[autismo-biologia] violenze a scuola: qualche considerazione

Angela Ottaviani AngelaOttaviani a NigelBrooks.com
Mar 11 Giu 2013 02:24:02 CEST


Vorrei aggiungere in questa ora tarda in cui recupero alla bell'e meglio email con cui son rimasta indietro dopo una settimana senza accesso a computer che occorrono formazione specifica su tecniche di contenimento fisico che deve peraltro essere l'ultima spiaggia ma che serve se e quando il bambino/studente mette in pericolo se stesso, gli altri bambini/studenti o il personale che lavora con lui/lei. In UK esistono e fanno parte di programmi generalizzati di "behavior management", dove accanto alle tecniche di contenimento fisico sono soprattutto strategie e approcci educativi per affrontare i comportamenti problema. Nella scuola dove lavoro (in UK) circa ogni 6 mesi (o più di frequente se necessario) insegnante e assistenti discutono di e scrivono un Individual Management Plan dove si descrive il profilo del bambino, le cose che ama, i comportamenti tipici in stato di calma/relax, primi segni di agitazione e stato di agitazione e comportamenti problema. Vengon delineati aiuti visivi e strategie individualizzate e tecniche di contenimento fisico nei casi di cui sopra (rischio alla persona o danneggiamento alla proprietà), insieme alle tecniche migliori per valorizzare lo studente anche e subito dopo incidenti.
Angela
  ----- Original Message ----- 
  From: daniela marianicerati 
  To: lista autismo-biologia 
  Sent: Saturday, June 08, 2013 11:27 AM
  Subject: [autismo-biologia] violenze a scuola: qualche considerazione 


  Corriere del Veneto del 31-05-2013

  Le maestre picchiano l'alunno autistico. La procura chiede subito il processo 

  VICENZA. Il Pm della procura di Vicenza Barbara De Munori ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio immediato per le due insegnati di scuola media, Mariapia Piron e Oriana Montesin, accusate di atti di violenza ai danni di un minore autistico. Le due maestre erano state arrestate lo scorso 8 aprile in una delle aule della scuola media dove insegnavano, in un paese del vicentino. L'accusa ritiene di essere in possesso di prove che paiono essere incontrovertibili: si tratta dei filmati e delle registrazioni di quello che accadeva nell'aula dove il minore affetto da autismo veniva affidato alle «cure» delle due insegnanti, entrambe ancora in carcere. 

  Quei filmati, che hanno scosso i carabinieri che li avevano realizzati, sono la prova principe contro la quale si scontra la linea dei difensori delle due donne. Non a caso le due insegnanti avevano già chiesto di poter risarcire la famiglia del ragazzo. I carabinieri nel frattempo hanno sentito anche i genitori di altri ragazzi, ma quello che potrà emergere da questa seconda indagine sarà tenuto separato dalle contestazioni che hanno portato alla carcerazione. (Ansa)

  Di questo ha parlato l’altra sera la TV in un’ora di massimo ascolto. E’ ovvio che i commenti siano di dura condanna per le insegnanti, ma io credo che questo fatto venuto alla luce della cronaca dovrebbe stimolare una riflessione su ciò che sta a monte.

  Molte persone con autismo nel corso della loro esistenza manifestano dei comportamenti gravissimi, come l’auto ed etero aggressività e la distruttività. Il team del Servizio Sanitario Nazionale che li ha in carico dovrebbe essere preparato a questa evenienza, che è da considerare un’emergenza, al pari del dolore toracico per il quale il paziente va in pronto Soccorso e vi trova una corsia preferenziale.

  Molti insegnanti e genitori mi hanno riferito che un bambino  a scuola, in momenti di grande agitazione, picchiava insegnanti e compagni. Insegnanti e genitori disperati chiedevano aiuto a destra e a manca, senza trovare risposta.
  Per queste evenienze ci dovrebbe essere una sorta di pronto intervento. L’insegnante e i genitori dovrebbero poter contare su un gruppo di esperti  del SSN che possa intervenire con urgenza. 
  Questo è il campo della interdisciplinarietà. I comportamenti problema vanno studiati, ne va tentata una valutazione funzionale (richiesta di attenzione? Richiesta di evasione? Rinforzo da parte della reazione di insegnanti e compagni? Inadeguatezza del contesto e del programma educativo?) e dalla valutazione funzionale si deve passare a strategie educative conseguenti.
  In questo caso poi gli psicologi,  gli educatori o gli analisti del comportamento dovrebbero sapere che anche i farmaci, prescritti in modo sapiente da medici competenti, possono aiutare.
  Purtroppo non mi risulta che questo pronto intervento esista. Gli insegnanti, che raramente giungono all’esperienza di educare bambini così problematici con una preparazione specifica (e non per colpa loro) non  trovano gli aiuti di cui hanno un disperato bisogno. 
  E spesso, più che affrontare i comportamenti con strategie collaudate, agiscono con la forza della disperazione.

  Segnalo, a questo proposito, le relazioni di Luigi Croce e di Marco De Caris al convegno di Ravenna dell’ottobre 2012 http://www.pdfdownload.org/pdf2html/view_online.php?url=http%3A%2F%2Fwww.ausl.ra.it%2Ffiles%2F2%20-%20Workshop%201%20-%20Intervento%20Croce%20Luigi.pdf

  http://www.pdfdownload.org/pdf2html/view_online.php?url=http%3A%2F%2Fwww.ausl.ra.it%2Ffiles%2F21%20-%20Intervento%20congresso%205%20ottobre%20-%20De%20Caris.pdf



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