[autismo-biologia] (senza oggetto)

Tiziano Alice tgabrielli a alice.it
Gio 16 Feb 2017 19:23:49 CET


Con lo spalancarsi dei criteri diagnostici inclusivi (DSM-V), non solo la casistica ma anche gli approcci educativo-comportamentali si  complicheranno nelle singolarità dei casi, perché gli interventi si dovranno misurare con livelli di autismo estremi (dal poco al tanto) associati a livelli intellettivi assai difformi. Si potrà toccare il cielo delle competenze o sprofondare nel nulla. I metodi abilitativi si dovranno adattare ulteriormente alla nuova attenzione per i livelli intellettivi più alti (e numerosi) con livelli di autismo sempre più sfumati, avvalendosi di strategie psico-educative molto vicine a quelle usate nella normodotazione ma sempre più lontane dai principi abilitativi adatti all’autismo grave. Dico questo perché nei prossimi anni sarà più complicato, anziché più semplice, proporre e correggere i principi abilitativi attuali (già tendenzialmente circoscritti nei primi anni di vita, mentre prevale il TEACCH più ci si sposta verso il grave o l'adulto)  e la paralisi propositiva  aumenterà. Il concentrarsi dell’intervento educativo ABA in una fascia di età sempre più specifica e recettiva _Denver Model- sembra anche ribadire indirettamente l’esiguità del range di applicabilità-efficacia della metodica. A fronte di questo dato il dilatarsi della casistica verso la normodotazione rallenterà definitivamente la ricerca della soluzione abilitativa dei casi di autismo grave. Questi anni sono quindi cruciali per applicare e misurare l’impegno abilitativo per l’autismo più di quanto si creda. Tiziano & Patrizia 
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