[autismo-biologia] stereotipie e comportamenti problema

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Mar 6 Ago 2013 17:41:32 CEST


Da: Fondazione Marino <fondazionemarino a gmail.com>
A: autismo-biologia a autismo33.it 
Inviato: Giovedì 1 Agosto 2013 9:28
Oggetto: [autismo-biologia] stereotipie e comportamenti problema
 

I comportamenti-problema: ipotesi e commenti.

Il disagio fisico o mentale ed il dolore sono seguiti da aumento delle
stereotipie con possibilità di innesco di altri parossismi che
comprendono auto od etero-aggressività che sono l’unico strumento
efficace per il soggetto autistico per attirare l’attenzione su un suo
problema.

Direttore Sanitario Fondazione Marino
Dott. Natalino Foti

Credo che il disagio fisico o
mentale ed il dolore come fattori che scatenano auto ed eteroaggressività per
attirare l’attenzione siano uno dei fattori favorenti, ma non il solo. La
comparsa di questi comportamenti gravissimi è un motivo per cercare la presenza
di malattie o fonti di disagio fisico, ma purtroppo in molti casi questi
fattori non si trovano e la causa dei comportamenti rimane ignota. 
Nel libro “il nostro
autismo quotidiano”  http://www.erickson.it/Libri/Pagine/Scheda-Libro.aspx?ItemId=36942 una mamma adottiva ha raccontato la tragica
storia del figlio che, a forza di sbattere violentemente la testa contro il
muro, si è procurato prima una cataratta traumatica, poi un danno alle retine e
infine è diventato cieco. 
Recentemente uno
studente universitario mi ha raccontato la storia di suo fratello,
sovrapponibile alla precedente. Anche lui è diventato cieco per i traumi
ripetuti da autoaggressività. 
Entrambe le famiglie
hanno consultato medici psichiatri e internisti, hanno cercato fattori di
disagio, hanno usato farmaci, soprattutto neurolettici, ma a nulla è valso. I
due soggetti sono ora ultratrentenni e vivono in famiglia. Nessun centro li
accoglie perché nessuno è qualificato per il doppio handicap. E tutto ricade
sulla mamma, che nel secondo dei due casi è rimasta vedova. Di questi sintomi
gravissimi si parla troppo poco. E quando di una cosa non si parla, sembra che
non esista. Varrebbe la pena istituire dei gruppi di studio specifici  per affrontare un problema tanto tragico
quanto irrisolto

Daniela Mariani Cerati
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