[autismo-biologia] La voce e il piacere dell'ascolto: uno studio di imaging funzionale

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Ven 21 Giu 2013 21:24:30 CEST


Porgea gli orecchi al suon della tua voce …………………………………,
Lingua mortal non dice
Quel ch'io sentiva in seno.
Il suono della voce dà un piacere tale che la lingua mortale è incapace
di esprimere il sentimento profondo che essa ispira nel più profondo dell’anima. 
Questo legame intimo e immediato tra l’ascolto della voce e il piacere,
descritto da par suo da Giacomo Leopardi, puo’ ora essere indagato nei suoi
presupposti anatomici tramite la risonanza magnetica funzionale.
La
zona deputata alla percezione selettiva della voce è posta  nella  corteccia dei  solchi temporali superiori posteriori    Dal solco sinistro partono connessioni con
le zone cerebrali delle vie dopaminergiche del piacere e  della soddisfazione, che comprendono le aree
tegmentali ventrali bilaterali e il nucleo accumbens, l’insula dell’emisfero
sinistro, la corteccia orbito-frontale e la corteccia prefrontale ventromediale
Dal
solco temporale superiore posteriore destro partono connessioni con la
corteccia orbito-frontale e l’amigdala, regioni critiche per la processazione
delle emozioni. 
 
Daniel A. Abramse colleghi
hanno evidenziato queste connessioni in un gruppo di bambini normodotati e in
un gruppo di bambini con autismo mettendo in rilievo che in questi ultimi la
connettività è ridotta  e l’entità della
riduzione è in rapporto con la severità dei sintomi, in particolare col deficit
della comunicazione
 
Questi
studi sono molto interessanti per meglio comprendere la funzionalità del
cervello e le basi anatomiche del legame tra afferenze sensoriali ed emozioni.
Mi domando quanto essi aggiungano alla comprensione della fisiopatologia dell’autismo
e all’approccio terapeutico rispetto a quanto già si sapeva in base
all’osservazione e all’intuizione. 
 
Le
coordinate dell’articolo sono le seguenti
Underconnectivity between voice-selective cortex and reward circuitry in
children with autism
	1. Daniel A. Abramsa,1, 
	2. Charles J. Lyncha, 
	3. Katherine M. Chenga, 
	4. Jennifer Phillipsa, 
	5. Kaustubh Supekara, 
	6. Srikanth Ryalia, 
	7. Lucina Q. Uddina, and 
	8. Vinod Menona,b,c,d,

Published online before print June
17, 2013, doi: 10.1073/pnas.1302982110 
PNASJune 17, 2013
 
http://www.pnas.org/content/early/2013/06/12/1302982110
 
 
Daniela Mariani Cerati
 
 
Un
ampio resoconto in italiano viene dato da “Le Scienze del 21-06-2013”

Se il suono della voce non è
gratificante 

Nei bambini con una forma di autismo ad alto funzionamento, che pure sono in
grado di parlare, una scarsa connessione fra i circuiti cerebrali della
ricompensa e le aree deputate all'elaborazione del suono della voce impedisce
di apprezzare gli aspetti emotivi veicolati dall'intonazione. A sua volta ciò
comporta uno scarso interesse e uno scarso sviluppo della capacità di un uso
sociale del linguaggio (red) 

Nelle persone con autismo le regioni del cervello sensibili alla comunicazione
vocale sono scarsamente collegate ai circuiti che elaborano la ricompensa, e
questo fa sì che apprezzare la piacevolezza di una conversazione e cogliere gli
stimoli emotivi positivi che può dare sia praticamente impossibile per chi
soffre della sindrome. E' questa la conclusione di uno studio condotto da
neuroscienziati della Stanford University School of Medicine che lo illustrano
in un articolo pubblicato sui “Proceedings of the Nationall Academy of
Sciences”.

La scoperta sembra corroborare l'ipotesi che all'origine della scarsa
attenzione dei soggetti autistici alla comunicazione verbale, e quindi dello
sviluppo di adeguate competenze linguistiche, sia proprio la carenza di
coinvolgimento dei sistemi della ricompensa e dell'emotività.

"La voce umana è un suono molto importante, che non trasmette soltanto
significati, ma fornisce anche informazioni emotive fondamentali per un
bambino", ha detto Daniel Abrams, autore principale dello studio,
ricordando che il tono di voce dell'adulto è fondamentale per tranquillizzare i
neonati, che alla voce pacata della madre rispondono con un aumento del
rilascio di ossitocina a livello cerebrale.

Nei bambini autistici vi è una scarsa connessione fra le aree per
l'elaborazione selettiva del linguaggio (in alto) e quelle del circuito della
ricompensa (in basso). (Cortesia Daniel A. Abrams / Stanford University)Lo
studio si è concentrato sui bambini con una forma di autismo ad alto
funzionamento, con punteggi del QI nel range della normalità e quindi in grado
di parlare e leggere, ma con difficoltà a sostenere una conversazione e a
comprendere gli spunti emotivi comunicati dalla voce di un'altra persona.

Dal confronto fra le scansioni di risonanza magnetica funzionale di questi
bambini e quelle di un gruppo di controllo formato da coetanei di pari QI con
sviluppo normale è risultato che nell'emisfero sinistro dei bambini autistici
la regione della corteccia destinata all'elaborazione della voce era
scarsamente collegata al nucleo accumbens e all'area tegmentale ventrale, due
strutture cerebrali del circuito della ricompensa che rilasciano dopamina in
risposta a stimoli positivi. La corrispondente area dell'emisfero destro,
specializzata nella rilevazione di indizi vocali come intonazione e tono, era
invece debolmente connessa all'amigdala, che elabora gli stimoli emozionali.

In un esperimento di controprova, i ricercatori sono stati in grado di
prevedere il livello del deficit di comunicazione di bambini con autismo ad
alto funzionamento a partire dal livello di compromissione di queste
connessioni cerebrali. 

I risultati, osservano gli autori, convalidano inoltre alcune terapie
dell'autismo che mirano a stimolare la capacità di risposta in bambini che in
qualche misura sanno parlare ma che solitamente non parlano con altri, così da
rafforzare la capacità di un uso sociale del linguaggio. 
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