R: [autismo-biologia] only £6.60 per person is spent on autism research

mazzoni.armando a libero.it mazzoni.armando a libero.it
Gio 12 Giu 2014 16:26:15 CEST


Grazie mille per le consuete chiare spiegazioni.

 

Mi chiedo se a questa sproporzione negli investimenti in ricerca contribuisca anche il comparto “educativo”, nel quale tantissime risorse, soprattutto private vengono utilizzate. Non è che ci sia alternativa, gli interventi cognitivo-comportamentali devono essere fatti; fa però riflettere che, seppur con una qualche evidenza scientifica, questi interventi spesso non siano stati costruiti “attorno” all’autismo e su qualche evidenza neurobiologica (non so se così si può dire) della loro efficacia sui sintomi nucleari e che poco si conosce della loro efficacia a lungo termine. 

 

Permane quindi (ma questo sarà dovuto alla personale ignoranza) la sensazione che non sia ancora mai iniziato il “corpo a corpo” e che ancora si sparino tantissime cannonate da diversi km verso la costa. Personalmente credo che il tempo non utilizzato in ricerca, sia dilapidato con lo stesso “costo”  del tempo non utilizzato nei giusti interventi educativi/abilitativi.

 

Cordiali saluti

AM

 

 

Da: autismo-biologia-bounces a autismo33.it [mailto:autismo-biologia-bounces a autismo33.it] Per conto di daniela marianicerati
Inviato: giovedì 12 giugno 2014 15:42
A: lista autismo-biologia
Oggetto: [autismo-biologia] only £6.60 per person is spent on autism research

 

"Autism cost the UK more than heart disease, stroke and cancer combined.

But only £6.60 per person is spent on autism research compared with £295 on cancer, according to  <http://www.autistica.org.uk/> Autistica"

 

Perchè questa sproporzione?

 

Uno dei motivi per cui la ricerca biologica è stata tanto scarsa a fronte di una disabilità  grave,  duratura e  diffusa, credo che sia l’idea, non ancora sopita, che l’autismo sia un disagio psicologico e non una disabilità su base biologica.

Se tenessimo per buono ciò che si insegna all’Università di Messina

 

http://www.google.it/url?sa=t <http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&ved=0CEYQFjAC&url=http%3A%2F%2Fwww.adhikara.com%2Fedizioni-hualfin%2Fvolume-5-6%2Fdomandeasperger.pdf&ei=xHRqU7bWJpSmsAT314H4Bg&usg=AFQjCNHScwSSTLUJYDiHOMXNV_nWAoxVLA&sig2=7Mc4awH5ZKmreZl2dXDcuA&bvm=bv.66111022,d.cWc> &rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&ved=0CEYQFjAC&url=http%3A%2F%2Fwww.adhikara.com%2Fedizioni-hualfin%2Fvolume-5-6%2Fdomandeasperger.pdf&ei=xHRqU7bWJpSmsAT314H4Bg&usg=AFQjCNHScwSSTLUJYDiHOMXNV_nWAoxVLA&sig2=7Mc4awH5ZKmreZl2dXDcuA&bvm=bv.66111022,d.cWc

 

che bisogno ci sarebbe di investire nella ricerca biologica? 

 

Un altro fattore che frena la ricerca di farmaci attivi sui sintomi centrali dell’autismo è la serie di insuccessi seguita a grandi entusiasmi per farmaci che, prima del confronto col placebo, sembravano miracolosi. Tra questi cito la fenfluramina, il naltrexone e la secretina.

Un primo successo, anche non trionfale, ma superiore al placebo, costituirebbe un rinforzo per gli Enti pubblici e privati di ricerca, a proseguire su questa strada. Ma purtroppo questo successo non c’è ancora stato. 



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