[autismo-biologia] I: Altered gut microbiota in Rett syndrome

Marco Bertelli bertelli.fi a tiscali.it
Dom 21 Ago 2016 21:06:43 CEST


Anch'io ringrazio per l'aggiornamento sull'importanza del microbiota e del microbioma.
Sto leggendo da tempo articoli a riguardo e rimango sempre più interessato. Tuttavia mi rimane un dubbio sul rapporto di primarietà-secondarietà fra le alterazioni del microbiota e quelle del sistema nervoso centrale, neurosviluppo incluso.
Ancora grazie.

Marco Bertelli 
  ----- Original Message ----- 
  From: ma.geminiani2015 a libero.it 
  To: autismo-biologia a autismo33.it 
  Sent: Sunday, August 21, 2016 3:00 PM
  Subject: [autismo-biologia] I: Altered gut microbiota in Rett syndrome





    ----Messaggio originale----
    Da: "ma.geminiani2015 a libero.it" <ma.geminiani2015 a libero.it>
    Data: 20-ago-2016 20.48
    A: "daniela marianicerati"<marianicerati a yahoo.it>
    Ogg: R: [autismo-biologia] Altered gut microbiota in Rett syndrome


    Grazie  a Daniela per l'èccellente e costante aggiornamento che ci informa delle più recenti e qualificate pubblicazioni in tema di autismo e patologie similari.
    Rispetto  allo studio in oggetto estremamente interessante si sa qualcosa in merito al trattamento del dismicrobismo batterico e fungino del microbiota nei pazienti affetti da  sindrome di Rett  studiati : dietoterapia, somministrazione di probiotici, terapia farmacologica a seguito di coprocoltura o altro.
    Ancora  grazie.
    M.Antonietta 




      ----Messaggio originale----
      Da: "daniela marianicerati" <marianicerati a yahoo.it>
      Data: 17-ago-2016 21.16
      A: "Autismo Biologia"<autismo-biologia a autismo33.it>
      Ogg: [autismo-biologia] Altered gut microbiota in Rett syndrome


      E’ stato pubblicato il 30 luglio scorso l’articolo
      Altered gut microbiota in Rett syndrome
      <!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Francesco Strati,
      <!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Duccio Cavalieri,
      <!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Davide Albanese,
      <!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Claudio De Felice,
      <!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Claudio Donati,
      <!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Joussef Hayek,
      <!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Olivier Jousson,
      <!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Silvia Leoncini,
      <!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Massimo Pindo,
      <!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Daniela Renzi,
      <!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Lisa Rizzetto,
      <!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Irene Stefanini,
      <!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Antonio Calabrò and
      <!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Carlotta De Filippo 
      Microbiome 2016 4:41
      DOI: 10.1186/s40168-016-0185-y
      Published: 30 July 2016

      Il lavoro affronta uno dei temi caldi della ricerca biologica: le modificazioni del microbiota nell’ambito di possibili alterazioni della funzione cerebrale a partenza dalle complesse relazioni entero – cerebrali. 
      “A strict relationship between the gut microbiota and the central nervous system (CNS) has been observed, and numerous studies have shown alterations of the gut microbiota in the heterogeneous group of neurological disorders belonging to the autism spectrum disorders (ASDs) [14]. In addition, the gut microbiota may modulate CNS activities through neural, endocrine, metabolic and immune pathways [15] affecting complex physiological and behavioural states of the host [15, 16] “
      Partire da una condizione monogenica ben caratterizzata come la sindrome di Rett è una strada meno problematica per passare dalle ipotesi teoriche all’evidenza dei dati, ma un ostacolo non piccolo è dato dalla rarità di tali condizioni e dalla conseguente difficoltà ad avere campioni numericamente significativi.
      Questo ed altri ostacoli sono stati superati da un gruppo multidisciplinare e multicentrico di ricercatori italiani, a dimostrazione delle grandi risorse della ricerca biologica italiana e delle grandi capacità  organizzative che uno studio di questo tipo richiede. 
      Per entrare nel merito del lavoro copio il comunicato stampa gentilmente inviatomi da uno degli autori, Antonio Calabrò dell’ Università di Firenze 
      COMUNICATO STAMPA
      Alterazioni del microbiota intestinale nella sindrome di Rett

      Numerosi studi, condotti nell'ultimo decennio, dimostrano con chiarezza che  l'essere umano è  a tutti gli effetti da considerare una specie di "superorganismo"  in cui una moltitudine di specie batteriche - il cosiddetto microbiota intestinale -  quantizzabili  in circa 1014, coesiste con le cellule umane che lo compongono, superandole in termini numerici di 10-100 volte. Una alterazione di questo complesso ecosistema è stata chiamata in causa nel determinismo di molteplici patologie, non solo di ordine gastroenterologico ma interessanti anche numerosi altri organi ed apparati. In uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Microbiome, un gruppo di ricercatori dell'Università di Firenze, dell'Istituto di Biometeorologia (IBIMET) del CNR e dell'Università di Trento, in collaborazione con la neuropsichiatria infantile dell'Ospedale Le Scotte di Siena e di uno staff di biologi computazionali della Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige (TN), ha per la prima volta documentato importanti alterazioni nel microbiota intestinale delle pazienti con s. di Rett, un disordine neurologico progressivo generalmente legato a mutazioni del gene methyl-CpG binding protein 2 (MeCP2).  Le bambine affette da questa complessa patologia presentano disturbi gastrointestinali con elevata frequenza, fino al 70-85% dei casi. L'aumento nell'abbondanza  relativa di alcune specie batteriche (bifidobatteri, clostridi) e fungine (candida) documentato nello studio, permette di  spiegare lo stato di  cronica infiammazione e la genesi dei disturbi intestinali, in particolare della stipsi a volte veramente ostinata, che affligge queste bambine. Lo studio, promosso dalla Gastroenterologia Clinica dell'Università di Firenze (Prof. Antonio Calabrò) e brillantemente coordinato dalla Dr.ssa Carlotta de Filippo del CNR apre importanti prospettive terapeutiche per i soggetti affetti da questa grave malattia. 


      Link lavoro:
      Strati et al, Microbiome 2016

      https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-016-0185-y










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