Re: [autismo-biologia] autismo e comorbilità

Paola Visconti paola.visconti a ausl.bologna.it
Ven 22 Ago 2014 17:48:46 CEST


E' un tema molto importante e molto lungo da sviscerare. Giusto suddividerlo in temi ma anche così è veramente lungo e impegnativo. Non so bene come si potrebbe fare,. un primo tentativo è dare qualche indicazione bibliografica . 
 
Un tema che si associa a quello della comorbidità è aumento epidemiologia . 
Propongo all'attenzione un  articolo di Gillberg e Fernell ( " Autism Plus versus Autism Pure " J Autism Dev Disord , pub. 24 june 2014 ) che ho appena letto e che trovo interessante. Porta una riflessione sul tema più generale dell'Autismo come segno a volte più precoce o meglio osservabile di altre Sindromi facenti parte dei Disturbi del Neurosviluppo.  
 E al di là del fatto di etichette diagnostiche ( Autism Plus, ESSENCe) ci riporta all'importanza di una adeguata attenzione alla semeiologia precoce e alle varie diagnosi differenziali . Il tema, rispetto a quanto indica Gillberg, va poi allargato a situazione più prettamente neurologiche o genetiche che possono presentarsi come ASD o anche Disabilità Intellettiva, in quanto Disturbi di Sviluppo , ma hanno in realtà un substrato neurologico più definito che va conosciuto e va ricercato. ( mi riferisco ovviamente ad un protocollo di esami) . 
Questo nell'ottica non solo di fare chiarezza epidemiologica ma anche con intento che  ad una maggior chiarezza eziologica possa corrispondere un contributo in termini terapeutici e di prognosi.  
 Comprendo che il tema avrebbe diritto a maggior spazio , e non ho risposto nello specifico al tema posto da Armando Mazzoni . Credo che l'invio di referenze bibliografiche, come già detto, potrebbe essere un primo passo. 
Paola Visconti 
 
----- Original Message ----- 
  From: daniela marianicerati 
  To: lista autismo-biologia 
  Sent: Friday, August 22, 2014 4:04 PM
  Subject: [autismo-biologia] autismo e comorbilità


  Armando Mazzoni ha posto il seguente quesito
  Volevo chiedere quante comorbidita' dell'autismo sono conosciute, oltre al ritardo mentale, ad es. sindrome di down, epilessia, etc.
  <!--[if !supportLineBreakNewLine]-->
  <!--[endif]-->
  Al quesito di Armando bisognerebbe rispondere con un trattato, non con un semplice messaggio.
  Si potrebbe cominciare con l’indice.
  1)  Condizioni biomediche ben definite associate all’autismo che hanno un ruolo causale o concausale
  2)  Sintomi cerebrali o disordini psichiatrici in rapporto con la stessa disfunzione biologica che è causa dell’autismo
  3)  Malattie extracerebrali che colpiscono le persone con autismo al pari delle altre che vanno diagnosticate e curate anche se le persone affette non sanno comunicare la loro soggettività
  4)  Malattie extracerebrali che hanno nelle persone con autismo una maggiore incidenza rispetto alla popolazione generale in rapporto con la stessa causa, nota o ignota, che causa l’autismo e che potrebbero avere un ruolo causale o concausale sulla presenza o sulla gravità dei sintomi cerebrali? Questo ultimo capitolo è un affascinante campo di ricerca dal quale ci si possono aspettare risvolti terapeutici importanti. Bisogna fare attenzione a non fare voli pindarici passando da ipotesi di lavoro a terapie senza passare attraverso ricerche serie e rigorose e sperimentazioni fatte secondo le regole universalmente accettate.

  1)  Condizioni biomediche ben definite associate all’autismo che hanno un ruolo causale o concausale

  Le condizioni biomediche associate all’autismo in modo più che casuale (espressione usata da ricercatori molto prudenti) sono tante. Le più frequenti e meglio studiate sono la sindrome dell’X fragile e la sclerosi tuberosa.
  La sindrome dell’X fragile risulta dalla mancanza della proteina FMRX (fragile X  
  mental retardation protein), importante per la sintesi proteica attività – dipendente nei neuroni <!--[if !supportFootnotes]-->[1]<!--[endif]-->. 
  La sclerosi tuberosa è un disordine autosomico dominante nel quale crescono tumori benigni in molti organi, incluso il cervello. A seconda della localizzazione cerebrale i pazienti presentano epilessia, ritardi di sviluppo e problemi comportamentali, che includono evitamento sociale e deficit nella comunicazione. Questa patologia è determinata dalla perdita di funzione di uno o l’altro di due geni, chiamati TSC1 e TSC2, portando all’attivazione della via di trasmissione del segnale di mTOR <!--[if !supportFootnotes]-->[2]<!--[endif]-->.

  Un’altra sindrome associata all’autismo identificata più recentemente è la sindrome di Phelan–McDermid, caratterizzata da ipotonia, disabilità intellettiva, grave ritardo o assenza di linguaggio, lievi dismorfismi, e tratti autistici
  http://www.aisphem.org/index.php/it/sindrome-phelan-mcdermid-ita
  Essa è  causata dalla perdita (delezione) della porzione terminale (q13) di un cromosoma 22 (delezione 22q13)  
  Le caratteristiche fenotipiche della sindrome Phelan–McDermid  probabilmente dipendono dal contributo di diversi geni inclusi nella delezione, ma l’aploinsufficienza di SHANK3 sembra essere il principale determinante dei tratti fenotipici riconducibili a quelli osservati nello spettro autistico, quali ritardo mentale e/o problemi nel linguaggio. Infatti, mutazioni de novo che colpiscono esclusivamente il gene SHANK3 (microdelezioni, mutazioni puntiformi loss of function) sono state identificate in individui con una diagnosi di ASD. 

  Per approfondire lo studio del rapporto tra spettro autistico,  sindromi monogeniche e geni di suscettibilità rimando a Lomartire S e Maestrini Elena, BASI GENETICHE DEL DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO,  in
  L’ARTE
  DI VIVERE
  CONOSCERE, PREVENIRE E CURARE
  LE MALATTIE NEURO - DEGENERATIVE
  A cura di
  Lucio Pardo, Luigi Pagnoni e Carolina Delburgo
  Atti del convegno del 23 APRILE 2012 tenuto a Bologna  in onore del 103° compleanno di
  RITA LEVI MONTALCINI sul tema 
  CRESCERE, CONOSCERE, PREVENIRE:
  dal laboratorio alla prevenzione delle malattie neuro-degenerative
  info a cauterium.org







  <!--[if !supportFootnotes]-->

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  <!--[endif]--> 
  <!--[if !supportFootnotes]-->[1]<!--[endif]--> Schneider, A., et al. D. Fragile X syndrome — from genes to cognition. Dev. Disabil Res. Rev. 15, 333–342 (2009).
  <!--[if !supportFootnotes]-->[2]<!--[endif]--> Curatolo, P., et al. Tuberous sclerosis. Lancet 372, 657–668 (2008).



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