[autismo-biologia] Quesiti genetici

Elena Maestrini elena.maestrini a unibo.it
Gio 29 Mar 2012 23:05:50 CEST


Gent. Stefano Palazzi,

A proposito delle domande sollevate qualche tempo fa da Daniela, che lei ha giustamente ricordato, tento di dare qualche risposta
 
1. Qual'è il peso delle malattie monogeniche nello spettro autistico?

Innanzi tutto e' necessario capire che cosa si intende: si parla di forme monogeniche quando un'alterazione di un singolo gene e' necessaria e sufficiente per risultare nel fenotipo clinico. In realta' e' difficile stabilire se alcune mutazioni o alterazioni genomiche siano strettamente "monogeniche" oppure se siano associate ad un elevato rischio di autismo e/o deficit intelletivo ma la loro espressione fenotipica possa essere modificata dall'interazione con altri fattori, (genetici e non).
Ad esempio sono noti alcuni CNV (come microdelezioni 1q21, delezioni 16p11.2, e altri), il cui ruolo patologico in generale e' appurato, ma che si manifestano associati a fenotipi piuttosto diversi tra loro
La stima della percentuale di casi attribuibile a forme monogeniche, o comunque i casi in cui e' possibile identificare una specifica causa genetica, si aggira intorno al 5% per sindromi genetiche note (X Fragile, mutazioni di PTEN, sindrome di Rett, sclerosi tuberosa, etc), 5% per anomalie cromosomiche visibili citogeneticamente, e 10-20% per delezioni/duplicazioni submicroscopiche identificabili con i microarrays). (dati riportati da Miles et al, Genetics in Medicine, 2011, http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21358411). Queste stime comunque possono variare abbastanza a seconda del tipo di popolazione e del tipo di test genetici utilizzati...
Da sottolineare comunque come l'utilizzo dei chromosome microarrays permetta di incrementare di parecchio la resa diagnostica, rispetto al normale cariotipo, e molti ormai raccomandano di usare i microarrays come test genetico da eseguire innanzi tutto. (vedi per esempio http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20466091)

2. Che utilità hanno le diagnosi genetiche senza conseguenze terapeutiche?
a questa domanda ha gia' dato una bella risposta Carlo Hanau....
Innanzi tutto la scoperta delle cause genetiche puo` rappresentare il punto di partenza per lo sviluppo di nuovi trattamenti.
Inoltre, citando da un editoriale di David Miller a proposito dei test genetici http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20964600, altri  vantaggi possono essere:
-  migliore consulenza genetica riguardo il rischio di ricorrenza. Rispetto alla media di popolazione, il rischio di ricorrenza per una coppia con un figlio con DSA e' almeno 10 volte più alto. Ma per ogni specifica famiglia, conoscendo l'eziologia genetica, il rischio di ricorrenza può differire di molto dalla media di popolazione, passando da un rischio molto basso dell'1-2 %, ad un rischio elevato come il 50%.
- L'identificazione precoce di bambini con elevato rischio di ASD, permettendo un intervento il piu' precoce possibile.

3. Quanto pesano mutazioni e CNV nel determinare la grande prevalenza di maschi?
su questo non sono sicura se sia stato fatto uno studio specifico, ma sicuramente non sono sufficienti a spiegare la grande preponderanza di maschi affetti da DSA.

Un caro saluti a tutti

Elena Maestrini

>L'evento di questo 2 aprile a Ferrara è prestigioso per la collaborazione tra operatori e famigliari in una sede "granducale". Lo scopo è sensibilizzare. I pochi sprazzi formativi sono affidati alla presentazione delle Linee Guida ISS a cura di Daniela Mariani-Cerati. Ciò avviene prima del saluto delle autorità alle ore 15 e, quindi, non è annunciata nel poster pubblico http://www.ferrarasociale.org/assets/show/3168. Chi fosse interessato è sicuramente molto benvenuto a entrare fin dalle 14.
>Per compensare Daniela del suo prezioso contributo mi sono impegnato a tentare risposte telegrafiche ai tre quesiti che aveva posto al forum diversi giorni fa. Mi sembra che nessuno l'abbia ancora fatto. Mancano pochi giorni e spererei di non trovarmi a imbastire una risposta limitata dal mio aggiornamento di seconda mano e dallo scarsissimo tempo a disposizione. Li ho sintetizzati come segue:
>
>1. Qual'è il peso delle malattie monogeniche nello spettro autistico?
>
>2. Che utilità hanno le diagnosi genetiche senza conseguenze terapeutiche?
>
>3. Quanto pesano mutazioni e CNV nel determinare la prevalenza di maschi?
>
>Per favore, qualcuno mi aiuterebbe a rispondere a Daniela?
>Grazie anticipatamente,
>Stefano P.
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