[autismo-biologia] i servizi speciali per l'autismo

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Dom 29 Gen 2012 10:53:51 CET





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 Da: Stefano Palazzi <s.palazzi a ausl.fe.it>
A: Autismo Biologia <autismo-biologia a autismo33.it> 
Inviato: Sabato 21 Gennaio 2012 12:12
Oggetto: [autismo-biologia] Jett Travolta e i servizi speciali per l'autismo
 

La soluzione che alcuni operatori e certi genitori sostengono è aprire dispensari di servizi speciali per l'autismo. Tuttavia lo specialismo per una condizione poco rara rischia di rinforzare la discriminazione e ritardare gli interventi.

Segnalo l’articolo “L’importanza del coordinamento pedagogico” 
http://www.angsaonlus.org/importanza_coordinamento_pedagogico.pdf
per chiarire cosa intendiamo io e, con me, molti altri per “servizi speciali per l'autismo”
I genitori che, in modo anonimo, riportano in prima persona le loro testimonianze, con figli che vanno dai tre ai ventisette anni, hanno usufruito di una consulenza da parte di operatori, laureati in psicologia e/o Scienza dell’Educazione, che poi si sono dedicati al trattamento educativo dell’autismo con un percorso pratico e teorico che li ha portati ad ottenere, tra gli altri,  il titolo internazionale  di BCBA (Board Certified Behaviour Analist).
Questi operatori hanno valutato le persone con autismo attraverso incontri con genitori ed educatori (insegnanti per quelli che di loro vanno ancora a scuola) e mediante l’osservazione diretta dei ragazzi nei loro naturali ambienti di vita.
Hanno fatto quindi una valutazione multifunzionale da cui hanno tratto consigli pratici che sono stati molto apprezzati dai genitori. In alcuni casi hanno riacceso una speranza che si era del tutto sopita. 
Non c’è nulla di segregante. Non c’è neppure bisogno di un luogo fisico per il cosiddetto centro Autismo; c’è bisogno di competenza che si matura con lo studio, l’esperienza e il confronto con i pari. 
Nell’ipotetico Centro Autismo, insieme e in sinergia con i programmatori della riabilitazione/educazione, ci dovrebbero essere medici esperti nella prescrizione dei farmaci, quando necessari.
Non è realistico pensare che i farmaci non vengano usati per nulla. 
Tutte le indagini volte a indagare il consumo di psicofarmaci da parte delle persone con autismo hanno rilevato che circa una metà di essi ne fa uso (Aman MG e coll, Medication
patterns in patients with autism: temporal, regional, and demographic
influences, J Child Adolesc Psychopharmacol. 2005 Feb;15(1):116-26)
L’importante è che vengano prescritti da medici con competenza specifica e a complemento del programma educativo. Riporto le sagge parole che Marianna Boso ha scritto in questo forum
 “... ricordiamoci sempre, infatti, che l'intervento farmacologico sui sintomi, è solo un anello di una strategia di intervento complessa e multidimensionale..... “

Un’altra caratteristica che auspico nei futuri Centri per l’autismo, che possono essere fatti anche solo di competenze, senza muri, è che non ci siano limiti di età.
Per le persone con autismo al compimento del diciottesimo anni non cambia nulla e quindi perché cambiare operatori?

Quello che avviene ora col cambio di operatori è che un giovane con autismo da manuale con la terza caratteristica della triade, la ripetitività e ristrettezza degli interessi, molto accentuata, viene etichettato come “Schizofrenico delirante”,  e di conseguenza imbottito di neurolettici e ridotto come Sabine Bonnaire
 http://www.youtube.com/watch?v=uyG1giBUx9E
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