[autismo-biologia] oxytocin receptor null mice: a neurobehavioralmodel of autism

Sonia Zen sonia.zen a libero.it
Mer 4 Maggio 2011 11:37:55 CEST


Grazie Dr.ssa Bice! davvero incoraggiante questa ricerca!
Cordialità
Sonia Zen
  ----- Original Message ----- 
  From: Bice Chini 
  To: lista autismo-biologia 
  Sent: Tuesday, May 03, 2011 11:32 PM
  Subject: Re: [autismo-biologia] oxytocin receptor null mice: a neurobehavioralmodel of autism


  Grazie Daniela. Ecco il mio intervento. Dimmi se ci sono punti poco chiari.
  Grazie Daniela.

  I commenti che ci terrei a fare riguardano in generale il ruolo di questi 
  peptidi e dei loro recettori nell' autismo.
  Non ci sono infatti forti evidenze che questi peptidi (e i loro recettori) 
  siano all' origine della patologia (anche se alterazioni epigenetiche del 
  gene che codifica per il recettore dell' ossitocina sono state riportate in 
  un lavoro molto interessante ha cui ha contribuito anche il gruppo di 
  Antonello Persico, come già discusso su questa lista).
  Tuttavia è stato dimostrato che animali geneticamente modificati che 
  presentano deficit sia di questi peptidi che dei loro recettori hanno 
  difetti del comportamento sociale. Nel nostro lavoro abbiamo approfondito la 
  caratterizzazione di animali in cui era stato deleto il gene che codifica 
  per il recettore dell' ossitocina e abbiamo trovato che questi topolini 
  mostrano, oltre ai deficit di socialità, anche deficit di flessibilità 
  cognitiva pur con capacità di apprendimento normale (una volta appreso un 
  comportamento, non lo abbandonano, mostrando quindi rigidità e 
  inflessibilità), aumentata aggressività e aumentata suscettibilità a 
  convulsioni indotte farmacologicamente. Se aggiungiamo il fatto che altri 
  (tra cui Maria Luisa Scattoni e Laura Ricceri) hanno descritto che questi 
  animali hanno anche deficit di "comunicazione" , appare chiaro che 
  presentano un quadro che riassume, per quanto ovviamente possibile nell' 
  animale, tutti i core sympthoms dell' autismo. E questo avviene, ci tengo a 
  sottolinearlo, in assenza di altri deficit motori, di sensibilità, di ansia 
  o altro che non facciano parte del quadro autistico non sindromico. Sono 
  quindi un buon modello "endofenotipico", cioè che riassume i sintomi 
  caratteristici dell'autismo in assenza di altre manifestazioni patologiche. 
  Pensiamo che quindi questo modello possa essere utile per comprendere 
  perchè e come questi sintomi si presentano insieme, associati, come 
  manifestazione "comune" di alterazioni genetiche le più diverse ed 
  eterogenee.   Un' ipotesi è  che varie alterazioni genetiche possano avere 
  come risultato "finale" una alterazione dei circuiti modulati da ossitocina 
  e vasopressina, circuiti che si sviluppano alla nascita e che sono 
  fondamentali per la formazione del linguaggio e della socialità. Se questa 
  ipotesi fosse corretta, la possibilità  di rimodulare, almeno in parte, 
  questi i circuiti proprio da parte di ossitocina e vasopressina potrebbe 
  essere presente anche in fasi più avanzate della vita e rappresentare una 
  possibile strategia terapeutica.  Questa è l' ipotesi che abbiamo testato 
  nella seconda parte del lavoro, sempre sui topi in cui manca il recettore 
  dell' ossitocina, osservando che è infatti possibile ottenere il recupero 
  della sintomatologia anche in giovani animali adulti proprio mediante 
  somministrazione dei due neuropetidi. Questi dati supportano 
  sperimentalmente studi clinici pilota su soggetti autistici "high 
  functioning" in cui la somministrazione di ossitocina ha migliorato le 
  prestazioni in compiti proprio legati alla sfera sociale.
  Il lavoro ha naturalmente parecchi punti oscuri che occorre ora 
  approfondire:
  - abbiamo visto che nei topolini "normali" OT ed AVP inducono una riduzione 
  della socialità, quindi un effetto negativo, apparentemente paradossale. 
  Possiamo pensare che se i circuiti di cui parlavamo sopra si sono formati e 
  funzionano correttamente, la loro iper-stimolazione non produrrà effetti 
  benefici, ma disturbi. Quindi la somministrazione di OT dovrà, pensiamo, 
  essere riservata a pazienti selezionati, in base a criteri ancora tutti da 
  definire.
  - OT ed AVP sembrano agire insieme, con azioni comuni, cosa che non era 
  stata precedentemente apprezzata e che occorre ora studiare in dettaglio.

  come sempre, il lavoro che resta da fare è ancora molto ma le prospettive 
  sono incoraggianti.
  cordiali saluti

  Bice



  Bice Chini MD, PhD
  CNR Institute of Neuroscience
  Dept. Pharmacology, Univ. Milan
  via Vanvitelli 32, Milan, 20129, Italy
  email: b.chini a in.cnr.it
  phone 39-02-5031 6958
  fax 39-0250316958


  -----Messaggio originale----- 
  From: daniela marianicerati
  Sent: Tuesday, May 03, 2011 3:57 PM
  To: lista autismo-biologia
  Subject: [autismo-biologia] oxytocin receptor null mice: a neurobehavioral 
  model of autism

  Copio da Varese news l’articolo che segue.
  Di solito prima di trasmettere una notizia presa dalla stampa controllo la 
  fonte
  e spesso noto notevoli discrepanze. In questo caso mi sono risparmiata 
  questa
  fatica in quanto ho potuto consultare una delle autrici del lavoro 
  originale,
  Bice Chini, che fa parte della nostra lista e alla quale chiedo di fare 
  qualche
  ulteriore commento a quanto detto nell’articolo.
  E, a nome di tutti, complimenti!!!

  Varese News del 02-05-2011

  Autismo: ormoni per socializzare

  Dimostrato il ruolo di ossitocina e vasopressina per il controllo dei 
  disturbi
  del comportamento sociale e cognitivo in un modello animale per l’autismo. 
  La
  ricerca, frutto di una collaborazione tra Cnr, Università Statale, Bicocca,
  Politecnico di Milano e Università dell’Insubria


  Negli ultimi anni è emerso il ruolo fondamentale che ossitocina (Ot) e
  vasopressina (Avp) hanno nel regolare vari aspetti del comportamento 
  sociale,
  suggerendo un loro possibile impiego in disturbi dello spettro autistico. 
  Una
  ricerca condotta dall’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle
  ricerche (In-Cnr) di Milano, in collaborazione con le università di Milano -
  Statale, Bicocca e Politecnico - dell’Insubria e quella giapponese di 
  Tohoku,
  evidenzia che gli ormoni Ot e Avp mostrano un’elevata capacità di influire
  positivamente, su difetti sia di socialità sia di flessibilità cognitiva, in
  individui adulti, cioè termine dopo il completamento dello sviluppo del 
  sistema
  nervoso. Finanziato sul bando ‘Ricerca Medica’ della Fondazione Cariplo, lo
  studio è stato pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry, che ha 
  dedicato
  la copertina alla ricerca.

  “Per mettere a punto e validare un possibile approccio terapeutico per i
  disturbi dello spettro autistico, abbiamo condotto un’approfondita
  caratterizzazione di modelli murini (topi geneticamente modificati) privi 
  del
  recettore dell’Ot nel sistema nervoso centrale”, dice Bice Chini dell’In-Cnr,
  coordinatrice della ricerca. “In mancanza di tale recettore, questi animali
  mostrano alterazioni della memoria sociale e ridotta flessibilità cognitiva,
  riproducendo quindi il nucleo centrale della sintomatologia autistica, che
  consiste in deficit delle interazioni sociali, anomalie della comunicazione,
  rigidità cognitiva e interessi ristretti”. I dati dei ricercatori “hanno
  evidenziato che gli animali non familiarizzano con altri soggetti della 
  stessa
  specie e, soprattutto, non sono in grado di distinguere un topolino già
  incontrato da uno nuovo”, spiega Mariaelvina Sala dell’Università Statale di
  Milano. “Inoltre, presentano deficit molto caratteristici di flessibilità
  cognitiva: sono capaci di apprendere un compito in maniera molto efficiente, 
  ma
  una volta appreso non sono in grado di abbandonarlo per acquisirne uno nuovo 
  al
  cambiare delle condizioni ambientali, dimostrando una peculiare rigidità
  cognitiva. Abbiamo notato anche che gli animali sono più aggressivi e, se
  trattati con dosi normalmente inefficaci di agenti farmacologici 
  convulsivanti,
  rispondono con crisi di tipo epilettico, manifestazioni queste 
  frequentemente
  associate alla sintomatologia autistica, che indicano un aumento della loro
  eccitabilità cerebrale di base”.


  Lo studio ha evidenziato che la somministrazione di Ot ed Avp è in grado di
  ripristinare tutti i deficit riscontrati anche in giovani animali adulti.
  “Questa capacità è di grande rilevanza perché indica che il sistema Ot/Avp è
  altamente plastico e capace di modulare l’attività di processi cognitivi
  complessi anche dopo il completamento dello sviluppo del sistema nervoso”,
  prosegue Marco Parenti dell’università Bicocca di Milano. “I nostri dati
  indicano che tale capacità risiede nella proprietà dei due neuro peptidi di
  intervenire nei processi cellulari coinvolti nella definizione dello 
  sviluppo in
  senso inibitorio o eccitatorio di determinate sinapsi e quindi nel 
  determinare
  l’equilibrio eccitazione/inibizione neuronale,fondamentale per il corretto
  funzionamento del cervello”. Un’ulteriore conferma dell’aumentata 
  eccitabilità
  cerebrale è stata ottenuta dall’analisi delle registrazioni
  elettroencefalografiche degli animali, effettuata grazie a un software messo 
  a
  punto al Politecnico di Milano. “I risultati del nostro studio”, conclude 
  Bice
  Chini, “sono importanti perché, dimostrando che deficit comportamentali e
  cognitivi legati a un’alterazione dell’eccitabilità neuronale in età 
  evolutiva
  possono essere modulati in età adulta dai due Ot ed Avp, preludono a 
  potenziali
  nuovi approcci terapeutici basati sull’uso di queste molecole”.

  La scheda
  Chi: Istituto di Neuroscienze del Cnr, università di Milano Statale, Bicocca 
  e
  Politecnico, università dell’Insubria, università di Tohoku (Ja)
  Che cosa: dimostrato il ruolo di ossitocina e vasopressina nel regolare
  disordini dello spettro autistico in modelli animali adulti. Lo studio,
  finanziato dalla Fondazione Cariplo, è stato pubblicato su Biological
  Psychiatry: “Pharmacologic rescue of impaired cognitive flexibility, social
  deficits, increased aggression, and seizure susceptibility in oxytocin 
  receptor
  null mice: a neurobehavioral model of autism”. Vol.69, Issue 9, Pages 
  875-882 (1
  May 2011)

  redazione a varesenews.it






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