[autismo-biologia] ricerca farmacologica: dalle malattie rare all'autismo idiopatico?

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Mer 26 Set 2012 15:53:24 CEST



Il
messaggio sottostante del novembre 2011 ci ricorda quanta speranza fosse
riposta nella sperimentazione dell’arbaclofen e di  farmaci analoghi  per i pazienti portatori di X fragile.
La
sperimentazione sui pazienti è stata preceduta da robuste ricerche di
fisiopatologia e di riproduzione dei sintomi su modelli animali, poi regrediti
col farmaco. 
.
Qualche
giorno fa è uscito il primo articolo sui risultati di una sperimentazione di
arbaclofen  in doppio cieco cross over su 63 pazienti (di cui 55 maschi) di età compresa tra 6 e 39
anni, con una mutazione completa del gene FMR1.
 
Le coordinate dell’articolo sono : E.M.
Berry-Kravis, et al. Effects of STX209 (arbaclofen) on neurobehavioral function in children
and adults with fragile X syndrome: A randomized, controlled, phase II trial. Sci
Transl Med 2012; DOI:10.1126/scitranslmed.300421
 
L’abstract si puo’ leggere al link http://stm.sciencemag.org/content/4/152/152ra127.abstract
 
Un
ampio resoconto in italiano si trova al link http://www.pharmastar.it/index.html?cat=5&id=9060
 
I
risultati della sperimentazione, benché non del tutto negativi, sono deludenti
rispetto alle attese. 
 
L'outcome
primario era la variazione rispetto al basale del punteggio della sottoscala
relativa all’irritabilità dell’Aberrant Behavior Checklist (ABC-I), che valuta
l'umore irritabile, l'aggressività e l'autolesionismo.
 
Questo
risultato non è stato raggiunto, in quanto il punteggio medio dello score
ABC-I, che al basale era pari a 21 in entrambe le fasi del trattamento, è
diminuito fino a 16 dopo il completamento del trattamento con arbaclofen o
placebo, senza differenze significative.
 
Gli outcome secondari comprendevano le
variazioni nella scala VAS dei comportamenti più problematici, le misure globali di miglioramento e
le preferenze per il trattamento.
 
Gli autori hanno chiesto ai medici e ai
genitori  di valutare i risultati dopo che i
pazienti  hanno completato il trattamento attivo e il crossover al
placebo. I medici che hanno espresso una preferenza per arbaclofen sono stati
più del doppio di quelli che hanno preferito il placebo (57% contro 28%; P = 0,05)
e quasi il doppio dei genitori/caregiver ha preferito il farmaco al placebo
(59% contro 33%), ma in questo caso la differenza non ha raggiunto la
significatività statistica.
 
I medici e i genitori hanno anche osservato un
miglioramento maggiore dei problemi comportamentali nei pazienti trattati con  il farmaco che non in quelli trattati con il
placebo. Infatti, nel gruppo in trattamento attivo, il punteggio VAS è passato
da 2,2 al basale a 4,2 alla fine dello studio, mentre durante il trattamento
con placebo la variazione è stata da 1,9 a 3,1 (P = 0,04).
 
Il farmaco è stato ben tollerato e gli
effetti avversi più comuni sono stati sedazione (8%) e cefalea.
 
Gli autori concludono che,
sebbene arbaclofen non abbia mostrato i benefici sperati sul fronte
dell’irritabilità, gli agonisti del recettore GABAB hanno le potenzialità per
migliorare il funzionamento sociale e il comportamento dei pazienti con
sindrome dell’X fragile.
 




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 Da: daniela marianicerati <marianicerati a yahoo.it>
A: lista autismo-biologia <autismo-biologia a autismo33.it> 
Inviato: Lunedì 28 Novembre 2011 15:26
Oggetto: [autismo-biologia] ricerca farmacologica: dalle malattie rare all'autismo idiopatico?
 

Uno dei filoni di ricerca più promettenti per giungere ad
avere farmaci efficaci per l’autismo è lo studio e la sperimentazione di
terapie per le malattie monogeniche.
Tra queste l’X fragile e la sclerosi tuberosa.
Nell’X fragile già da tempo è stata evidenziata una
eccessiva sintesi proteica a livello sinaptico. Per la sclerosi tuberosa è
stato evidenziato esattamente il contrario.
 
In entrambe le malattie è in gioco il recettore mGluR5 che
verrebbe rispettivamente troppo stimolato e troppo poco stimolato nelle due condizioni
da parte del glutamato.
 
E’ molto interessante il fatto che, anche se le condizioni
sono opposte, l’anomalia  in eccesso o in
difetto è nello stesso asse funzionale. 
 
Sono in atto sperimentazioni di farmaci a livello già
avanzato per l’X fragile. La speranza è che eventuali farmaci efficaci nelle
malattie rare da causa nota possano esserlo anche nei casi di autismo da causa
ignota.
 
Per saperne di più
http://web.mit.edu/newsoffice/2011/autism-1123.html
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