[autismo-biologia] R: Quando la scuola finisce, a Roma

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Mar 11 Ott 2016 22:05:02 CEST


Il papá di P, che é iscritto alla lista, volendo mantenere l'anonimato, ha inviato a me la risposta che inoltro
Gentile signora Claudia,  
sono il papà di P. 
La cara amica Daniela ha voluto dare risalto a questa storia perchè emblematica.
Io indirettamente desideravo (solo se Ella me lo permette) darLe qualche delucidazione sui "perchè", visto che anche Lei si è giustamente posta, come altre persone, questa domanda. Sul perchè, non si poteva trovare a Roma qualche soluzione come Ella suggeriva.
Oh, il figliolo aveva già molto. 
Ma giustissimamente gli estensori della lege 134 hanno considerato con maggiore larghezza di vedute le prospettive, per una persona autistica, nella prosecuzione della vita sua, e di quella dei genitori!
La legge ritiene che la preparazione al lavoro al fine di un suo (del soggetto autistico) possibile inserimento lavorativo sia una strada da percorrere necessariamente. Sia per dare al soggetto una dignità derivante da una occupazione (anche se minima e protetta), sia per favorire una qualche sua inclusione in un modello di vita che non rimanga ristretto alle cure dei familiari (che prima o poi, come tutti, se ne andranno lasciandolo solo), e via di seguito.
A Roma e nel Lazio non vi è nulla di tutto ciò: intendo come organizzato secondo i migliori criteri possibili che la legge stessa specifica.
Anche il migliore dei centri, se non ha le caratteristiche di alta formazione specifica per l'autismo,  e se non prepara al lavoro, e se poi non prevede un "realmente possibile" inserimento, rimane quello che io ho forse chiamato enfaticamente "un parcheggio". 
Magari anche una prigione dorata.
Di cui P. non godrebbe di alcun beneficio se non per periodo temporaneo.
E poi, se un ragazzo è così pieno di vita da desiderare di correre, giocare, nuotare, andare in bicicletta, passeggiare nella natura (a complemento del suo percorso formativo)... Mi dica sinceramente: è davvero così possibile farlo serenamente, nella completezza ed in sicurezza a Roma?  
Ai giornalisti del sito "La Repubblica" che misero on line un mio intervento (a seguito di una lunga intervista) nella giornata per l'autismo di quest'anno io ebbi a sottolineare che, seppure nella nostra Costituzione non è previsto (come in quella Americana)
riferimento alcuno alla ricerca della felicità, è dovere del genitore fare in modo che il figlio/a abbiano anche loro ad avere una qualche parte di essa, gioie che noi adulti troviamo proprio attraverso quelle capacità che nei soggetti autistici sono precluse.
E del dopo di noi ne vogliamo parlare?...
Discorsi che faccio da molti anni, senza avere seri interlocutori. Allora ci penserò altrove!
Certo mi costa reiniziare tutto daccapo! E costa alla famiglia rimettersi ancora una volta in discussione. 
Anche se di fatto mi sento in qualche modo emigrante per una specie di "ostracismo" delle istituzioni laziali.
 
La saluto cordialmente.
Il papà di P.

 

    Il Lunedì 10 Ottobre 2016 13:15, "ccelenza a libero.it" <ccelenza a libero.it> ha scritto:
 

 La mia risposta è una domanda: lo potevano fare? La carta dei servizi deve prevedere la collaborazione con la famiglia? La seconda domanda, sicuramente generata dalla mia scarsa informazione sull'argomento, è come mai non si prende nemmeno in considerazione un'opzione semplice e naturale: stare nella propria casa. Avere un educatore che segua il ragazzo mentre fa un giro nel quartiere, fa sport o altre attività, fa la spesa, prepara il pranzo.Forse sarebbe meglio di un trasferimento non desiderato. Sembra che invece Spello sia una scelta obbligata, un prendere o lasciare.Claudia Celenza


----Messaggio originale----
Da: "daniela marianicerati" <marianicerati a yahoo.it>
Data: 09/10/2016 22.49
A: "Autismo Biologia"<autismo-biologia a autismo33.it>
Ogg: [autismo-biologia] Quando la scuola finisce, a Roma

La triste storia diP. mi sembrava degna di un pubblico piú vasto di quello dellapresente lista, per cui l’ho mandata all’amico Gianluca Nicoletti.Eccola
http://www.pernoiautistici.com/2016/10/la-storia-vera-p-ovvero-la-disperata-ricerca-un-porto-sicuro-un-autistico-adulto/
 





   
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