[autismo-biologia] R: R: R: [autismo-scuola] ABA

Sonia Zen soniazen.rusticali a gmail.com
Mer 15 Feb 2017 19:00:25 CET


Concordo con Armando, nonostante tutte le incertezze sappiamo che abilitare
si può e non dobbiamo rinunciare a sostenere la disabilità autistica.
Naturalmente ignorare quello che si può fare e non fare è criminoso.
Sonia Zen Presidente Angsa Veneto


Il giorno 14 febbraio 2017 20:18, mazzoni.armando a libero.it <
mazzoni.armando a libero.it> ha scritto:

> La sua considerazione è sibillina e, spero involontariamente, evoca
> scenari medievali con cui affrontare il problema o scenari di rinuncia.
>
> Nessun Dio si occupa in modo così diretto e sbrigativo di trovare la
> "formula risolutiva" ai nostri problemi terreni, salvo sporadici miracoli.
>
> Figuriamoci se può l'uomo con la sua Scienza.
>
> La Scienza da sempre cerca di riportare le infinite variabili a ipotesi,
> modelli che possano comunque fornire spiegazioni e progresso, magari
> parziali, provvisori.
> E lo fa spesso con esasperante lentezza, per svariati motivi, scientifici
> e non, come nel caso dell'Autismo.
>
> Inoltre l'obiettivo di "prevedere come le infinite variabili che
> determinano le relazioni umane incideranno sul risultato finale" sembra
> psicoanalitico, per me che sono ignorante in questa materia.
>
> Ma abbandonare la Scienza, nel nostro caso, è un invito che sento
> l'obbligo di rigettare con tutta la mia forza
>
>
> ----Messaggio originale----
> Da: "Direzione Sanitaria" <ds a anffas.sa.it>
> Data: 14-feb-2017 16.29
> A: "Autismo Biologia"<autismo-biologia a autismo33.it>
> Ogg: [autismo-biologia] R: R: [autismo-scuola] ABA
>
>
> Il giorno in cui saremo in grado di prevedere
>
> come le infinite variabili che determinano le relazioni umane
>
> incideranno sul risultato finale potremo parlare di scienza.
>
>
>
> Allora e solo allora avremo la possibilità di applicare la “formula
> risolutiva”,
>
> fino ad allora lasciamo perdere la scienza.
>
>
>
> Angelo Cerracchio
>
>
>
>
>
>
>
> *Da:* autismo-biologia [mailto:autismo-biologia-bounces a autismo33.it] *Per
> conto di *Tiziano Gabrielli
> *Inviato:* giovedì 9 febbraio 2017 15:37
> *A:* mazzoni.armando a libero.it; Autismo Biologia <
> autismo-biologia a autismo33.it>
> *Cc:* Autismo e Scuola <autismo-scuola a autismo33.it>
> *Oggetto:* Re: [autismo-biologia] R: [autismo-scuola] ABA
>
>
>
> Grande, Armando. Anzi “Grande Armaa.” Tiziano dr Gabrielli
>
>
>
>
>
> Il giorno 09/feb/2017, alle ore 08:03, mazzoni.armando a libero.it ha
> scritto:
>
>
>
> Il ragionamento del Professor Moderato ha una crepa concettuale dovuta
> alla differenza tra Scienza Deterministica e Scienza Probabilistica,
> sebbene molte discipline scientifiche moderne si collochino tra questi due
> estremi, oppure evolvano in continuità, come la Fisica Classica e la Fisica
> Quantistica.
>
> La Scienza Deterministica è quella per cui, a parità di condizioni,
> gettando un grave dalla Torre di Pisa, questo cadrà sempre nello stesso
> punto e impiegando lo stesso tempo per raggiungere il suolo.
>
> L’Analisi del Comportamento e i suoi principi teorici sono quelli di una
> Scienza Probabilistica sottoposta a variabili umane; mettiamo un divieto di
> velocità di 30 km/h su una strada a scorrimento veloce e un autovelox
> nascosto negli alberi. L’Analisi del Comportamento Applicata ci dicono che
> alla 2a, 3a, 4a multa di 350 euro, 98 conducenti su 100 passeranno in quel
> punto a meno di 30 km/h. Ci dice però anche che il 99esimo è un
> multimiliardario che si vanta di prendere 1000 multe all’anno e il 100esimo
> ha avuto un ictus che ne ha compromesso parte della memoria e non si
> ricorda di aver preso multe; entrambe continueranno a passare in quella
> strada a molto più di 30 km/h.
>
> Sono senza dubbio 100 esseri umani, a mio avviso uguali nella loro
> umanità, e possiamo dire che l’applicazione dei principi del comportamento
> è statisticamente valida, estrapoliamo che la multa cambia il comportamento
> umano.
>
> In questi 100 esseri umani, potremmo mettere 80 autistici capaci di
> guidare, e, chissà, forse avere un risultato statisticamente opposto: la
> multa non cambia il comportamento umano.
>
> Non dico questo nel tentativo, peraltro vano, di confutare una Teoria così
> auto consistente e con un suo corpus di verifiche sperimentali. Ma è la
> parola cura che spariglia tutto.
>
> Parlare di ABA come metodo o tecnica di cura per l’autismo è riduttivo,
> ma è riduttivo per l’ABA.
>
> A chi si occupa di Autismo come genitore non interessa l’integrità di un
> principio universale ma il miglioramento oggettivo dei gravissimi e
> invalidanti sintomi che l’Autismo comporta.
>
> E noi DOBBIAMO parlare di cure, ricercare cure per l’Autismo; se perdiamo
> questa spinta siamo per sempre perduti.
>
> Se l’ABA o altro non è la cura per l’Autismo significa che ancora serve
> trovare anche altro e bisognerebbe sempre dirlo.
>
>
>
>
>
> ----Messaggio originale----
> Da: "ANGSA - RAVENNA" <angsaravenna a gmail.com>
> Data: 7-feb-2017 18.47
> A: "autismo scuola"<autismo-scuola a autismo33.it>, <
> autismo-biologia a autismo33.it>
> Ogg: [autismo-scuola] ABA
>
>
> *Segnalo un articolo che può essere utile a molti. Repetita.......*
>
> *Noemi Cornacchia*
>
>
>
>
> *--------------------------------------------------------------------------------------------------------------*
>
> *Press-IN anno IX / n. 385*
>
> State of mind del 07-02-2017
>
> *L'Analisi comportamentale applicata (ABA): approfondimenti e precisazioni
> *
>
> Il metodo ABA deriva dalla scienza che studia particolari interazioni tra
> l' organismo e il suo ambiente e presenta diversi ambiti di applicazione.
>
> L’analisi comportamentale applicata, in inglese Applied Behavior Analysis
> – ABA, è diventata popolare anche in Italia negli ultimi 15-20 anni. La
> popolarità, si sa, oltre a vantaggi, porta anche alcuni svantaggi, tra cui,
> in campo scientifico, un forte rischio di banalizzazione e parecchi
> fraintendimenti. L’ABA, potremmo dire, è vittima della sua efficacia,
> poiché questa ampia popolarità le deriva dai brillanti risultati delle sue
> applicazioni nel campo dell’autismo.
>
> Per molti (troppi) anni l’autismo è stato considerato un disturbo
> originato da una patologia della relazione affettiva madre-bambino,
> “curabile” con lunghi anni di psicoanalisi. Grazie alle ricerche
> eziopatogenetiche di Michel Rutter e Lorna Wing, e ai primi protocolli
> applicativi di Ivar Lovaas, negli anni Ottanta l’impostazione diagnostica e
> terapeutica è radicalmente cambiata, consentendo l’applicazione di quei
> principi scientifici che anni di ricerca sui processi di apprendimento
> avevano scoperto.
>
> Per non banalizzare l’ABA, considerandola, come alcuni fanno, una tecnica
> o un metodo per la cura dell’autismo, sebbene efficace ma in ogni caso un
> metodo fra i tanti, bisogna fare un passo indietro. L’analisi
> comportamentale applicata o ABA, come dice il termine, è un’applicazione,
> quindi implica l’esistenza di un livello superiore di teoria. Questo
> livello è rappresentato dall’analisi del comportamento, la Behavior
> Analysis, presentata In Scienza e Comportamento Umano (Skinner, 1953, ed
> .it. 1971), cioè la scienza che studia alcune particolari interazioni tra
> un organismo e il suo ambiente, interazioni che definiamo come
> psicologiche. Verbal Behavior (Skinner, 1957, ed. it. 1975 ) rappresenta i
> fondamenti per lo studio del comportamento verbale e per le future
> applicazioni, Contingencies of Reinforcement (Skinner 1969) costituisce
> l’apertura allo studio del comportamento governato da regole.
>
> Va sottolineato che oggetto di studio dell’analisi del comportamento non è
> il comportamento in sé, ma le interazioni dinamiche che hanno luogo tra
> individuo e ambiente in un determinato contesto o setting. Queste
> interazioni sono studiate seguendo il metodo delle scienze naturali che si
> è rivelato così utile per la conoscenza del mondo materiale: il termine
> comportamentismo definisce questa opzione epistemica, relativa alla
> filosofia della scienza, cioè che è possibile utilizzare il metodo delle
> scienze naturali anche per la conoscenza del mondo immateriale psicologico.
>
> Per fare un’analogia con il mondo della materia: il metodo galileiano
> rappresenta l’opzione epistemica, come si può conoscere il mondo, la fisica
> rappresenta la scienza di base che studia la materia per comprenderne il
> funzionamento, l’ingegneria, nelle sue varie forme, rappresenta
> l’applicazione dei principi scoperti dalla fisica ai fini produttivi, di
> utilità sociale, terapeutici (pensiamo alla diagnostica per immagini) e
> così via.
>
> L’applicazione del metodo ABA in vari ambiti.
> Allo stesso modo l’analisi del comportamento costituisce la disciplina che
> studia i processi di base della psicologia umana, utilizzando metodologie
> sperimentali note come paradigmi di analisi del comportamento. In questo
> modo è stato possibile derivare alcuni principi, leggi generali che
> governano le interazioni umane. I principi sperimentali dell’apprendimento
> sono stati poi declinati in procedure applicative: l’ABA rappresenta
> l’intero corpus di queste procedure, che possono trovare applicazione in
> diversi ambiti.
>
> Ad esempio in campo organizzativo (OBM e Performance Analysis), in campo
> ergonomico (Behavior Ergonomics), nel campo decisionale e delle scelte
> (Behavioral Economics), in campo clinico (Clinical Behavior Analysis, ACT e
> FAP), in campo educativo (Instructional Technology) e in campo
> riabilitativo (EIBI, Early Intensive Behavior Intervention, ESDM, Early
> Start Denver Model, MIPIA, Modello Italiano Precoce e Intensivo per
> l’Autismo). Per tornare all’analogia con la Fisica, i principi o leggi
> della fisica trovano applicazione tecnologica nell’ingegneria meccanica,
> idraulica, chimica, delle costruzioni, elettronica, informatica, gestionale
> e così via.
>
> Ecco perché parlare di ABA come metodo o tecnica di cura per l’autismo è
> riduttivo, fuorviante e concettualmente sbagliato.
>
> Paolo Moderato, IESCUM – ABAI Italian Chapter
>
>
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> Per cancellarsi dalla lista inviare un messaggio a:
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