FW: [autismo-biologia] ancora sulle linee guida ISS

Emanuela Defranceschi emydefranceschi a hotmail.com
Ven 25 Nov 2011 13:53:43 CET











Gent.mo prof.Barale, riporto le info acquisite al corso di lunedi martedi e mercoledi organizzato a ROMA dall'ISS (Istituto Superiore di Sanità) sulle Linee Guida:
Nel caso di non disponibilità di studi clinici, l'esecuzione della procedura è raccomandata sulla base del giudizio condiviso del panel: BPC - buona pratica clinica -  quando è considerato per la salute del paziente superiore il beneficio al danno che ne potrebbe uscire dalla mancata applicazione.  Il metodo ABA conserva queste caratteristiche di utilità per i molteplici benefici di crescita che ne riceve il paziente. 
 In una linea guida di qualità è presente un gruppo di lavoro composto da CLINICI ESPERTI DELLA MATERIA - EPIDEMIOLOGI- METODOLOGI-DOCUMENTARISTI-PAZIENTI/RAPPRESENTANTI DI PAZIENTI-MANAGER SANITARIe da una consultazione esterna al gruppo di lavoro (giudizio di esperti esterni) e la dichiarazione esplicitata di assenza/presenza di conflitto di interessi dei partecipanti allo sviluppo della linea guida.
 Clinical practice guidelines - are statements that include recommendations intended to optimize patient care that are informed by a systematic review of evidence and an assesment of the benefits and harms of alternative care options
obiettivo: ottimizzare la salute dei pazienti attraverso un meccanismo di revisione continua


Le Linee Guida si basano su EVIDENCE (prove di efficacia) e su PRACTICE (pratica clinica)
GRADE: pratica clinica - SCELTA DEGLI ESITI - è il metodo della pratica clinica e subentra quando il metodo tradizionale di costruzione delle linee guida non è in grado di soddisfare un dato quesito.(gruppo collaborativo esistente da 12 anni)
SalutiEmanuela DefranceschiCDKL5 Associazione di Volontariato Onluswww.cdkl5.org

From: frabar04 a unipv.it
To: autismo-biologia a autismo33.it
Subject: Fw: [autismo-biologia] ancora sulle linee guida ISS
Date: Thu, 24 Nov 2011 19:29:52 +0100










 
----- Original Message ----- 
From: Prof.Francesco 
Barale 
To: daniela marianicerati ; Autismo Biologia 
Sent: Thursday, November 24, 2011 7:04 PM
Subject: Re: [autismo-biologia] ancora sulle linee guida 
ISS


Cara Mariani Cerati,
una volta tanto sono d'accordo solo in parte con 
quello che dice. La formulazione finale della LGISS semmai è sbilanciata nel 
senso contrario rispetto a quanto lei sostiene, dato che, malgrado non ci siano 
evidenze, allo stato attuale, di una migliore efficacia di ABA rispetto ad altre 
metodologie di intervento strutturate e specifiche, non solo comportamentistiche 
ma anche evolutive, esso viene tuttavia "raccomandato", per le ragioni che 
lei cita  (che peraltro condivide in parte con altre metodologie). Non si 
può invocare il primato delle evidenze solo a senso unico. Sulla questione si 
era peraltro ampiamente dibattuto, nel panel, prima della stesura definitiva. Mi 
permetto, a questo proposito, di riportarle un mio breve intervento di allora, 
che riguarda anche alcuni fraintendinenti e mis-usi possibili di quello 
strumento prezioso (ma che può diventare una cieca clava) che sono le linee 
guida. Non sposare "marchi" (e business relativi) è una conditio sine qua non, 
del resto, non solo di una clinica intelligente, ma anche del progresso della 
ricerca.
Un cordiale saluto
Francesco Barale
 
P.S.: ovviamnete la review di Dawsin e Osterling 
era ben nota, nessun dato della letteratura è stato trascurato, alla ricerca 
della massima obbiettività possibile
Ecco (fine luglio 2011)
 

Cari 
amici, gentili colleghi e membri del Panel,
ho 
continuato in questi ultimi mesi a ricevere  gli aggiornamenti sui lavori 
in corso malgrado, per problemi di mia indisponibilità, sia stato 
validamente sostituito nel  Panel, al quale mi aveva chiesto di prender 
parte la Società Italiana di Psichiatria, dal prof. Politi. Mi permetto, dunque, 
di intervenire, da “semi-esterno”, sulle bozze LG ISS e sul dibattito che ne è 
seguito.
Desideravo in primo luogo complimentarmi per l’ottimo lavoro svolto. 
Questa bozza di LG mi pare un esempio di equilibrio e rigore, non facile in un 
campo come quello dell’ Autismo, così complesso, così controverso, così in 
rapida evoluzione e così attraversato da “schieramenti” e tensioni “viscerali”. 
Davvero complimenti.
Una 
piccola notazione a proposito della traduzione di “tantrum”. Personalmente 
preferisco il termine non tradotto, che peraltro compare già ripetutamente come 
tale nella letteratura in italiano e  
ha il merito di essere ad un tempo evocativo e non limitativo rispetto 
alle diverse componenti che possono clinicamente di volta in volta prevalere in 
queste particolarissimi episodi (rabbia, agitazione, confusione, panico…); 
ovviamente ci sono buone alternative, per esempio “crisi di rabbia”, che è la 
componente più evidente. L’importante è comunque evitare l’orrenda traduzione 
“capriccio”, che in passato è stata più volte usata…e che è decisamente 
fuorviante. 
Ovviamente le LG non fotografano la “Realtà” dell’ Autismo, la sua 
essenza immutabile e metastorica. Sono un lavoro sulla letteratura e sulle 
evidenze finora individuabili, sulla base dei criteri di  metodo scientifico concordati. Sono 
dunque la descrizione di come, allo stato attuale, si presenta un cammino di 
conoscenza che è dinamico, aperto e presenta molte aree problematiche. Per 
questa ragione, come sempre accade e come sempre è accaduto con le LG (ne ho 
viste diverse, oramai…all'elaborazione di alcune di esse ho in vario modo 
partecipato), molti clinici probabilmente già ora troveranno anche queste LG 
troppo “lasche” in alcuni punti, oppure troppo rigide in altri (nelle 
raccomandazioni sia in positivo che in negativo), oppure troppo silenziose, 
semplificate o insoddisfacenti su altri ancora…. Io stesso sono, su alcuni temi, 
non irrilevanti, in questa posizione. Ma questo non è un problema delle LG; esse 
sono, appunto, un lavoro sulla letteratura che c’è: semmai è un problema dei 
clinici e dei ricercatori: spetterà a loro produrre migliori o nuove evidenze, o 
rendere evidente ciò che ancora non lo è, o portare alla luce, ripuliti, quei 
“grani di verità” magari finora sepolti da claims infondati o da pratiche 
selvagge. 
Per la 
stessa ragione (non dovrebbe essere neppure necessario ricordarlo, ma non si sa 
mai…) le LG non “prescrivono” e non “vietano” proprio nulla. Si limitano alla 
descrizione dei fatti finora accertati e alle raccomandazioni o suggerimenti che 
se ne possono dedurre. Pensare di utilizzarle in altri modi è distorcerne 
profondamente il significato. Le Linee Guida non sono la Linea del Partito e per 
fortuna i tempi della “Scienza di Stato”, alla Lisenko, con i suoi terribili 
effetti, sono lontani.
Sempre 
per la stessa ragione, l’autorevolezza di qualsiasi LG non si fonda affatto 
sulla perentorietà e sulla semplificazione delle raccomandazioni, ma sulla loro 
aderenza ai dati di fatto e ai criteri concordati. Altrimenti, se ci si discosta 
da questo semplice criterio, si insinua in tutto il lavoro un fastidioso sapore 
fazioso o “ideologico”, che ne inquina automaticamente la credibilità 
complessiva. 
Vengo dunque, a questo proposito, al mio ultimo commento, che 
riguarda il punto che ha suscitato più controversie. Il quesito relativo agli 
Interventi non farmacologici, sottogruppo Interventi 
comportamentali/psicologici, categoria “Programmi intensivi comportamentali”. 
Signori miei, il catalogo è questo (ben riassunto, 
peraltro, dall’ottima metanalisi recente di P.Howlin): esistono ancuni EIBI 
molto studiati (vedi ABA) che hanno portato evidenze di una relativa efficacia, 
a breve-medio termine, in alcuni casi e per alcuni aspetti dell’autismo. E’ 
giusto dunque segnalare ciò ed eventualmente suggerire una loro considerazione. 
Ma analoga (o addirittura superiore) evidenza di efficacia hanno peraltro 
dimostrato altri sistemi di intervento (vedi DIR), centrati su altri aspetti (il 
disturbo originario dell’intersoggettività e dell’interattività) o anche altre 
forme di intervento. Allo stato attuale, dunque NESSUNA GERARCHIA DI EFFICACIA 
E’ INDIVIDUABILE (Howlin 2009). La ricerca ed il confronto clinico su quali 
interventi funzionino, a che condizioni funzionino, su cosa (dei molti aspetti 
dell’autismo) funzionino, su come funzionino e su quando funzionino è ampiamente 
in corso e non consente davvero semplificazioni “di squadra”, che avrebbero un 
effetto pessimo. Ritengo dunque, d’accodo in questo con la dott.a Proietti, che 
già la formulazione originaria delle bozze sia, a questo proposito, al limite 
della forzatura; le “raccomandazioni” andrebbero semmai “attenuate”, certamente 
non rese ancor più perentorie o addirittura estese. Per non parlare dell’età 
adulta, di cui mi occupo da tanti anni, in cui le cose sono ancora più complesse 
e ancor meno tollerano semplificazioni.
Ancora 
i miei più sinceri complimenti a tutti per l’ottimo lavoro e i più cordiali 
auguri di una buona estate
Francesco Barale

  ----- Original Message ----- 
  From: 
  daniela 
  marianicerati 
  To: lista autismo-biologia 
  Sent: Thursday, November 24, 2011 2:28 
  PM
  Subject: [autismo-biologia] ancora sulle 
  linee guida ISS
  

  
  
  Le linee guida dell’ISS 
  
  http://www.snlg-iss.it/cms/files/LG_autismo_def.pdf
  meritano ulteriori 
  commenti 
   Un tema molto caldo 
  è costituito da quanto descritto nel capitolo
   "Interventi 
  comportamentali e psicologici strutturati
  Programmi 
  intensivi comportamentali"
   Copio 
  alcune righe
   “Non 
  sono quindi disponibili dati definitivi a sostegno dell’efficacia 
  del modello ABA secondo il metodo Lovaas rispetto ad altri trattamenti attivi 
  e altrettanto strutturati, cioè non ci sono ancora dati sufficienti per 
  stabilire quale tra i vari modelli strutturati di intervento terapeutico sia 
  il più efficace”
   Lo 
  stile è quello con cui si esaminano le prove di efficacia dei farmaci, ma qui 
  parliamo di interventi educativi, che interessano la vita intera del bambino, 
  che devono essere condivisi dalla famiglia e, nella realtà italiana, dagli 
  operatori dell’asilo nido e della scuola dell’infanzia prima e dagli operatori 
  della scuola dell’obbligo poi.
  Invece 
  di invocare ulteriori sperimentazioni in cui si confrontino modelli di 
  trattamento simili ma con un marchio diverso, mi sembrerebbe più utile 
  estrarre gli elementi comuni a diversi interventi, come già hanno fatto nel 
  1997 Dawson 
  e Osterling.
   Copio 
  da
   http://www.autismo33.it/documenti/autismo_a_ny/linee_guida_per_NY.pdf
   “Dawson 
  e Osterling (1997) hanno condotto la più nota review della letteratura sugli 8 
  programmi di Early Intervention in voga negli USA, identificando nei seguenti 
  punti le caratteristiche comuni degli interventi la cui efficacia è dimostrata 
  sperimentalmente
  1. 
  Curriculum individualizzati che
  includono 
  attenzione, imitazione, linguaggio, gioco appropriato, interazione 
  sociale
  2. 
  Ambiente positivo e strutturato che include strategie per la generalizzazione 
  ad ambienti naturali
  3. 
  Utilizzo di routine per sviluppare abilità adattive
  4. 
  Approccio funzionale all'analisi dei problemi di comportamento
  5. 
  Piani individualizzati per la transizione dall'asilo alla scuola
  6. Coinvolgimento della 
  famiglia”
  

   Tra 
  gli interventi biomedici e quelli abilitativi, che in realtà sono educativi, 
  c’è una differenza fondamentale.
  Se 
  una proposta terapeutica biomedica non ha evidenza di efficacia, non la si 
  raccomanda. Si dice di non farla finchè non saranno disponibili nuovi dati. In 
  alternativa si puo’ dare l’invito a partecipare ad eventuali sperimentazioni 
  in corso, con la consapevolezza che si tratta di sperimentazioni e non di 
  terapie di provata efficacia. 
   Per 
  l’educazione la condizione è radicalmente diversa. 
  Il 
  bambino deve essere educato in quanto bambino e, se ha un fabbisogno educativo 
  speciale ( l’espressione inglese “special needs” non si puo’ tradurre 
  letteralmente in italiano), ha bisogno di un approccio educativo adattato alle 
  sue esigenze speciali. Questo non puo’ essere rinviato a quando gli esiti 
  delle sperimentazioni saranno definitivi.
  Forse 
  sarebbe opportuno e urgente fare seguire alle linee guida dell’ISS, che è 
  l’organo tecnico del Ministero della Salute, delle linee guida sull’educazione 
  in quanto tale, dove si parli di educazione sul modello di quanto affermato 
  nel documento di posizione di Autismo Europa del 2003 
  http://www.autismo.net/allegati/europe/autismo%20ed%20educazione.pdf
   Veniamo 
  comunque alla raccomandazione conclusiva
   “Tra 
  i programmi intensivi comportamentali il modello più studiato è l’analisi 
  comportamentale applicata (Applied 
  behaviour intervention, 
  ABA): gli studi sostengono una sua efficacia nel migliorare le abilità 
  intellettive (QI), il linguaggio e i comportamenti adattativi nei bambini con 
  disturbi dello spettro autistico. Le prove a disposizione, anche se non 
  definitive, consentono di consigliare l’utilizzo del modello ABA nel 
  trattamento dei bambini con disturbi dello spettro autistico”
   Come già le linee 
  guida SINPIA del 2005, anche le linee guida dell’ISS, pur sottolineando i 
  limiti metodologici delle sperimentazioni disponibili, raccomandano i 
  programmi 
  intensivi comportamentali.
   Se 
  si trattasse di un farmaco, questo darebbe diritto al cittadino al rimborso da 
  parte del SSN.
  Non 
  si tratta di un farmaco, ma di un approccio educativo che richiede la 
  disponibilità di esperti con competenza maturata in anni di studio e di 
  lavoro.
  Questi 
  esperti sono carenti nel SSN.
  Da 
  qui trarrei due indicazioni: una per il presente e una per il 
  futuro.
  Per 
  il presente il SSN dovrebbe convenzionarsi con gli esperti che dimostrino di 
  possedere i requisiti per fare una supervisione su genitori e insegnanti in 
  linea con la raccomandazione delle linee guida.
   Per 
  il futuro il SSN dovrebbe programmare urgentemente una formazione intensiva 
  per avere al più presto questo tipo di esperti nell’ambito del 
  pubblico.
   Qui 
  si pone un problema: queste figure devono essere nel settore sanitario o in 
  quello educativo?
  Io 
  penso che una cosa non escluda l’altra.  
  Se 
  la scuola si attrezza, e in Emilia Romagna da tempo l’Ufficio Scolastico 
  Regionale si sta muovendo in tal senso, per avere degli esperti all’interno 
  della scuola, la cosa è lodevole e da incentivare.
    
  Vedrei bene però che anche nel SSN ci fossero figure di questo tipo per 
  guidare l’abilitazione/educazione delle persone affette da autismo in modo 
  trasversale, attraverso tutti gli ambienti di vita, e longitudinale, ovvero 
  senza fermare l’abilitazione al compimento del diciottesimo anno di età, come 
  scandalosamente si è fatto sino ad ora.
   
   
   
   
   
   
   
  
  


  
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