[autismo-biologia] autismo e microbiota intestinale
Marina Marini
Marina.marini a unibo.it
Gio 24 Ago 2017 11:04:51 CEST
Serotonina e cortisolo sono al tempo stesso mediatori nervosi e ormoni,
ed entrambi sono stati più volte studiati nell'autismo. La serotonina è,
in maniera molto complessa, associata all'umore, all'appetito, al sonno.
Il cortisolo è tipicamente l'/ormone dello stress/. Come riferisce
questo articolo, per la prima volta la loro sintesi è stata anche
associata alla composizione del microbiota intestinale. E il microbiota
intestinale, a sua volta, è sicuramente implicato nel benessere
intestinale e nel benessere in genere dell'organismo. Inoltre,
l'intestino è sede di gangli nervosi strettamente collegati al sistema
nervoso centrale non solo tramite le terminazioni nervose ma anche per
via endocrina e paracrina, ed ha anche un ruolo fondamentale nella
regolazione dell'infiammazione e della risposta immunitaria. Per tutti
questi motivi, il microbiota intestinale e lo stato della mucosa
intestinale sono stati in più occasioni chiamati in causa nell'autismo.
Ci sono prove molto stringenti per quanto riguarda alcuni modelli
sperimentali di autismo nei roditori, in cui il microbiota intestinale
risulta alterato; sorprendentemente, il cambiamento "terapeutico" del
microbiota intestinale porta, in questi modelli murini, a miglioramenti
clinici rilevanti.
Sull'uomo ancora si attendono studi risolutivi, anche perché, a
differenza dei roditori che sono geneticamente tutti uguali, ai quali
viene somministrata in laboratorio una dieta standard, e che vivono in
gabbie standard..., gli esseri umani sono molto diversificati, sia nel
loro assetto genetico che nelle loro abitudini alimentari e nello stile
di vita; inoltre, i modelli animali di autismo in genere si ottengono
provocando nei topi una sola delle tante condizioni note per essere
associate all'autismo nell'uomo, mentre è noto che i soggetti autistici
sono estremamente eterogenei dal punto di vista genetico e probabilmente
ambientale.
Ma, come abbiamo visto per alcuni marcatori dell'autismo, che emergono
nonostante l'eterogeneità dei soggetti, se lo studio fosse ben condotto
ci si potrebbe attendere di identificare una "firma" caratteristica
dell'autismo nel microbiota intestinale.
La cosa interessante è che il microbiota intestinale è molto più
facilmente modificabile delle alterazioni genetiche!
Marina Marini - Bologna
Il Sole 24 Ore del 23-08-2017
*La flora batterica intestinale, il cortisolo e gli effetti sul cervello*
USA. La flora batterica intestinale sarebbe in grado di comunicare con
il cervello tramite l’azione del cortisolo. Lo sostiene uno studio
pubblicato sulla rivista Gut Microbes dai ricercatori dell’Università
dell’Illinois di Urbana (Usa), secondo cui la scoperta potrebbe far luce
anche sulle origini dell’autismo.
Nel corso della ricerca, gli autori hanno studiato dei piccolo maialini
di un mese che, in termini di sviluppo dicervello e stomaco, sono molto
simili ai neonati umani. In particolare, hanno esaminato i batteri
presenti nell’intestino degli animali e le concentrazioni di alcuni
composti nel loro cervello. Hanno così scoperto un’associazione tra i
microrganismi intestinali e alcuni metaboliti cerebrali: in presenza dei
generi Bacteroides e Clostridium all’interno dell’intestino, nel
cervello vi erano dosi elevate di mio-inositolo; inoltre, i batteri
Bacteroides erano associati anche a livelli maggiori di creatinina,
mentre quelli del genere Butyricimonas erano collegati alla presenza di
N-acetil-aspartato (Naa). Al contrario, una maggiore quantità di microbi
del genere Ruminococcus era legata a una minore presenza di Naa nel
cervello.
“Questi metaboliti cerebrali – spiega Austin T. Mudd, che ha diretto lo
studio - sono stati rinvenuti in stati alterati negli individui a quali
è stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico (Dsa), ma
nessuno studio precedente aveva individuato collegamenti specifici tra i
generi dei batteri intestinali e questi particolari metaboliti”.
Successivamente, gli scienziati hanno scoperto un’associazione tra il
microbiota e due composti presenti nel sangue, la serotonina e il
cortisolo, che generalmente subiscono l’influenza della flora
intestinale. In particolare, hanno osservato che i microrganismi del
genere Bacteroides erano associati a livelli di serotonina più elevati,
mentre quelli del genere Ruminococcus erano collegati a concentrazioni
inferiori sia di serotonina, sia di cortisolo. La presenza dei batteri
Clostridium e Butyricimonas non risultava, invece, fortemente associata
alle quantità dei due composti. Ancora una volta, precisano gli autori,
i risultati dell’indagine hanno supportato precedenti studi relativi
all’autismo. “Le alterazioni della serotonina e del cortisolo sierico –
afferma Mudd -, nonché dei livelli dei batteri Bacteroides e
Ruminococcus, sono stati descritti negli individui con Dsa”.
Infine, i ricercatori hanno verificato se esistesse una relazione a tre
vie tra i batteri del genere Ruminococcus, il cortisolo e il metabolita
cerebrale Naa. Utilizzando un approccio statistico chiamato “analisi
della mediazione”, hanno scoperto che il cortisolo sierico fa da
mediatore tra gli altri due elementi: in altre parole, i batteri
Ruminococcus comunicano con il cervello in modo indiretto, attraverso il
cortisolo. “Questa ricerca sulla mediazione è interessante, poiché
fornisce un’idea del modo in cui il microbiota intestinale può
comunicare con il cervello – osserva Ryan N. Dilger, autore senior
dell’indagine -. Può essere utilizzata per lo sviluppo di studi futuri
diretti a fornire un ulteriore supporto a questo meccanismo”.
Anche se restano cauti, gli studiosi ritengono che i risultati della
ricerca potrebbero avere ripercussioni anche sulla comprensione delle
cause dell’autismo. “Restiamo prudenti e non vogliamo esagerare
l’importanza delle nostre scoperte senza il supporto di studi clinici –
conclude il dottor Mudd -, ma ipotizziamo che il meccanismo che abbiamo
identificato potrebbe essere uno dei fattori che contribuiscono allo
sviluppo dei sintomi eterogenei dell'autismo”.
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