[autismo-biologia] Non č mai troppo presto

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Mar 1 Mar 2011 19:25:28 CET


Uno dei punti su cui c’è il massimo di convergenza di vedute nel trattamento dell’autismo è l’opportunità di iniziare un trattamento che sia  precoce, intensivo e strutturato; che preveda momenti programmati in rapporto uno a uno e coinvolga i genitori per la generalizzazione di quanto appreso nei momenti di insegnamento strutturato e programmato.
Le linee guida della SINPIA del 2005, leggibili al link
http://www.angsaonlus.org/linee_guida_sinpia.pdf
spiegano molto bene questi punti.
 
Copio alcuni stralici

“Gli aspetti appena esposti, recepiti ormai a livello internazionale, sono alla base di un orientamento generale, in rapporto al quale in questa fascia di età l’intervento deve essere precoce, intensivo, curriculare 

si ha la possibilità di “operare” in un periodo in cui le strutture encefaliche non hanno assunto una definita specializzazione funzionale e le funzioni mentali, pertanto, sono in fase di attiva maturazione e differenziazione (Guaralnick, 1998; Dawson et al., 2001).

L’indicazione che deriva dall’esperienza internazionale fa riferimento ad un tempo non inferiore alle 18 ore settimanali (NRC, 2001). 

E’ evidente che affinché tali programmi possano rispondere alle finalità più generali del progetto, è necessario un collegamento funzionale fra le figure cui è demandata la responsabilità di implementarli (genitori-terapisti-insegnanti) (NRC, 2001; Prizant et al., 2003).

Il termine “curriculare” si riferisce ai contenuti che devono caratterizzare i diversi programmi previsti dal progetto. In termini di contenuti, si ritiene che ciò di cui il bambino necessita per uno sviluppo quanto più possibile “tipico” può essere “insegnato” facendo riferimento ad un ordine sequenziale di “tappe”, che sono quelle che normalmente compaiono nel corso dello sviluppo. Nel concetto di “curriculare” è implicito un altro aspetto critico per la formulazione del programma: vale a dire, la necessità di una definizione chiara degli obiettivi e di un monitoraggio sistematico del percorso terapeutico. In particolare è necessario:
•	individuare, fra gli obiettivi possibili, quelli che si riferiscono a competenze osservabili e misurabili;
•	stabilire un punto di partenza e prefissare una serie di tappe sequenziali;
•	predisporre un sistema per la raccolta dei dati in itinere e la valutazione dei risultati in tempi prefissati.”

Le linee guida sono importanti, ma poi si pone il problema di realizzarle nella nostra realtā e di fare in modo che il trattamento, che deve essere ottimale e per il quale non si possono fare sconti o approssimazioni, sia disponibile per tutti e si estenda in modo capillare a tutti coloro che ne hanno bisogno.

L’espressione “non inferiore alle 18 ore settimanali” significa “possibilmente superiore e mai inferiore”

Questi tempi sembrano irraggiungibili se ci si pone in una prospettiva di ambulatorio, mentre sono del tutto normali se la prospettiva č quella educativa.

Un bambino normodotato viene educato, o si educa, grazie agli stimoli che riceve dall’ambiente per tutto il periodo della giornata in cui è sveglio. Per il bambino affetto da autismo bisognerebbe  programmare la sua giornata in modo tale  da avvicinare la sua situazione a quella del bambino a sviluppo tipico col trattamento. 

Credo che la situazione della scuola che, per il trattamento precoce, è rappresentata dall’asilo nido e dalla scuola dell’infanzia, si presti a realizzare per tutti, e non solo per pochi privilegiati, quanto scritto nelle linee guida. 

Il rapporto uno a uno č giā previsto. 
Se il dirigente č convinto della opportunitā, ricava uno spazio da dedicare all' insegnamento uno a uno. 
Insegnanti ed educatori hanno una buona preparazione culturale di base e sono nelle migliori condizioni per recepire quanto viene loro consigliato da un esperto di trattamento educativo dell’autismo.
A questo livello ci deve essere davvero un grande esperto, mentre l’insegnante, anche se non espertissimo,  puo’ fare un ottimo lavoro se usufruisce di una consulenza qualificata e frequente

Esperienze di questo genere sono già state realizzate negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia di Bologna, Imola, Castel San Pietro e Reggio Emilia. 
(per quanto siamo a conoscenza. Certamente ve ne saranno altre in altre cittā, altrettanto valide)

Alcuni supervisori, dopo avere ottenuto il consenso non solo dei genitori dei bambini da loro seguiti, ma di tutti i bambini della classe, hanno anche documentato con i filmati la loro attivitā. 

Questo è molto importante in quanto didattico (“Qui vident plane sciunt” sta scritto nell’aula magna dell’istituto di fisica dell’Università) ma non solo.

Serve per mostrare coi fatti che questo č possibile. 

Queste esperienze pilota, precedute da relazioni di medici del Servizio Sanitario Nazionale e dell’Università, verranno presentate a Bologna il 9 aprile in un convegno organizzato da lions club e ANGSA.

I particolari sono al link
http://www.angsaonlus.org/lions_piccoli2011.pdf

Gli organizzatori si rivolgono prima di tutto agli operatori degli asili nido e delle scuole dell’infanzia, ma accetteranno i primi 120 iscritti, chiunque essi siano: medici, psicologi, genitori o semplici cittadini solidali. 
Non saranno offerti crediti ECM per quanto detto sopra ma, in compenso, il lions offrirà il caffè a metà mattina e un pranzo in piedi all’una e trenta, oltre ad un panorama stupendo di Bologna vista dalla collina.
Saremo in un convento e, da sempre,  i frati ci san fare a scegliere la loro sede 






      


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