[autismo-biologia] un modello di servizi

g marino melat a libero.it
Mar 1 Mar 2016 11:10:28 CET


       UN MODELLO DI SERVIZI PER L’AUTISMO

Ritengo sia interessante testimoniarvi di un lavoro in progress che riguarda i regolamenti di accreditamento per l’autismo della Regione Calabria. Devo essere grato al Dr M. Rocca che ha condiviso la proposta di pensare a modelli  di servizi non più stereotipati sui moduli ambulatoriali; diurni e residenziali come pezzi autonomi classificati per fascia di età.

Stiamo elaborando un  modello di servizio polifunzionale che si prende carico delle persone con autismo indipendentemente dalla fascia di età e dal suo stato di gravità o comorbidità .Si tratta di un Centro attrezzato e specializzato con figure professionali di alto livello di esperienza e competenza che può rispondere a qualsiasi tipo di bisogno assistenziale e sanitario al fine di mantenere una presa in carico centralizzata che garantisce la continuità di assistenza , cura e supervisione . Sarà perciò composto di moduli diurni, residenziali e case alloggio all’interno della stessa organizzazione. 

Per  ogni persona sarà elaborato  un progetto di vita vero che presuppone un luogo, in famiglia o lontano dalla famiglia, dove essere vissuto.
Ogni persona ha diritto ad essere inserito in una attività lavorativa più o meno protetta 
Ma ogni persona potrà anche avere bisogno per tutta la sua vita di assistenza medica o farmacologica ed educativa 
Perciò sono previste dei centri polifunzionali diurni e residenziali e case alloggio per attività murarie ed extra murarie ed inserimenti lavorativi.
Quando una persona sarà sufficientemente autonoma lascerà , per es. , il modulo residenziale  per andare a vivere in una casa alloggio da dove uscire per  recarsi al lavoro oppure per fare la spesa oppure per una passeggiata o una cena fuori  ecc.
Quando quella persona abbandona la struttura residenziale per la casa alloggio lascia il suo posto letto per l’inserimento di altro soggetto esterno per ricominciare il processo educativo ed abilitativo e sperimentare nel tempo che altri lasceranno la struttura per innescare così un processo virtuoso di ricambio ed emancipazione.
Sicuramente non si potrà pensare al definitivo ritorno in famiglia ma è la migliore organizzazione possibile che conosco e che si può realizzare  con le norme sanitarie che ci governano.
Abbiamo già fatto un pezzo di strada di questo progetto che speriamo ci sarà consentito di completare.

Sarà mia cura fare circolare il Decreto di Accreditamento ufficiale che mi auguro mantenga queste premesse.
Credo che sfruttare queste esperienze serve nella costruzione di un modello di accoglienza per mettere a frutto i mille convegni e dibattiti scientifici che conosciamo e che altrimenti si connotano per autoreferenziali e senza una concreta prospettiva.
Giovanni marino

 
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