[autismo-biologia] comunicato stampa di ANGSA Nazionale

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Mar 4 Mar 2014 12:49:35 CET


COMUNICATO STAMPA DEL 4/3/2014

LAUREA CON COMUNICAZIONE FACILITATA

Angsa onlus nazionale si congratula vivamente con Piercarlo Morello per la
laurea conseguita.

Tuttavia se il brano che si legge sul giornale Il Mattino di Padova del 3
c.m. è stato scritto da Piercarlo e non dal suo facilitatore, Piercarlo
non può dirsi autistico, poiché dimostra di avere una comunicazione
sociale molto buona. Una delle caratteristiche principali degli autistici
è quella di essere incapaci di comunicazione sociale, indipendentemente
dal modo di espressione, che può essere scritto oppure parlato oppure a
segni. Quanto al ritardo mentale, si deve ricordare che soltanto una quota
dei bambini con autismo lo presentano: tale disabilità deve essere
valutata con appositi test, che non sono influenzati dalla capacità
espressiva verbale, altrimenti l’errore diagnostico è inevitabile. Vi sono
casi in cui persone con autismo, sfruttando le loro particolari abilità,
si sono laureate senza utilizzare la Comunicazione Facilitata, ad esempio
nel DAMS. Per non parlare delle persone con sindrome di Asperger, che
possono laurearsi senza Comunicazione Facilitata in Scienze matematiche,
fisiche ed altre materie nelle quali potranno effettivamente esercitare
una professione utile alla loro inclusione sociale ed alla società.

Pier può essere diagnosticato come un caso di mutismo, semmai elettivo, ma
non come autistico, e se qualcuno ha fatto questa diagnosi si tratta di un
ulteriore errore diagnostico.

In medicina si commettono molti errori diagnostici, e quando questi sono
errori per eccesso e si diagnostica una malattia inguaribile che non c'è,
allora si creano le condizioni per poi gridare al miracolo della
guarigione, indipendentemente dagli interventi effettuati.

La Comunicazione Facilitata, che ora si presenta con il nome di WOCE,
viene classificata dalla Linea guida n.21 dell'Istituto Superiore di
Sanità del 2011 fra gli interventi non raccomandati per l'autismo.

La Presidente di Angsa nazionale onlus

Prof.Liana Baroni Fortini

Tel. 3397392616






            Giudicato “ritardato mentale” domani si laurea in Pedagogia

La storia di Piercarlo che ha vinto i pregiudizi: «La disuguaglianza è la
vera disabilità ma nella mia cesta di parole taciute trovo soli e lune,
oceani calmi e colori di luce»



PADOVA. «La disuguaglianza è la vera disabilità, so che cammino solo. Ho
contro un male che rende la vita muta, solitaria, vacua e bisognosa di
altri, ma nella mia cesta di parole taciute trovo anche soli e lune,
oceani calmi e colori di luce. Le persone capiscono se viene data loro
l’opportunità di capire». Fino a 13 anni Pier, trentatreenne trevigiano,
per i medici era un ritardato mentale. Nato con un deficit cognitivo,
destinato a una vita a metà. Oggi Pier sta per laurearsi. Laurea
specialistica in Scienze umane e pedagogiche all’università di Padova.
Piercarlo Morello sarà il primo autistico non verbale a laurearsi in
Italia. «Eppure» scrive «fino alle medie ricordo di aver solo colorato in
silenzio tanti pallini e quadretti nei corridoi della scuola». Pier parla
poco, per esprimersi usa il sistema della scrittura facilitata (Woce,
ndr): una tecnica che gli consente di scrivere al computer grazie a uno
stimolo esterno, un tocco al dorso di un assistente alla comunicazione.

«Inclusione e ben-essere sociale. Una storia di autismo per capire»: è
questo il titolo della tesi che Pier discuterà domani. E la sua storia ha
molto da dire. Pier si è diplomato all’istituto agrario, sostenendo lo
stesso esame di Stato dei suoi compagni, con l’unica differenza che ha
usato la scrittura al computer. «Finite le superiori» ricorda papà Luciano
«l’Usl mi ha proposto di inserirlo in un Ceod, ma significava tornare al
ritardo mentale. Così Pier ha fatto quello che fa la maggior parte dei
ragazzi dopo il diploma: si è iscritto all’università. Abbiamo trovato
professori eccezionali, l’ufficio per le disabilità dell’università dà un
supporto importantissimo ed è stato costantemente accompagnato a Padova da
tutor e tirocinanti dell’associazione Oikia».

Ma è stato tutt’altro che facile: insegnare a Pier a prendere il treno e
arrivare da solo a Padova, per esempio, vivere nel costante terrore che da
un momento all’altro un’imprevedibile reazione del ragazzo a circostanze
inusuali lo mettesse in pericolo. E lo scontro con un sistema cieco:
«Volevano togliere a Pier l’assegno di accompagnamento» racconta il papà
«dicevano che se va all’università non ne ha bisogno». Un anno e mezzo di
peregrinare fra gli uffici con i pugni serrati dalla rabbia e il cuore
gonfio di disperazione, pile di certificati per convincere la burocrazia
che dall’autismo non si guarisce. Che quei soldi servono per le terapie,
per gli operatori, per l’assistenza che deve essere costante. «La vita di
questi ragazzi» dice Morello «rimane un percorso a ostacoli. Non si può
ancora sperare che dalle strutture pubbliche arrivi una risposta adeguata,
ogni passo è una lotta che ci vede protagonisti in prima persona». Pier
non ha solo studiato fino a oggi: lavora part time in una scuola materna.
E nella sua tesi “canta” il diritto all’inclusione, a vivere, studiare e
crescere insieme agli altri: questa è la vera terapia oltre che diritto
civile. E i traguardi che Pier ha raggiunto stanno a dimostrarlo.

Con Pier a Padova studia un altro ragazzo autistico: Andrea Terrin,
veneziano, è al terzo anno di Scienze dell’educazione. Lui ha una forte
inclinazione per l’arte e ama lo sport, soprattutto le arti marziali che
pratica con il papà Luca. Un’altra storia di autismo in cammino. Per
capire e interrogare ciascuno di noi.

Elena Livieri, 2 marzo 2014






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