[autismo-biologia] ricerca di nuovo farmaci

Cornacchia/Donato alpinok2 a teletu.it
Mer 26 Mar 2014 10:07:08 CET


Grazie a Mariani Cerati ed al Dr. Recchia per queste considerazioni, che purtroppo non schiariscono il campo, ma credo che intervenire sulle abilità sociali, migliorando la capacità di comunicazione ed interazioni, aiuterebbe ad eliminare molti comportamenti disadattivi. Purtroppo ci scontriamo anche con le difficoltà economiche ed organizzative, come sempre. 
L'autismo contiunerà ed essere un enigma così complesso da non farsi più sostenere neppure da Telethon, come accade ora?? Amare cosiderazioni. 
Grazie a tutti voi per il vostro impegno.

Noemi Cornacchia
  ----- Original Message ----- 
  From: daniela marianicerati 
  To: lista autismo-biologia 
  Sent: Tuesday, March 25, 2014 5:06 PM
  Subject: [autismo-biologia] ricerca di nuovo farmaci


  Scriveva Isabelle Rapin nel 2002 a commento di un articolo sul Risperidone 
  “La ricerca di farmaci efficaci e sicuri è stata frustrante per tanti anni. Possa questo studio essere seguito da sperimentazioni su campioni più numerosi, di durata più lunga, ma egualmente rigorose nella metodologia di ricerca  di interventi terapeutici sui bambini autistici. Di questi studi c’è un bisogno fortissimo” 
   “Such studies are sorely needed” 
  Sono passati dodici anni e queste parole sono ancora tristemente attuali. C’è un bisogno grandissimo di avere farmaci a disposizione per i gravi sintomi dell’autismo, sia per quelli nucleari che per i gravissimi sintomi di accompagnamento, ma coi farmaci siamo ancora all’età della pietra. 
  Non c’è stato nessun colpo di fortuna, come è avvenuto in altri campi della medicina, né ipotesi che parevano ben fondate hanno retto alla prova delle sperimentazioni controllate. 
  L’eterogeneità sintomatica e fisiopatologica non aiuta, ma è doveroso cercare di vedere se dalle evidenze oggi note si possono fare delle ipotesi patogenetiche da cui trarre idee per individuare target su cui i farmaci possano agire. 
  E’ ciò che hanno fatto Annamaria Chiara Santini e colleghi nella review da poco  pubblicata su BioMed Research International[1]
   “Glix 13, a New Drug Acting on Glutamatergic Pathways in Children and Animal Models of Autism Spectrum Disorders”
  http://www.hindawi.com/journals/bmri/2014/234295/
  Gli autori sono partiti da quanto la letteratura ha evidenziato sui geni associati con l’autismo, in particolare da 99 geni descritti dall’analisi Bioinformatica.
  It was recently described by Bioinformatic analysis that 99 modified genes were associated with human autism.
  Tra questi geni ne sono stati identificati alcuni che codificano per  la famiglia dei recettori  NMDA (N-methyl-D-aspartato) 
  receptor gene family was identified among these.
  Mediante lo studio su modelli animali è stato dimostrato che variazioni di questi geni hanno un impatto diretto sull’espressione delle interazioni sociali
   Using ultrasonic vocalizations, it was demonstrated that genetic variation has a direct impact on the expression of social interactions.
   Da qui l’ipotesi che un modulatore del recettore N-methyl-D-aspartato possa interferire positivamente con l’interazione sociale.
  Quale modulatore è stato proposto e testato su modelli animali il tetrapeptide GLYX-13, che attraversa la barriera emato – encefalica. 
  In modelli animali il farmaco ha fatto regredire i deficit sociali
  Treatment with the NMDAR glycine site partial agonist GLYX-13 rescued the deficit in the animal model.
  Gli autori concludono “the NMDA receptor has been shown to play a functional role in autism, and GLYX-13 shows promise for the treatment of autism in autistic children” 

  Ho chiesto un parere su questo articolo, e sulle potenzialità terapeutiche che esso apre per il trattamento dell'autismo, al farmacologo Dottor Giuseppe Recchia. 

  Ecco i suoi commenti
  Nella ricerca sull’autismo sicuramente non sono le ipotesi a mancare, quanto piuttosto le prove. Troppo spesso le ipotesi, anche quando sono interessanti, non vengono messe alla prova.

  Ho letto l’articolo. 


  ·        Gli autori sostengono che la modulazione del recettore NMDA con il GLYX-13 (un agonista parziale del recettore)  riduce il deficit in modelli sperimentali di autismo e ipotizzano un potenziale effetto per il trattamento dell’autismo nel bambino.
  ·        Il GLYX-13 è un composto della società Naurex  in fase 2 di sviluppo clinico nella depressione maggiore. 
  ·        Naurex ipotizza che il meccanismo di azione del composto possa essere rappresentato dal miglioramento della plasticità sinaptica.
  ·        Considerato il bisogno terapeutico, essendo disponibili dati di tossicità e dati preclinici che giustificano l’impiego nell’uomo, è possibile testare l’ipotesi in clinica.
  ·        Poiché una piccola società come Naurex, impegnata nello sviluppo del composto come antidepressivo , difficilmente investirà risorse per esplorare una ipotesi terapeutica a rischio elevato, è probabile che uno studio esploratorio di fase 2 nell’autismo possa essere condotto come ricerca indipendente, con il supporto di Naurex che deve fornire il composto e le informazioni necessarie per l’autorizzazione dei Comitato Etici.
   Se non si testa l’ipotesi in clinica, rimane una altra ipotesi (come il proponololo e tutte le altre)
  GR




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  [1] Volume 2014 (2014), Article ID 234295, 5 pages[1]



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