[autismo-biologia] memantina

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Mer 13 Feb 2013 18:24:37 CET


Una
mamma francese ha ricevuto dal CENTRE DE RESSOURCES AUTISME
RHONE-ALPES l’invito a partecipare ad
una sperimentazione sulla memantina. 
Lo studio è coordinato da.
S. Sonie
Il
Neuropediatra è Dr S. Marignier
Il
Chef de Projet è E. Pirat
Il centro è situato presso: Hôpital Le Vinatier, Bat 211, 95 Bd Pinel, 69677
Bron Cedex
 
Nella
lettera d’invito è scritto “Le but de cette etude consiste
a determiner si
votre enfant presentera une reponse benefique a la memantine et
ainsi une amelioration de son comportement social”
Dunque l’ipotesi di lavoro è che la memantina agisca su uno dei sintomi nucleari
dell’autismo: il comportamento sociale.
 
Io ho consigliato alla mamma di rispondere positivamente all’invito, ma non credo
di essere stata convincente. 
 
La mamma francese mi ha risposto: “Per quel che ne penso io, anche se un farmaco
ha effetti positivi sulle funzioni cerebrali in alcuni individui, per osservare
dei risultati a livello cognitivo bisognerebbe che i sullodati cervelli
avessero anche l'opportunità di effettuare degli apprendimenti o
"ginnastica cognitiva", il che vuol dire essere esposti a esperienze
educative pertinenti per un certo tempo (da sei mesi a un anno almeno).
Il farmaco da solo non puo' agire
"magicamente" in tempi brevi a questo livello su cervelli in via di
sviluppo !
Diverso il caso degli adulti (Alzheimer o altro),
che devono solo "recuperare" abilità/conoscenze già possedute, e non
costruirle ex novo”

Sono d’accordo sulla ginnastica cognitiva, ma
questa non è in alternativa al farmaco. Il farmaco, se efficace, dovrebbe
rendere più efficace la ginnastica cognitiva e meno faticoso il lavoro degli educatori.
 
La memantina non è un farmaco nuovo. E’ nuovo un suo uso nell’autismo
che è ancora sperimentale in quanto ci sono risultati positivi a livello preclinico,  su singoli casi e anche su gruppi di persone
con disturbi dello spettro autistico ma solo in aperto, quindi col rischio che
il placebo sia meglio.
 
E’ invece in commercio per l’Alzheimer.
 
La memantina è un farmaco che agisce
sul sistema glutamatergicobloccando particolari tipi di recettore, detti recettori NMDA, ai quali
normalmente si lega il glutammato
 
Il glutammato stimola i recettori post-sinaptici,
inclusi quelli per l'N-Metil-D-Aspartato (NMDA), che è
particolarmente implicato nei processi di memorizzazione
 
La memantina è un antagonista non competitivo
NMDA recettoriale.
 
Le basi razionali per un suo utilizzo nell’autismo
sono spiegate molto bene nell’articolo

PLoS
One. 2012;7(5):e36981. doi: 10.1371/journal.pone.0036981.
Epub 2012 May 15.
The therapeutic effect of memantine through the stimulation of synapse formation and
dendritic spine maturation in autism and fragile X syndrome.
Wei H, Dobkin
C, Sheikh
AM, Malik M, Brown
WT, Li X.
leggibile nella sua versione
integrale al link 
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3352866/
 
Copio dall’introduzione alcuni stralci
“There is some evidence showing that metabotropic and ionotropic
glutamate receptors are affected in autism.
 
Purcell et al [5] demonstrated
that there is excessive glutaminergic activity in autistic brain. 
 
A normal level of
glutamate is important for neurotransmitters that play a key role in long-term
potentiation, learning and memory 
 
Hypo-function of the
inhibitory GABAergic system and hyperactivity of the excitatory glutamate
system has been theorized to have a causal role in autism [10]”
 
L’articolo passa in rassegna anche le sperimentazioni
della memantina compiute in aperto, quindi presenta il lavoro originale sulle
cellule di cervelletto di ratti in cui è stata prodotta una mutazione simile a
quella dell’X fragile umano. La memantina ha agito sulle sinapsi avvicinando
alla normalità le anomalie caratteristiche dell’X fragile. 
 
Tutte queste premesse danno una solida  base all’avvio di sperimentazioni controllate
in doppio cieco.
 
Il fatto che il farmaco sia già in uso nell’uomo
è una garanzia contro l’insorgenza di sorprese spiacevoli, ovvero di effetti collaterali
non tanto frequenti da comparire nelle sperimentazioni, ma che si rendono
evidenti nel periodo post marketing.
 
C’è però una grande differenza tra autismo e
Alzheimer: l’età dei pazienti.
 
Approfittando
del fatto che la memantina è stata ampiamente usata in età presenile e senile
un gruppo della Johns Hopkins University coordinato da  Eric Samstad ha
disegnato una sperimentazione della memantina dal titolo “Memantine in Adult Autism Spectrum Disorder” nella quale si
arruolano persone con autismo di età compresa tra i 18 e gli 85 anni.
http://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT01078844?term=autism+and+clinical+trials&rank=241
 
Finalmente qualcuno si è ricordato che le persone con autismo
difficilmente guariscono, ma di autismo non muoiono e, se non vanno sotto al
tram, possono arrivare a 85 anni e oltre 
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