[autismo-biologia] cosa insegna il caso Vannoni
Marina Marini
marina.marini a unibo.it
Mer 15 Gen 2014 12:28:46 CET
Buongiorno a tutti,
mi permetto di inserirmi nella discussione, sollecitata dalla mail della
dott.ssa Panisi. Innanzitutto mi associo al plauso per la trasmissione
del giornalista Iacona, che ho trovato veramente ben fatta ed
equilibrata. Mi sembra che da essa sia emersa comunque la necessità di
approfondire lo studio SERIO (ossia scientifico) delle staminali e
l'inchiesta non ha mancato di presentare le scarne informazioni
disponibili su qualche miglioramento riscontrato nei pazienti (credo
esclusivamente nei bambini affetti da SMA), miglioramento che vorrei
vedere documentato e divulgato sulle riviste specialistiche.
Abbiamo in Italia una grande ignoranza in campo scientifico e stupisce
che questa sia presente proprio nel Paese in cui il metodo di indagine
scientifica è stato messo a punto; questa grande ignoranza rende gli
Italiani proni a movimenti irrazionali di partigianeria e di
schieramenti "senza se e senza ma" simili al tifo calcistico. Come nota
la dottssa Panisi, a volte un po' più di elasticità anche da parte del
mondo medico e scientifico può essere necessaria, tuttavia i partigiani
"pro-Stamina" mi preoccupano molto di più perché sotto tale
partigianeria cova un fuoco che vorrebbe bruciare le conquiste in tema
di tutela del malato e di tutela della medicina basata su evidenze
scientifiche e che instilla una sfiducia aprioristica verso il mondo
della scienza e dell'industria farmaceutica. Tali ambienti devono essere
"semplicemente" soggetti a norme che ne garantiscano l'adesione a
comportamenti corretti e condivisi ed essere trasparenti ai controlli: e
questo non è poco.
Mi risulta che alcune sperimentazioni cliniche molto interessanti,
condotte in maniera ineccepibile, siano già in atto all'estero, a
partire da cellule staminali mesenchimali derivate da placenta e usate
in modo "non ortodosso"; per il momento il campo di applicazione è stato
limitato e non ha coinvolto patologie neurodegenerative, ma il
potenziale c'è. Il campo delle staminali è in rapida crescita e, a
differenza di quanto pensano i pazienti che si accampano davanti ai
Palazzi del Potere, la crescita delle conoscenze non è ostacolata
dall'industria farmaceutica, anzi, è promossa da piccole industrie che
sanno muoversi bene anche nell'ambito delle normative imposte dagli enti
di vigilanza, il che dimostra che le scorciatoie non sono necessarie
(anzi, sono pericolose). C'è ampio spazio soprattutto per la ricerca
pubblica, di cui l'inchiesta di Iacona ha presentato alcuni tra i
migliori esponenti italiani. Ci vorrebbero però più finanziamenti
diffusi perché anche piccoli gruppi creativi possano emergere, al di là
delle realtà grandi e consolidate. Abbiamo bisogno di un'opinione
pubblica che stia accanto al mondo della ricerca e che non le si
contrapponga facendosi travolgere dall'emotività, ma fornendole stimoli
e supporto.
Marina Marini
Associate Professor of Applied Biology, Department of Experimental,
Diagnostic and Specialty Medicine - University of Bologna, Italy
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