[autismo-biologia] Fwd: Re: Altered gut microbiota in Rett syndrome
Marina Marini
Marina.marini a unibo.it
Ven 19 Ago 2016 12:17:55 CEST
Mi complimento con gli autori di questo lavoro di grande qualità e molto
interessante!
A proposito del commento di Daniela, concordo sul fatto che lo studio di
una patologia monogenica ha il vantaggio di poter studiare una
popolazione omogenea ma richiede uno sforzo organizzativo notevole per
la rarità della sindrome. Trovo inoltre molto utile che nel lavoro siano
stati riportati anche i dati relativi a un nutrito gruppo di soggetti
sani di controllo, in quanto ancora si sa poco del microbiota sano.
Sicuramente questo studio sarà un punto di partenza anche per future
comparazioni.
Nei Disordini dello Spettro Autistico non associati a mutazioni
monogeniche, la grande disomogeneità eziologica e clinica potrebbe
scoraggiare studi di questo genere, ma il nostro gruppo ha elaborato una
proposta che pensiamo possa essere vincente: associare allo studio
osservazionale uno studio interventistico con un prodotto nutraceutico
che potenzialmente potrebbe sia migliorare alcuni aspetti clinici sia
alterare in senso positivo il microbioma e/o le alterazioni epigenetiche
e fenotipiche (stress ossidativo e infiammazione). L'unico ostacolo al
progetto è il suo costo... Lo abbiamo sottoposto a diversi Enti
finanziatori e soperiamo in un esito positivo!!!
Marina
/-- //
Marina Marini Associate Professor of Applied Biology Department of
Experimental, Diagnostic and Specialty Medicine- University of Bologna,
Italy voice (+39)0512094-116/094/100; fax (+39)0512094110; cellulare
(+39)3454316414; e-mail marina.marini a unibo.it/
Il 17/08/2016 21:16, daniela marianicerati ha scritto:
> *E’ stato pubblicato il 30 luglio scorso l’articolo*
> Altered gut microbiota in Rett syndrome
> ·Francesco Strati,
> ·Duccio Cavalieri,
> ·Davide Albanese,
> ·Claudio De Felice,
> ·Claudio Donati,
> ·Joussef Hayek,
> ·Olivier Jousson,
> ·Silvia Leoncini,
> ·Massimo Pindo,
> ·Daniela Renzi,
> ·Lisa Rizzetto,
> ·Irene Stefanini,
> ·Antonio Calabrò and
> ·Carlotta De Filippo
> /Microbiome /2016 *4*:41
> *DOI: *10.1186/s40168-016-0185-y
> *Published: *30 July 2016
> Il lavoro affronta uno dei temi caldi della ricerca biologica: le
> modificazioni del microbiota nell’ambito di possibili alterazioni
> della funzione cerebrale a partenza dalle complesse relazioni entero –
> cerebrali.
> *“*A strict relationship between the gut microbiota and the central
> nervous system (CNS) has been observed, and numerous studies have
> shown alterations of the gut microbiota in the heterogeneous group of
> neurological disorders belonging to the autism spectrum disorders
> (ASDs) [14
> <https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-016-0185-y#CR14>].
> In addition, the gut microbiota may modulate CNS activities through
> neural, endocrine, metabolic and immune pathways [15
> <https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-016-0185-y#CR15>]
> affecting complex physiological and behavioural states of the host [15
> <https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-016-0185-y#CR15>,16
> <https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-016-0185-y#CR16>]
> “
> Partire da una condizione monogenica ben caratterizzata come la
> sindrome di Rett è una strada meno problematica per passare dalle
> ipotesi teoriche all’evidenza dei dati, ma un ostacolo non piccolo è
> dato dalla rarità di tali condizioni e dalla conseguente difficoltà ad
> avere campioni numericamente significativi.
> Questo ed altri ostacoli sono stati superati da un gruppo
> multidisciplinare e multicentrico di ricercatori italiani, a
> dimostrazione delle grandi risorse della ricerca biologica italiana e
> delle grandi capacità organizzative che uno studio di questo tipo
> richiede.
> Per entrare nel merito del lavoro copio il comunicato stampa
> gentilmente inviatomi da uno degli autori, Antonio Calabrò dell’
> Università di Firenze **
> *COMUNICATO STAMPA*
> /Alterazioni del microbiota intestinale nella sindrome di Rett/
> Numerosi studi, condotti nell'ultimo decennio, dimostrano con
> chiarezza che l'essere umano è a tutti gli effetti da considerare
> una specie di "superorganismo" in cui una moltitudine di specie
> batteriche - il cosiddetto microbiota intestinale - quantizzabili in
> circa 10^14 ,^coesiste con le cellule umane che lo compongono,
> superandole in termini numerici di 10-100 volte. Una alterazione di
> questo complesso ecosistema è stata chiamata in causa nel determinismo
> di molteplici patologie, non solo di ordine gastroenterologico ma
> interessanti anche numerosi altri organi ed apparati. In uno studio
> appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Microbiome, un gruppo di
> ricercatori dell'Università di Firenze, dell'Istituto di
> Biometeorologia (IBIMET) del CNR e dell'Università di Trento, in
> collaborazione con la neuropsichiatria infantile dell'Ospedale Le
> Scotte di Siena e di uno staff di biologi computazionali della
> Fondazione Edmund Machdi San Michele all'Adige (TN), ha per la prima
> volta documentato importanti alterazioni nel microbiota intestinale
> delle pazienti con s. di Rett, un disordine neurologico progressivo
> generalmente legato a mutazioni del genemethyl-CpG binding protein
> 2(/MeCP2). / Le bambine affette da questa complessa patologia
> presentano disturbi gastrointestinali con elevata frequenza, fino al
> 70-85% dei casi. L'aumento nell'abbondanza relativa di alcune specie
> batteriche (bifidobatteri, clostridi) e fungine (candida) documentato
> nello studio, permette di spiegare lo stato di cronica infiammazione
> e la genesi dei disturbi intestinali, in particolare della stipsi a
> volte veramente ostinata, che affligge queste bambine. Lo studio,
> promosso dalla Gastroenterologia Clinica dell'Università di Firenze
> (Prof. Antonio Calabrò) e brillantemente coordinato dalla Dr.ssa
> Carlotta de Filippo del CNR apre importanti prospettive terapeutiche
> per i soggetti affetti da questa grave malattia.
> Link lavoro:
> Strati et al, Microbiome 2016
> https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-016-0185-y
>
>
> _______________________________________________
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