non è la cura per l’Autismo significa che ancora serve trovare anche altro e bisognerebbe sempre dirlo.




----Messaggio originale----
Da: "ANGSA - RAVENNA" <angsaravenna a gmail.com>
Data: 7-feb-2017 18.47
A: "autismo scuola"<autismo-scuola a autismo33.it>, <autismo-biologia a autismo33.it>
Ogg: [autismo-scuola] ABA


Segnalo un articolo che può essere utile a molti. 
Repetita.......
Noemi Cornacchia
 
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Press-IN anno IX / n. 385

State 
of mind del 07-02-2017

L'Analisi 
comportamentale applicata (ABA): approfondimenti e precisazioni 

Il 
metodo ABA deriva dalla scienza che studia particolari interazioni tra l' 
organismo e il suo ambiente e presenta diversi ambiti di 
applicazione.

L’analisi comportamentale applicata, in inglese Applied 
Behavior Analysis – ABA, è diventata popolare anche in Italia negli ultimi 15-20 
anni. La popolarità, si sa, oltre a vantaggi, porta anche alcuni svantaggi, tra 
cui, in campo scientifico, un forte rischio di banalizzazione e parecchi 
fraintendimenti. L’ABA, potremmo dire, è vittima della sua efficacia, poiché 
questa ampia popolarità le deriva dai brillanti risultati delle sue applicazioni 
nel campo dell’autismo.

Per molti (troppi) anni l’autismo è stato 
considerato un disturbo originato da una patologia della relazione affettiva 
madre-bambino, “curabile” con lunghi anni di psicoanalisi. Grazie alle ricerche 
eziopatogenetiche di Michel Rutter e Lorna Wing, e ai primi protocolli 
applicativi di Ivar Lovaas, negli anni Ottanta l’impostazione diagnostica e 
terapeutica è radicalmente cambiata, consentendo l’applicazione di quei principi 
scientifici che anni di ricerca sui processi di apprendimento avevano 
scoperto.

Per non banalizzare l’ABA, considerandola, come alcuni fanno, 
una tecnica o un metodo per la cura dell’autismo, sebbene efficace ma in ogni 
caso un metodo fra i tanti, bisogna fare un passo indietro. L’analisi 
comportamentale applicata o ABA, come dice il termine, è un’applicazione, quindi 
implica l’esistenza di un livello superiore di teoria. Questo livello è 
rappresentato dall’analisi del comportamento, la Behavior Analysis, presentata 
In Scienza e Comportamento Umano (Skinner, 1953, ed .it. 1971), cioè la scienza 
che studia alcune particolari interazioni tra un organismo e il suo ambiente, 
interazioni che definiamo come psicologiche. Verbal Behavior (Skinner, 1957, ed. 
it. 1975 ) rappresenta i fondamenti per lo studio del comportamento verbale e 
per le future applicazioni, Contingencies of Reinforcement (Skinner 1969) 
costituisce l’apertura allo studio del comportamento governato da 
regole.

Va sottolineato che oggetto di studio dell’analisi del 
comportamento non è il comportamento in sé, ma le interazioni dinamiche che 
hanno luogo tra individuo e ambiente in un determinato contesto o setting. 
Queste interazioni sono studiate seguendo il metodo delle scienze naturali che 
si è rivelato così utile per la conoscenza del mondo materiale: il termine 
comportamentismo definisce questa opzione epistemica, relativa alla filosofia 
della scienza, cioè che è possibile utilizzare il metodo delle scienze naturali 
anche per la conoscenza del mondo immateriale psicologico.

Per fare 
un’analogia con il mondo della materia: il metodo galileiano rappresenta 
l’opzione epistemica, come si può conoscere il mondo, la fisica rappresenta la 
scienza di base che studia la materia per comprenderne il funzionamento, 
l’ingegneria, nelle sue varie forme, rappresenta l’applicazione dei principi 
scoperti dalla fisica ai fini produttivi, di utilità sociale, terapeutici 
(pensiamo alla diagnostica per immagini) e così via.

L’applicazione del 
metodo ABA in vari ambiti.
Allo stesso modo l’analisi del comportamento 
costituisce la disciplina che studia i processi di base della psicologia umana, 
utilizzando metodologie sperimentali note come paradigmi di analisi del 
comportamento. In questo modo è stato possibile derivare alcuni principi, leggi 
generali che governano le interazioni umane. I principi sperimentali 
dell’apprendimento sono stati poi declinati in procedure applicative: l’ABA 
rappresenta l’intero corpus di queste procedure, che possono trovare 
applicazione in diversi ambiti.

Ad esempio in campo organizzativo (OBM e 
Performance Analysis), in campo ergonomico (Behavior Ergonomics), nel campo 
decisionale e delle scelte (Behavioral Economics), in campo clinico (Clinical 
Behavior Analysis, ACT e FAP), in campo educativo (Instructional Technology) e 
in campo riabilitativo (EIBI, Early Intensive Behavior Intervention, ESDM, Early 
Start Denver Model, MIPIA, Modello Italiano Precoce e Intensivo per l’Autismo). 
Per tornare all’analogia con la Fisica, i principi o leggi della fisica trovano 
applicazione tecnologica nell’ingegneria meccanica, idraulica, chimica, delle 
costruzioni, elettronica, informatica, gestionale e così via.

Ecco perché 
parlare di ABA come metodo o tecnica di cura per l’autismo è riduttivo, 
fuorviante e concettualmente sbagliato.

Paolo Moderato, IESCUM – ABAI 
Italian Chapter




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